Ibiza Marathon, la Maratona in vacanza

Lo scorso weekend ho volato ad Ibiza per correre.

C’erano tanti motivi per farlo, anche se di sicuro pensando ad Ibiza non è la Maratona che colpisce l’immaginazione al primo istante.

La seconda edizione della Ibiza Marathon si è tenuta sabato 7 aprile, nel pomeriggio, ed è stata accompagnata da una gara più alla portata di tutti (anche mia che il 16 aprile correrò la Boston Marathon) da 12 chilometri.

Io non ero mai andata ad Ibiza. Come tutti gli snob da lande desolate e i trekker da un cuore e una tenda, ho sempre prediletto realtà isolate e brulle come la Corsica.

L’occasione della Maratona mi ha reso Ibiza più vicina e il volo Ryanair diretto da Torino è sicuramente più comodo del traghetto per Bastia.

Una toccata e fuga con una gara di corsa in mezzo.

La 42km aveva partenza dal porto di Ibiza e, dopo essere salita fino all’incantevole borgo di Santa Gertrudis, ridiscendeva su Santa Eulalia.

Una gara con un dislivello deciso, da prendere come una vacanza per la mente e un allenamento per le gambe. Un percorso duro, da correre di sabato pomeriggio.

Il clima mite, le strade gentili, i paesaggi bucolici la rendono una Maratona da correre con calma. Via il chrono, la mente si sgombra.

Il tempo del primo uomo di 2h15’58” la fa sembrare una gara quasi normale, ma il keniano Philip Tirop Lagat autore della vittoria la salita l’ha volata. Più comprensibile la vittoria femminile dell’ucraina Maryna Shapovalova che conclude le fatiche dopo 3h03’41”.

Vista così potrebbe parere una maratona da non correre. I puristi della disciplina possono aver da ridire su: dislivello, orario di partenza, clima caldo di aprile, percorso.

Io avrei voluto correre la Maratona invece della mia 12K.

Non perchè la 12 chilometri non si stata bella, anzi, ma perchè questa maratona mi ha colpita dritta al cuore.

Ibiza è un’isola che rapisce il cuore dello sportivo. Strade dolci e mosse, paesaggi bucolici silenziosi, terra di un rosso vivo e caldo, baie dall’acqua incredibilmente blu e cerulea. E soprattutto, il silenzio.

La calma. Ibiza è un’Isola calma. E la sua Maratona è nata in questo spirito. Take it Easy, anche quando i 300 metri di D+ di “easy” hanno ben poco.

La 12K partiva in ora cocktail (17.45) da Sant’Eulalia, per condividere l’arrivo con la Regina 42km. Una gara bella, non semplice, non velocissima, che ho corso mettendo l’animo in una condizione di pace assoluta.

Partenza al cardiopalma e i restanti 11km in modalità risparmio me l’hanno fatta chiudere in 53 minuti, 5 minuti dopo la prima arrivata (italiana).

Forse qualche tempo fa avrei potuto sostituire il mio ottavo posto con quinto posto, togliendo 10 secondi al chilometro, forse.

Ma non è questo il mood ibizenco. Ad Ibiza si corre prima con il sorriso e poi con le gambe.

Ed è proprio questo che ho amato. Insieme con il tifo genuino, la musica, le ballerine sul percorso. E’ proprio questo che mi fa pensare di desiderare correre nel 2019 la gara regina.

Un applauso va ad Anita, che avevo scelto per correre la maratona (leggi qui la sua storia). Alla sua prima esperienza sulla 42km, ha concluso la sua esperienza magica in 4 h 51 minuti con il sorriso (e tanta fatica).

PRO IBIZA MARATHON:

organizzazione scorrevole, percorso esteticamente bello, tifo, vacanza, leggerezza di insieme, medaglia, allegria, arrivo trionfale, strade completamente chiuse al traffico, expo con musica dal vivo, festa finale.

Se si cerca un’esperienza bella e ben organizzata, con domenica in spiaggia, Ibiza è per voi.

CONTRO IBIZA MARATHON:

Dislivello complessivo alto, partenza sabato pomeriggio, clima caldo (non quest’anno), difficoltà navette al rientro, mancanza di navette per la 12k.

Se patite caldo e salite, lasciate perdere.

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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