Il senso dell’avventura: vedere il mondo da altre prospettive
L’avventura.
Io sono un avventuriera? Mi “avventuro”? MI spingo oltre il limite?
Ma cos’è l’avventura?
Sento dentro alle fibre muscolari la voglia di “evadere”, di guardare il mondo da una prospettiva diversa. Questa è AVVENTURA?
“Andare alla Ventura”, così si diceva. Andare al caso, affidare al vento la via? L’etimologia lo vuole derivante dal latino ADVENIRE; “accadere”.
L’avventura è quello che accadrà, andare a scoprire quello che accadrà.
In questi anni l’avventura si è persa. Sappiamo quasi esattamente quello che succederà domani, conosciamo il nostro futuro perchè lo programmiamo, anzi, se non accade quanto programmato ci disperiamo.
Ritroviamo l’avventura in pochi spazi, solitamente ludici, che ci riportano mentalmente la creatività del non essere certi. Trail running, viaggi alla volta di paesi non conosciuti dai più, esplorazione di luoghi esotici, viaggi ai quali non diamo una meta fissa, nè un tempo.
Sfoghiamo il nostro bisogno di non sapere in uno spazio di tempo ristretto, in cui ci regaliamo il massimo dell’imprevisto.
Viviamo la Maratona come un viaggio verso l’ignoto in cui poco è importante il tempo del timer, ma molto lo è il tempo per riflettere, ci iscriviamo dal nulla a fatiche improbabili da 330 km sulle alpi (decidete voi se sto parlando del neonato 4K e dell’imperituro Tor Des Geants – per me è indifferente) solo perchè per qualche giorno non daremo per certo il nostro arrivo all’obiettivo, seguiamo, amiamo e stimiamo i viaggiatori dell’esplorazione.
Necessitiamo di avventura, perchè conosciamo troppo bene il nostro “advenire”.
E allora iniziamo a pensare, progettare, fantasticare. Il Portogallo in bici, il deserto a piedi, il Giro del Mediterraneo, la traversata della alpi, fino alla più elementare camminata di tre giorni tra i rifugi alpini. Carichiamo gli zaini e i govoni delle bici e dei 4×4 noleggiati, ci appassioniamo a mappe, GPS e altimetrie.
La mente viaggia perchè ha bisogno della non certezza. Mai dell’incertezza, ma sempre di poter non dare tutto per scontato.
Ho appena revisionato la bici e sto meditando su cosa mi terrà lontana dalla banalità in questo 2017.
L’obiettivo è sempre lo stesso: cercare di guardare il mondo da una prospettiva diversa, lo stesso orizzonte, ma da un altro angolo. Stupirci di quanto è bella la vita e poi tornare alle nostre abitudini?
E se non tornassi mai più?