Bari per sempre. San Nicola Half Marathon e il vento dentro.

Bari mi lega e mi strega.

Non so dire perchè amo così tanto il Barese. La Puglia mi piace tutta, ma il Barese mi incanta e mi seduce.
Mi assomiglia.

Sarà per le vocali pronunciate strette, sarò perchè la gente qui è bella e spigolosa, ruvida come i palazzi e le case di tufo.

Bianco e candido, orgoglioso ed ortogonale.

Mi ci riconosco in questo tufo bianco tagliato a blocchi, solido e pesante, puro e irremovibile, ostinato e orgoglioso. Mi riconosco nel vento che soffia su Bari e che mi soffia dentro rivolgendo e stravolgendo, prendendo e portando. Mi riconosco nel profumo dei pomodori secchi, mi riconosco nella pasta duttile – ma non troppo – delle orecchiette fatte a mano.

Mi riconosco in questo orgoglio secco e sorridente, silente e sereno.
Un orgoglio buono, che alle volte appare tanto irremovibile da convincere.

Resterei qui, a lasciare che il maestrale sfogli le pagine del mio libro mentre io respiro aria di mare accecata dal sole riflesso sulla calce.

Lasciatemi qui ad affondare i sogni dentro la schiuma del mare scosso.

Lasciatemi qui a farmi cullare dal profumo della terra e delle onde, lasciatemi qui in una qualsiasi delle corti di Monopoli vecchia, tra una madonna e una scalinata stretta aromatizzata al ragù di polpette.

Questi i pensieri alla partenza della San Nicola Half Marathon.

Sono venuta a Bari, deliberatamente sola, per non perdermi nemmeno un secondo di questi 21km. Ed ora partiamo.

Nella festa della partenza vedo volti noti, scambio abbracci di amici veri, ricambio sorrisi.
Il prete chiede il silenzio e benedice la gara, in un momento di solenne meridionalità.
Prego anche io il mio Dio, quello che rifugge la preghiera impostata e le icone e inonda la vita di gratitudine e dettagli stupefacenti. Prego di regalarmi la serenità. Lo ringrazio per poterci essere, per il sole e per la vita.

Il mio Dio mi abbraccia e il prete termina la benedizione.

Eccolo lo start. Sento la felicità dentro. La sento crescere e passare come elettricità tra piedi e cuore.
Corro facile, sono leggera.
Mi salutano in tanti, alcuni li conosco, altri sono “amici” dei social. Francamente sono tutti stupendi.
Mi sento a casa.
Rifletto che mi sento forse più a casa qui, da sola, dall’altra parte dell’Italia, che a Torino. Non mi sento sola.

Penso a correre, so che presto usciremo sul lungomare e inizierà a tirare il vento.
Il lungomare di Bari mi dà una sensazione di libertà.


Vedo tornare indietro Valeria Straneo che corre la 10km. Corre benissimo, ad ampie falcate. Mi piace sapere che Valeria è una costante delle gare di Follow Your Passion. Istintivamente le voglio bene, forse perchè la sua R da alessandrina mi ricorda le R mosce del paese dei nonni. Forse perchè resta IL mito della maratona. Almeno il mio.

Passiamo Pane e Pomodoro, il primo lido di Bari.
Io andrei al mare a Pane e Pomodoro solo per il nome. Mi fa venire in mente i pranzi in spiaggia, fatti di friselle e pomodorini. Giochi di bambini e onde per surfisti.

Inizia a straventare e io inizio a perdere la leggerezza.

Il vento su di me ha sempre effetti imprevedibili. Alle volte mi alleggerisce, spesso mi scuote.
Guardo la testa della gara che ha già girato per ritornare. Conto le donne. Ne ho due davanti, ma mi sento sempre più fiacca.

Giro la boa e il vento mi esplode sul viso.
Chiudo gli occhi.
Lascio che le emozioni escano fuori.
Una ragazza mi supera. Vedo che è più scura di me, abituata. Io che pensavo di essere come il tufo delle case mi rendo conto che lei è di un tufo più solido.

Non importa, guardo il mare e continuo, perchè, in fondo, è una fatica bellissima.

Rientriamo in bari che mancano due chilometri. I palazzi del centro, alti e nobili, fermano il vento. Volo di nuovo verso il traguardo.
Ho perso 5 secondi al chilometro solo in questi ultimi sei, ma non importa.
All’arrivo mi salutano. Mi chiedono di parlare al microfono, sono la quarta donna.
La mia dedica è una dichiarazione d’amore. Rimarrei qui, per sempre. Qui, a casa, per prendere le sembianze delle scogliere bianche e delle case di tufo e calce.
Per diventare forte come un ulivo e candida come una masseria.

1 ora 33 minuti e 8 secondi.

Scambio parole e sorrisi. Mi fanno tutti la festa, il mio amico Gionata mi prende in braccio e sento che sono troppo pesante per lui, che continua a prendere in braccio tutti e quindi anche me.

Vado a ritirare la mia coppa, una delle poche della mia vita. E, vestita ancora in tuta, mi addentro solitaria tra le vie di Bari vecchia, lasciandomi invadere dai profumi di cucina.

Bari, ti amo.

Visita Polignano con me:

RunningCharlotte
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Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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Comments
  • D.A.
    Rispondi

    Ehi complimenti ottimo tempo!

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