100 Principesse per una Regina alla Maratona di Torino

Io, la Maratona, la amo. La venero. Mi affascina e mi sa stupire ogni volta.

Anche questa Maratona di Torino, che forse è stata la più bella.

Iniziamo dal principio…

Era il 2011 quando per la prima volta ho corso un quarantaduesimo chilometro. All’epoca non si correva in Piazza San Carlo a Torino, il percorso deviava su via Roma all’ultimo. Ricorso l’istante in cui vidi quella curva, ricordo quel passaggio. Ricordo perfettamente il numero a terra: 42.
Mancavano 195 metri e io iniziavo a piangere e a ridere. A ridere e a piangere. 
Era la mia prima Maratona, quella della mia città, la Maratona di Torino, che nel 2011 si chiamava “Turin Marathon”, forse perchè andava di moda usare l’inglese a Torino dopo le Olimpiadi.

Leggi il racconto della mia Prima Maratona qui

Le 100 Principesse di Torino

Foto Withart di Marco Rostagno

Penso che la Maratona non sia “semplicemente” una gara, ma una festa della città, un elogio allo sport, alla vita, all’energia, alla voglia di raggiungere un traguardo. Per questo vorrei che anche in Italia, come nel resto del mondo, i maratoneti fossero applauditi, amati, accolti e tifati.

Vorrei che la Maratona fosse di tutti, di tutta la mia Torino, di tutti i Torinesi, di tutti gli amici di chi corre, di tutti i bambini. Di tutti, anche di coloro che non hanno mai corso.

Da quest’idea, in collaborazione con Team Marathon che organizza la Maratona, nasce “Le 100 Principesse di Torino” una staffetta di sole donne che in 100 hanno portato al traguardo la neo-Maratoneta Monja, condividendo con lei l’emozione e la gioia che correre questa immensa gara può regalare.

La Maratona delle Principesse

Ieri, 4 novembre, era il giorno della Maratona di Torino. Nei giorni precedenti ho consegnato pettorali e maglie alle iscritte. 

Davanti a me Piazza San Carlo con i suoi 1700 e oltre maratoneti e 123 Principesse. Ho visto amici passare, emozionati e impensieriti e impauriti da questi 42 chilometri e 195 metri. Ho visto nei loro occhi i sentimenti più vari, mescolati in un turbine veloce.

Ho guardato Monja, ho visto la sua energia, la stessa che ha messo in questi mesi. Monja che io ho conosciuto per caso, perchè desiderava essere una delle Principesse della Milano Marathon (a Milano va ancora di moda il british) ma c’era qualcosa di diverso per lei. 

Monja è stata una tennista, conosce lo sport, sa cos’è la competizione e ha visto da molto vicino l’abnegazione dell’attività sportiva agonistica. Oggi Monja è istruttrice di tennis e coach, gestisce progetti nei quali introduce lo sport nella quotidianità di bambini e adulti e si occupa di coaching al femminile.

Oggi Monja è la Principessa della Maratona di Torino.

E con lei altre 123 donne, che di sport sapevano poco o nulla, che 5 mesi fa hanno deciso di aderire al progetto per cuore più che per fisico. Donne che spesso nemmeno pensavano di farcela e che invece hanno corso la loro frazione al fianco di Monja, alle volte completando anche più dei chilometri previsti, sforzandosi di stare al suo passo, non abbandonandola mai.

Vorrei raccontarvi le storie di tutte, ma è difficile riuscirci. Vorrei farvi assaporare lo stupore nei loro volti nel rendersi conto che correre è possibile, per tutti. Oggi 5 chilometri al fianco di Monja e domani 42 da Principesse. 

Vi racconto, però del volto sorridente di Mariella, che la prima volta che è venuta voleva solo camminare e ieri ha corso. Poi vi racconto del sorriso di Francesca (che di cognome si chiama Gioia), che ha iniziato a correre seriamente da qualche mese e ha anche corso la sua prima 10km giovedì scorso.
Passando per l’incredibile energia di Giorgia e del suo gruppo di colleghe del centro Siom, che oggi mi ha scritto perchè ha deciso che vuole prepararsi per la 10km di Natale. 
E ancora Flavia, che fa parte del movimento 9.92 Running e che è un concentrato di felicità quando corre.
O Barbara, 5 figli e un carattere da guerriera. Poi Franca, che non voleva partecipare, ma che oggi spera nella prossima per dare quel qualcosa in più.
Il buonumore di Michela che martedì mentre ci allenavamo è caduta fratturandosi un braccio me che per nulla al mondo si sarebbe persa quei 5 km a fianco di Monja e ha corso con il tutore.
Poi Nadia che è venuta da Milano lasciando a casa una vita negli ultimi anni veramente difficile. Anna, giunta con la sua valigia da Montecatini per correre la prima volta.
Marika, la mia amica Marika, che ama la corsa come un’amante e che ieri ha lasciato a casa fidanzato e mal di schiena per esserci.
Ed Eleonora, Daniela, Cinzia, Marinette la française, la mia amica del liceo Francesca, Elisa, Federica, Nadia, Paola, Stefania, Lucia.

E poi le mie “principesse del gruppo del mattino” Ester, Elena, Alessandra, Federica e Simona, che la mattina sfidano la nebbia del Parco del Valentino per esserci.

Donne. Solo e semplicemente Donne.

Donne in tutte le loro espressioni. Donne che sorridono. Donne che credono nella vita e nel futuro. Donne che, alle volte, credono di nuovo nella vita e nel futuro.

Donne che non stanno sul divano a lasciare che la vita passi loro addosso, ma che si alzano, allacciano le loro scarpe e provano a prendere in mano la situazione. Donne che riescono a prendere in mano la situazione, in tutta la loro umana fragilità. In tutta la nostra umana fragilità.

Donne come noi. Donne che corrono a testa alta, con il sorriso e vanno dritte verso il loro obiettivo.

Chi vuol prendere la corona di Monja il prossimo anno?

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La Maratona è di tutti noi.

Un grazie super gigante all’organizzazione della Maratona di Torino, Team Marathon, che ci ha permesso tutto questo.

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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