Che differenza c'è tra chi corre davvero e chi corre per finta?
Ecco un articolo probabilmente impopolare, ma oggi ho voglia proprio di parlarne. (il bello di avere un blog :-))
Io mi considero una che corre per davvero, nel senso che faccio dei sacrifici per riuscire a trovare il tempo, nel senso che ci metto energia e soprattutto costanza, nel senso che ci credo e che il mio unico obiettivo è correre. Appunto.
Credo che la differenza non stia in quanto corri e nella velocità alla quale vai: non devi aver corsa una maratona per essere un runner! Conosco runners che non hanno mai fatto una gara, eppure sono tra le persone più seriamente coinvolte con la corsa. O altre che hanno appena cominciato e credono fermamente nei loro primi 5 km.
Quelli che mi infastidiscono un po’ sono i fenomeni. Quelli che si iniziano a correre per “fare la maratona” e finita la maratona perdono motivazione. Sempre che non la perdano prima. Quelli che in realtà non amano la corsa, non amano la disciplina, che vanno ad allenarsi per poterlo raccontare agli amici.
Non gliene frega niente della corsa, della mia amata corsa: amano solo vantarsi di essere o essere stati dei maratoneti.
Che nella cerchia di amici e conoscenti, gonfiano il petto e quando gli racconti qualsiasi cosa tu abbia fatto, anche non di sportivo, devono assolutamente dirti che loro hanno fatto la Maratona.
Scenetta:
Charlotte: sai che l’altra sera ho trovato 10 € per terra? (invento)
Fenomeno: me te l’ho mai detto che io ho corso un ironman?
Charlotte: e durante l’Ironman hai trovato anche tu 10€?
Oppure:
Charlotte: ciao, come stai?
Fenomeno2: no, ma sai che stamattina ho corso ai 4 minuti a km e ho fatto un tempo super? ( e se ne va zoppicando perchè erano mesi che non faceva un passo di corsa)
Oppure:
Charlotte: ciao come stai?
Fenomeno 3: mi sono appena comprata le ultime scarpe da running di XXX le ho personalizzate, le ho pagate 200 €, ma sono fighissime. Poi hanno l’ultima tecnologia per la massima leggerezza, pesano 50 grammi (…)
Charlotte: e le hai provate?
Fenomeno 3: mmm, nì, insomma, ci sono uscita la sera…
Ecco, le tre persone di fantasia qui sopra, non sono dei runners. Corrono per finta.
Corrono per dire di aver fatto un’impresa, forse perchè hanno bisogno di sentirsi al centro dell’attenzione. Corrono per dire che sono più forti degli altri, forse perchè in realtà non lo sono e allora cercano ogni disperato tentativo per stupire la gente. Oppure corrono per moda e pensano che correre sia una questione di attitudine, ma non sanno cosa sia il sudore. Forse perchè per loro dire di fare una cosa equivale a farla.
Forse devo cominciare anche io a dire di essere alta 1 metro e 75 cm. Chissà che non equivalga ad esserlo.
Dopo questo sfogo voglio dire a tutti coloro che come me, nel momento in cui infilano le scarpe da running stanno meglio, che anche se fanno solo 1 km, per me loro sono i veri runners. Anche se non fanno Ironman, anche se non vanno veloci, anche se usano scarpe un po’ vecchie.
La differenza che c’è tra chi corre davvero e chi corre per finta è una sola: il cuore. Se ami la corsa, la corsa ti amerà.
ho letto con attenzione il tuo articolo correre per davvero e correre per finta.
mi chiamo nicola ho 47 anni e sono della provincia vicentina. E’ un paio di anni che corro e non ho ancora fatto la mia prima maratona ma mi sto allenando per quest’ anno.
di media cerco di tenermi attorno ai 40 km settimanali con la domenica che giro la provincia partecipando a marce non competitive cercando di scegliere sempre il percorso dei 18/20 km, così conosco posti nuovi e faccio del sano movimento.
Io non so se definirmi una che corre per davvero o per finta, ma so che per quanto riguarda quest’anno è diventata una questione personale!
qualche mese fa ho avuto un brutto attacco di depressione: Dormivo pochissimo la notte mangiavo poco ed erano frequenti le crisi di panico e pianti al lavoro. Aggiungo che mia madre negli ultimi anni di vita era costantemente depressa tanto da non uscire più di casa.
A quel tempo uscivo regolarmente con la mia mtb, ma le uscite erano prive di nervo e d’intensità, ripetendo sempre percorsi che già conoscevo e diminuendo i km di percorrenza.
Verso metà settembre 2017 ho messo su le mie scarpe da running ed ho iniziato i miei primi giri, tra le strade del mio paese, poi dopo qualche domenica ho iniziato con la prima marcia di 10 km e da quel momento non mi sono più fermato. ora esco regolarmente due volte alla settimana, frequento una scuola di running perché vorrei fare la mia prima maratona; ed ogni domenica scelgo un percorso di 20 km di una marcia.
Sento che la corsa mi sta dando forza, ho ripreso a dormire mangio bene (peso 91 kg un può sovrappeso) e mi stimola a volte anche troppo: nei tracciati più impegnativi (collinari) per paura di cedere e quindi pensare di crollare mi porta ad affaticarmi moltissimo ma non voglio mollare.
Penso che l’unico modo per combattere una malattia che che il tuo cervello crea; e che ti costringe a lottare contro te stesso e contro la tua mente che ti vorrebbe distrutto, è essere più forte di lei essere più forte e quindi più pronto quando questa cercherà di farsi avanti tra i tuoi pensieri per impossessartene.
forse la sto troppo prendendo di petto ma la paura è tanta, e ormai penso che ci sono dentro e dovro lottare per molto tempo.
Io non so se corro per davvero o per finta, ma corro per paura!
CIAO RUNNING CHARLOTTE ciao dalla provincia vicentina.
Nicola
ciao Nicola. Avevo scritto una bella risposta, articolata. Il computer si è bloccato e ciao risposta…
Guarda, so cosa vuol dire. Io ho corso perchè ero ferita nell’animo. Anche oggi lo sono. Anche oggi corro con la ferita aperta e sanguina. Stamattina non volevo nemmeno alzarmi. Ma l’ho fatto.
Ho imparato a correre non per paura, ma per determinazione. Per andare a prendermi il risultato che mi merito. Per dire basta a chi mi ha trattata male, a chi mi vorrebbe vedere triste a letto invece che felice al parco. Corro davvero? Sì, corro davvero, perchè in ogni mio passo brucia la passione per questo sport.
Tu corri per finta? Non saprei, so che ti sei messo in gioco in un momento difficile. E tanto basta.
Coraggio Nicola. Via la paura!
Grazie!