In questi ultimi giorni mi trovo a riflettere su molte scelte che ho fatto, su molti pensieri che faccio e su quanti sogno ancora potrò realizzare.

Sono in vacanza e ho fatto una scelta tranquilla, alla ricerca di quelle “Piccole Cose in cui Sta Dio”, alla ricerca di ciò che veramente mi fa stare bene, concentrandomi sul Sogno degli scorsi due mesi e del futuro settembre: la Maratona di Berlino.

Sono ritornata a casa, quella che per anni è stata casa e lo è tuttora negli anfratti del cuore e nelle radici, calandomi in questa città di estrema provincia, incastonata tra monti e valli che è Aosta.

Qui non c’è una mammina che mi prepara le lasagne, nè la parmigiana, non ci sono comodità extra, ma c’è la giusta atmosfera per dedicarmi a me.

Ho letto libri, riviste, studiato futuri possibili percorsi per quelle che saranno vacanze nuovamente all’avventura. Ho riflettuto su come alcune ferite per rimarginarsi abbiano bisogno di decisioni drastiche, ho chiuso alcuni ponti per fermare l’invasione dei cattivi pensieri e sto cercando di riaprirne altri per far scorrere la positività nel Castello della mia Mente.

La corsa mi sta accompagnando come il pentagramma su uno spartito, mettendo la chiave di violino alle mie giornate, conducendomi verso ritmi più sincopati talvolta e talvolta cullandomi su melodie riposanti.

La domanda che mi sto ponendo, all’alba dei trentasei anni – cifra che scrivo in lettere perchè il numero è troppo chiassoso – è profonda.

Come si possono mantenere vivi i Sogni anche quando si è cresciuti?

Sogni è scritto volutamente con la S maiuscola, perchè sono quei Sogni che ci portiamo dietro dall’adolescenza, che mutano ed evolvono, che rendono importante passato, presente e futuro, legandoli in un ritmo perfetto.

Due sono stati gli eventi che mi rendono necessario scrivere.

L’ottavo, splendido, posto di Catherine Bertone alla Maratona degli Europei di Berlino, conquistato con un tempo di 2h30minuti e 6 secondi all’età di 46 anni.

E poi l’articolo sui sogni adolescenziali di Lucia del Pasqua (leggilo qui). Quanto pensavamo in grande da ragazzini? Se lei voleva sposare Nick Carter, io mi immaginavo una grande designer, o una grande scrittrice.

Ma i sogni da adolescenti non si sviluppano sempre, altrimenti che sogni sarebbero?

Alla luce del fatto che i sogni, per loro natura non sempre si avverano, come mantenere viva la curiosità di tentarne di nuovi ogni giorno?

Ad esempio, Catherine, come riesce a tenere vivo il sogno di correre maratone da pro a quell’età? Cioè, è fortissima, magnifica, adorabile, ma contro avversario giovani e che di mestiere fanno le maratonete, la lotta è impari. Eppure il suo sogno continua. Per fortuna.

Cioè, siamo chiari, continuare a perseverare, a porsi ogni giorno l’obiettivo, chiaro, di andare verso i nostri sogni, quando le probabilità di raggiungerlo sono infinitesime, è cosa da professionisti del masochismo.

Eppure la storia è piena zeppa di personaggi che ce l’hanno fatta e non hanno mai smesso di sognare in grande.

E allora mi riprogrammo, mi rimetto in gioco, ricostruisco i sogni di quand’ero ragazza. Leggo le Smemoranda della quarta ginnasio sorridendo ad una Carlotta che si è ritirata nella sua cameretta detta “passato” e riallestisco i sogni del futuro.

Mi vesto velocemente, scelgo qualcosa di femminile dal mio armadio di abbigliamento da running. Una gonna pantalone e un top candido. Mi pettino, bagno i polsi nel profumo al muschio che mi ricorda i primi amori e i primi voli pindarici e vado a correre.

Ed è muovendo falcate sul pentagramma della vita, che ricomincio ad inseguire un nuovo obiettivo.

Perchè per le persone come me non passa mai l’età dei Sogni.

Buon Ferragosto a tutti voi e ai vostri Sogni.