Brooks Adrenaline GTS 20, i vent’anni di un mito
L’Adrenaline GTS, scarpa stabile per eccellenza di Brooks, arriva ai suoi 20 anni.
Breve storia della Brooks Adrenaline GTS
La Adrenaline GTS arriva sul mercato con la sua prima edizione nel 1999. Nel 1999 il mondo del running era molto diverso. Io non correvo ancora, le scarpe da ginnastica erano principalmente bianche, se non eri uno forte la domenica alle gare non ci andavi e la iper-pronazione era ancora un difetto che ti faceva sentire malato.
All’epoca, infatti, il pensiero più diffuso era che il pronatore, per non farsi male, necessitasse di un supporto mediale nella scarpa che limitasse o azzerasse il movimento della caviglia.
Non sto dicendo che la cosa è di per sè sbagliata, ma che oggi non tutti la pensano più così. Oggi nella maggior parte dei casi si cerca di riallineare la rullata dei pronatori lievi e, dove la pronazione è veramente problematica si tende ad intervenire con un presidio ortopedico (un plantare o simili).
Ma torniamo al 199: nella sfera pronatori arriva la GTS. Tra le tante scarpe anti-pronazione, rigide e pesanti, arriva una scarpa leggera e flessibile, con un supporto anti-pronazione innovativo. Da subito il successo tra i podisti dalle caviglie pronanti è tale che la GTS balza al vertice delle classifiche delle scarpe stabili.
Oggi, però, le cose sono cambiate…
Brooks Adrenaline GTS 20
Già dall’edizione 19 La Adrenaline presenta un sistema di supporto totalmente innovativo e unico nel suo genere, il Sistema GuideRails.
Inserito tra l’intersuola e la soletta, su entrambi i lati della caviglia, questo sistema si compone di due guide, come due rotaie che avvolgono il tallone e promettono di riallineare rullata ed evitare al ginocchio gli eccessivi movimenti dovuti alla iper-pronazione.
Il grandissimo vantaggio di questo sistema è che, cosa che un normale sistema mediale non fa, si adatta perfettamente al tipo di appoggio che un runner ha, anche se la sua pronazione non è così accentuata o, peggio ancora, supina.
La verità vera, infatti, è che noi podisti non proniamo sempre allo stesso modo. Spesso i due piedi hanno una pronazione differente – non raro il caso di una pronazione accentuata su solo uno dei piedi – o ancora la nostra pronazione si modifica nel corso della vita e anche della stessa corsa. E’ frequente anche il caso in cui un runner in perfetto stato di forma non proni, mentre dopo 30km o in un allenamento fiacco sì.
Ad esempio io stessa non utilizzo scarpe stabili, ma quando sono stanca prono visibilmente, soprattutto sul destro.
Proprio per questo motivo la Brooks Adrenaline GTS 20 è una scarpa che posso facilmente testare pur usando scarpe neutre abitualmente.
Passiamo quindi alla recensione!
Guardiamole
La Brooks Adrenaline GTS 20 è molto leggera e il profilo affusolato.
La cosa che noto subito è che, rispetto al modello precedente, sembra più smilza, asciutta, meno “scarpa ortopedica”. La GTS 19 infatti, pur essendo una scarpa molto valida, aveva come difetto a mio avviso un’estetica tozza e pesante.
Il GuideRails è integrato all’interno della intersuola e non si vede, mentre la tomaia in mesh ingegnerizzata è veramente affusolata e bella.
L’intersuola è in DNA LOFT a livello del tallone, schiuma particolarmente morbida e leggera, mentre sotto all’avampiede la mescola è più densa e reattiva, il BioMoGo DNA.
I lacci, come nella Ghost 12, sono elastici e spessi. Io prediligo i lacci non elastici, ma riconosco che il laccio elasticizzato è oggettivamente più comodo.
La conchiglia tallonare è aderente e ben imbottita per conferire comfort alla calzata e la linguetta spessa e soffice.
Indossiamole
Come succede a molti miei clienti in negozio, indossare una Brooks ha un segno distintivo: il verso che si emette. Può essere un “ahhhh” o un “ohhh”, ma il significato è lo stesso: OH MY GOD! In questi anni Brooks ha lavorato benissimo sul comfort della scarpa e tutto avviene nel momento in cui le si indossa. Alcuni lo chiamano “effetto wow”, per me è l’Effetto Brooks.
Una buona combinazione tra pianta larga, imbottiture morbide, soletta soffice e tomaia aderente il giusto, rendono la calzata eccezionale. Rispetto alla GTS 19 direi ancora migliore.
Il tallone è molto morbido, si sente il DNA LOFT, mentre l’avampiede lo sento secco.
Non so se è più sottile rispetto al modello precedente, ma è piuttosto duro. Questo dettaglio non dovrebbe essere male in corsa, perchè solitamente un avampiede più rigido è anche più reattivo.
Come presupponevo l’allacciatura elastica non è niente male.
Corriamoci
Già dai primi chilometri sento che la scarpa sostiene bene il movimento del ginocchio e che l’appoggio è centrato, “guidato”.
Certamente rispetto ad una scarpa con sistema mediale anti-pronazione la sensazione è molto più leggera, ma non avrei dubbi nel definirla una scarpa stabile.
Il peso è contenuto e la calzata comoda ed elastica.
L’ho testata in corse lente, quelle corse che solitamente nel mio caso richiedono maggior sostegno, per circa 50 chilometri totali. Il feeling è buono, malgrado la velocità ridotta di corsa. Nelle corse molto lente in cui accompagno altri a correre (a velocità più lenta della mia e quindi con una corsa forzatamente un po’ saltata) le ho sentite bene, soprattutto sul tallone, sostenuto come nella Adrenaline GTS 19, ma più leggero, con un appoggio più fluido. In questo caso avrei preferito avere più ammortizzazione anche sull’avampiede, che invece continua a sembrarmi un po’ secco.
Nelle corse a mia velocità di base, in cui corro lentamente, ma con postura più in avanti, con appoggio più centrale, la scarpa è reattiva e secca. Stessa sensazione che sento nella Ghost.
Da queste due diverse situazioni, che prevedono anche due appoggi diversi, si può capire come questa scarpa si adatti facilmente a diverse rullate, diversi appoggi e diversi allineamenti.
Io ho ricominciato a correre dopo un lungo periodo di infortuni vari con queste scarpe e con l’uso dei plantari.
Devo ammettere che all’inizio ero in po’ timorosa che la combinazione funzionasse, ma la corsa ha placato ogni dubbio. Si tratta di scarpe valide per chi come me ha dei problemi strutturali.
Grazie Carlotta per avermele consigliate!