Castelli di corsa e rabbia. Non sempre la felicità è causa nostra.
Apro facebook stamattina e leggo un commento di un amico virtuale sulle tante massime (inutili) che si trovano in rete: “Non si è felici perchè non lo si vuole essere”.
Va di moda l’autarchia della felicità: se ti fanno male tu scansati, ti fanno male solo se glielo permetti, essere felici è una scelta…
Cazzate.
E’ una settimana che corro poco post maratona e non so più dove mettere la rabbia, l’ansia, il dolore. E insieme tutti gli altri sentimenti negativi che caratterizzano una vita normale.
Diceva un amico che ho la tendenza (certezza) di arrabbiarmi un minuto e il minuto dopo a minimizzare la rabbia. Ha ragione, mi sento in colpa quasi ad essere arrabbiata.
Purtroppo, meno corro e più la rabbia diventa un peso.
Arrivano poi ogni tanto quelli, che poi sono quelli che ti fanno già male se stanno zitti, a dirti cose ancora più inutili tipo “pensa a Lei, che è malata! Cosa hai da essere arrabbiata tu?”.
Come se la tragedia di un altro assorbisse un po’ del mio dolore. Mi sembra quando le suore alle elementari insistevano perchè mangiassi i bastoncini di pesce “perchè in Africa i bambini muoiono di fame”, come se dovesse salirmi un senso di colpa pazzesco essendo io la causa della loro fame.
Questo è un articolo dotato di sano egoismo, quell’egoismo che si chiama “vendere cara la pelle”. Per cui consiglio vivamente agli zen-pensanti di astenersi.
Sono arrabbiata e la corsa è la mia terapia. Scrivere a proposito di corsa è il mio psicologo, correre il mio analgesico.
Sono arrabbiata e tanto, perchè gli altri mi hanno fatto male, mi sono passati sopra senza curarsi di me, mi hanno trascurata, non mi hanno dedicato il tempo, mi hanno messa in un angolo.
Come può un essere umano fare questo ad un altro? Può. E no, non sono io che lo lascio fare, è l’altro che lo fa.
E correre è LA MIA soluzione.
Quando corro esco dall’angolo, quando corro mi sento fortunata per davvero, quando corro il cuore batte, quando corro nessuno può lasciarmi da sola, quando corro la rabbia diventa più dolce.
Quando corro quasi ci riesco, vado ad acchiappare la felicità.
Quando corro, quello che mi fa male senza pensarci, lo lascio indietro.
Per fortuna c’è sempre un futuro da scrivere ed è un futuro che porta , anche, la nostra firma.