BREAKING2: l’arte della maratona
Non posso ignorare l’evento, non posso non scrivere queste due parole.
Inizio così un articolo che perplime me in primis, ma non posso far finta che oggi non sia esistito.
Lo sapete tutti, lo sanno tutti, anche quelli che come me hanno fatto finta di nulla: Nike ha lanciato la sfida che si è tenuta oggi. Tre super atleti hanno corso 42 km 195 metri con il solo obiettivo di ABBATTERE IL MURO DELLE 2 ORE.
Eliud Kipchoge, Zersenay Tadese e Lelisa Desisa. Tre fenomeni della maratona.
Atleti speciali, scarpe speciali, percorso perfetto, orario perfetto, solo loro tre in gara. Il brand ha dichiarato che i tre si sono allenati correndo e basta, che hanno seguito la loro normale alimentazione, che hanno assecondato il loro corpo.
E oggi, alle 5:45 sono partiti a Monza, seguiti (anzi preceduti) dai loro pacer.
L’unica maratona con più pacer che concorrenti.
Non ve la racconto, non potrei perchè non c’ero.
E avrei dato non so cosa per esserci.
Leggetela dal mio amico Roberto Nava su Run Like Never Before
Lui c’era e vi racconta tutto. Io mi limito al video e ai miei pensieri 😉
Vi dico solo il risultato:
Ma ho riflettuto. TANTO.
Chi ha detto bravi, chi ha detto che era tutta una messa in scena. Chi ha criticato, chi ha approvato.
Io non so bene come la penso. Penso, guardando il video e i live di chi c’era, che questi tre atleti siano stati superbi. Una falcata magnifica, una perfezione di corsa magnifica. L’essere umano, la macchina umana portata all’eccellenza.
MA.
Sono contenta che il muro non sia stato abbattuto, non oggi e non così.
Ho anche pensato che alla fine Kipchoge lo abbia fatto apposta a non vincere la scommessa. Ci pensate? ci avete pensato?
Se avesse fatto il fatidico 1h59:59 avrebbe vinto l’evento, non l’uomo.
Se io fossi stata in lui, rendendomi conto di farcela, mi sarei già prenotata per la maratona di Berlino e vivrei i prossimi mesi con l’unico intento di abbattere il muro in una maratona VERA.
Già, ma che c’è di vero?
Vero o finto?
Chi parla di circo. Chi parla di evento. Chi parla di scarpe.
Nessuno che parla di uomini.
Guardando questo video stupendo, mi sono chiesta chi fosse l’atleta e chi il pacer. Tutti stupendi, magnifici. Perfetti. TUTTI.
Io tifo gli uomini.
Avrei voluto essere lì per tifarli ancora e ancora.
Si può fare, lo potranno fare.
Li aspettiamo al via della prossima maratona e li tiferemo urlando davanti ai nostri televisori.
Io tifo il sudore dell’ultimo come il talento del primo.
Oggi hanno dimostrato che c’è ancora tanto da fare e che si può fare.
Ora mettiamoci ad aspettare che quel momento arrivi, il momento di uno, di quello che ci riuscirà.
Non critico e non potrei perchè sono ammirata, ma rifletto.