Corsa e Ungaretti
Esco di casa con la consapevolezza di aver dormito poco, troppo poco. 6 ore scarse, che per molti vanno bene, ma per me no. Io ho bisogno di riposare, di recuperare, anche quando faccio finta di nulla.
Ogni giorno mi alzo e mi dico che ho 32 anni, non 60 e che dormirò quando non avrò nulla da fare, che se non vivo ora, quando?
Ma oggi sono stanca, mi sento un cartoccio, come diceva Ungaretti? “Lasciatemi qui come una cosa posata in un angolo e dimenticata”.
Ecco sì, esatto. Proprio così caro Giuseppe, hai centrato l’obiettivo. POSATA-pausa-INUNANGOLO-pausa-E-lunga pausa-DIMENTICATA-sospiro.
Solo che solitamente cerco di essere positiva, mentre tu sei un poeta e ti nutri di pensieri difficili.
Insomma, taglio: non stavo in piedi stamattina e di correre avevo voglia come di andare a lavorare. Zero.
Ma ci vado, le gambe lo chiedono, i muscoli perdono elasticità, la testa ha troppi pensieri infausti ungarettiani.
Esco.
Anche il GPS ci mette un po’ a trovare il segnale. Lento, come me, come i miei occhi che sembrano fare fatica a vedere negli angoli dell’inquadratura.
Muovo i primi passi. Sento le ginocchia che cedono sotto al mio peso, il collo si tende e le caviglie resistono come se fossero di cristallo.
Male, molto male, una stanchezza interna, un motore che ha finito il gasolio, borbottante, ingolfato, sputacchiante.
Resisto e sto per desistere.
Arrivo al parco e il sole mi fa un sorriso. Guardo il GPS. Media al km 6minuti. Non vedevo i 6 minuti da un po’, forse in salita.
Voglio rientrare, scappare, non ce la faccio. E continuo. Alla fine possono dirmi che sono lenta, ma che ne sanno? E se poi lo fossi? Sempre? Pazienza.
Continuo e passo il fiume.
Piano piano sento un formicolare sotto alle piante dei piedi, un’energia vitale, un battito, la vita.
Sale e toglie il torpore, il motore romba (piano).
Vado, ritrovo l’elasticità e i pensieri ungarettiani spariscono.
No, non lasciarmi lì in un angolo come una cosa abbandonata. Non farlo.
Sudo e sorrido. Faccio qualche ripetuta e apprezzo al fatica.
Ho voglia di iniziare questa giornata che piano piano mi porterà alla meta.
Sorrido. E vivo.
Ancora una volta grazie a te, mia compagna mattutina, grazie a te che fai muovere le mie gambe e cacci i cattivi pensieri.
Grazie corsa.