Il bello della gara: riflessioni tra “nemiche”
Io non sono mai stata competitiva.
Lo sono stata così poco che quando giocavo a tennis tifavo per la mia avversaria perchè mi spiaceva vederla arrabbiata.
Così poco competitiva che preferisco l’allenamento alla gara, anzi, alle volte farei solo l’allenamento e non la gara.
Così poco competitiva che l’unica volta che ho vinto era una gara non competitiva.
Ma va bene così, perchè, poi, nella vita si può sempre cambiare.
Cambiare…
Non è che sono cambiata?
Cioè, non mi attacco un pettorale addosso da più di un mese e mi trovo qui a pensare che non vedo l’ora che arrivi domenica…
Mi dico che è la compagnia… Mi dico che mi aspettano le amiche e gli amici, un pranzo insieme, una gara insieme…
Insieme?
Oddio, insieme… sì certo, insieme significa io davanti e loro dietro… e se fosse che loro sono avanti e io dietro?
Ah.
Beh.
No, dai Io davanti…
Davanti mi trovo ora, davanti al computer che rifletto sulla mia presunta non competitività.
Ripenso a quella bambina che gridava all’avversaria dall’altra parte del campo, dopo aver lisciato la palla da tennis “Brava, era dentro!”
Non è che sono cambiata?
Penso alla partenza e mi rendo conto che quando parto penso solo alla strategia per superare le amiche. “e se mi prendono?”
Il momento migliore è l’ultimo chilometro: ce la metti tutta, manco ti inseguisse un leone. Voli. Il leone sei tu, una leonessa inferocita direi.
Tagli il traguardo e se in quegli ultimi metri hai superato qualcuna… beh, la soddisfazione è un briciolo più grande. Se ne hai superate due o tre, è molto più grande.
Arrivi al traguardo ti giri e ti godi il tuo piazzamento, se è un buon piazzamento.
Se invece non sei tu quello che ha superato qualcuno, beh, te la prendi un po’, per circa 30 secondi, fino a quando non ti stacchi il pettorale.
Poi si va tutti a pranzo.
Sì, forse sono competitiva 😉