La rivincita della bionda: Canepa contro tutti

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Avevo sollevato qualche polemica sul Tor des Geants a causa del trattamento ricevuto dall’eroina normo-super-dotata Francesca Canepa. (leggi qui)

Lo so che sono di parte e che probabilmente vivo sulle nuvole e che mi fido ancor prima di non fidarmi, ho ricevuto diverse critiche per questo articolo proprio su questi argomenti, ma va bene.

Se però ho una dote, sempre che dote si possa chiamare, so guardare negli occhi delle persone. E a me lo sguardo di Francesca ispira fiducia, per cui, senza farmi troppi giri mentali, mi voglio fidare.

Ma non voglio parlare del Tor, voglio parlare della forza di una donna.

E della sua rivincita.

Qualche anno fa è apparsa dalla quasi totale nebbia e si è affermata sulle pagine delle riviste direttamente vincendo al gara più dura di corsa in montagna che un essere umano poteva immaginare. Vestita un po’ strana, con le sue gonnelline quasi frivole e le sue tshirt Montura (nel ricordo di ognuno di noi c’è la oramai famosissima tshirt viola con maniche bianche), e i buff a coprire la testa.

Il “suo” Tor l’ha tradita.Anche se poco valeva, ha espresso il suo disappunto e la sua innocenza.

Il 50% le ha creduto e il 50% non le ha creduto. Io stessa mi sono sentita prendere a parolacce virtuali via FB a causa della mia difesa.

Ma sono rimasta della mia idea.

E cioò che è successo dopo che avevo ragione.

Pochi giorni dopo la Grande Delusione, il 21 settembre, mentre io pensavo a lei arrancando sui sentieri della Misurina Sky Race, si piazza al 4° posto della classicissima Ivrea-Mombarone. Di sicuro non la sua tipologia di gara prediletta, vista la distanza “breve” e secca.

Così, senza dirlo a nessuno, si schiera alla partenza.

“Ha scelto bene, ha scelto una gara non sua, una gara dove si corre spalla a spalla e si lotta fino all’ultimo metro. Una gara dove poteva lottare con gli altri e affrontare se stessa. Una gara che l’ha portata a giocarsi un posto in classifica negli ultimi 500m, con il cuore in gola e la voglia di farcela.” R. Jorrioz

Voilà, per il gusto di correre. Per sfogarsi.

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Poi arriva un “lunghetto”, una bella 100km, la 100 km De Millau. La classicissima e storica gara francese con 42 km tra saliscendi e i restanti 58 di durissime salite.

La settimana dopo.

Vittoria. A un’ora e mezza dalla seconda.

Così, per gradire.

“Ho scelto Millau come ciglio del dirupo: dovevo solo andare lì, portarmi sulla linea di partenza e aprire le ali.
100 km su strada, con delle salite della Madonna dovevano essere la mia corrente ascensionale, quella che mi avrebbe riportata in volo dopo tutti i venti contrari, nonostante ogni ulteriore, infinito e velenoso vento contrario.
Volevo essere prudente e mi ero ripromessa con Renato di non passare alla maratona sotto le 3 ore e 30, ma poi ci sono passata in 3 e 13 e stavo bene, stavo riuscendo a esprimere quello che mi è stato impedito di esprimere in quella orribile settimana di settembre.
Ho espresso corsa e sorrisi, questa è stata la prima gara della mia vita in cui ho avuto l’occasione d’incrociare TUTTI i concorrenti, i primi 5 prima di girare alla boa del 71° km, tutti gli altri dopo.
Nessuno mi ha risparmiato un sorriso, una parola o un piccolo applauso. A nessuno ho negato un sorriso o un incoraggiamento.
A tutti ho detto grazie.
Questa gara è stata fantastica.
Dopo una gara finita a causa della cattiveria avevo bisogno di qualcosa che mi aiutasse a proseguire nel processo di guarigione che ho iniziato al Mombarone.
Durante l’orribile settimana di settembre, ma purtroppo anche in diverse altre successive ho iniziato a sentirmi senza pelle, esposta, senza protezione. Senza ali, senza piume, senza niente.
Adesso ho nuove piume, impiantate una a una dai concorrenti che mi hanno accolta.” F. Canepa

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E poi, così, per non farsi mancare nulla, questo 11 ottobre stravince la 100km più famosa dalle mie parti, quella che collega le mie due patrie, la Torino-Saint Vincent.

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Asfalto, non trail.

Vittoria.

Francesca è rientrata in Valle con una Vittoria. Metaforicamente e fisicamente ha riportato la sua forza nella sua terra.

Sapete, era giusto così per dire.

Per dire che campioni si nasce, certo, ma che con la forza di volontà si fa di tutto.

Ah… alla Torino-Saint Vincent è passata alla maratona a 3h15… io non ci riuscirei nemmeno facessi “solo” la maratona.

Sapete cosa? Mi piace pensare che si sia data anche alla strada perchè io potessi avere un mito a cui pensare il giorno dopo nella mia “misera” 21 km su sterrato di domenica scorsa. E’ pensando alla forza di Francesca ho fatto il mio personal.

Datemi ancora della femminista, fate pure, ma io questa donna la stimo. Indipendentemente da tutto.

 

Dedicato a Francesca. (Anche se è bionda ;-))

 

(Ph. Credits: Francesca Canepa e Renato Jorrioz, pagina facebook Francesca Canepa)

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