Antologia di Po River
Non me ne voglia il caro E.L. Masters, ma anche Torino ha la sua Spoon River, il “river” si chiama Po e sulla collina non lapidi, ma personaggi nella corsa affaccendati.
L’antologia del podista torinese si svela ad ogni passo tutte le mattine e rivela i soliti volti che si vedono da molti anni.
Parrucchino, il runner sulla settantina che ci tiene al suo aspetto e corre con un parrucchino di bei capelli fulvi tinti, lasciando la sua scia di profumo di pulito (la moglie gli lava le cose per correre con il marsiglia, sicuro).
La Bella, che bella lo è per dire, perchè assomiglia più ad un uomo che ad una donna, ma è sempre vestita di tutto punto, sorridente ed incredibilmente truccata e soprattutto va forte, ma veramente forte.
La Secca, che non ho ancora capito se è una maratoneta di fama internazionale, ma a mio avviso è una donna con problemi di alimentazione e fiducia ins e stessa: in tanti anni, mai un sorriso.
Il Nonno, secco secco, corre tutti i giorni, piano piano, e saluta sempre, tutti i giorni, andata e ritorno, tutti quelli che passano. Si ferma sempre a fare la pipì al capanno delle bici pensando che nessuno lo veda.
L’Atleta, bello e prestante, corre forte forte e concentrato, non mi saluta quasi mai, timido, saluta massimo con gli occhi e prosegue a falcate lunghe.
L’Alternativa, corre sempre tutti i giorni, con una giacca di felpa verde a disegni, e saluta. Me mai, mio marito sempre.
E per ultima, la New Entry, bella ragazza, pare del sud, olivastra e dagli occhi gentili, arrivata qualche mese fa. All’inizio bella amica, salutavi, aperta e sorridente, ma il torinese, falso e cortese, ti ha fatto desistere vero? Fallo ancora, salutami e sorridimi, sei uno dei bei visi della mia giornata.