Il runner egocentrico: mostrare la carrozzeria

Uno spaccato di realtà: il runner egocentrico. Tanto fumo e niente arrosto? E se mostrare di correre fosse diventato il sostitutivo di avere un’auto lussuosa?

Sapete cosa si dice di chi possiede auto enormi che vanno molto forte?

No? Sì, dai lo sapete, lo sanno tutti. E’ come la “legge del nano”, sono quelle dicerie, quei detti popolari che tutti conoscono.

Fate ancora finta di non sapere? Vabbè, ve lo spiego elegantemente: negli anni ’90 (e forse anche ’80, ma io non me lo ricordo perchè guardavo solo Cicciobello far pipì) è cominciata l’insana moda dell’auto grossa. Mentre le donne si sfidavano a suon di solitari sempre più grandi (e questo è rimasto un poco invariato), i rispettivi ometti si sfidavano a “chi ce l’ha più grossa”. L’auto.

la mia ha 240 cavalli” – “la mia fa i 250 in duevirgolacinque secondi” – “la mia se rimani impantanato in due metri di neve va su lo stesso” (al massimo a Torino ne fa 20cm) – eccetera eccetera eccetera

Il prototipo del clichè.

Più l’auto è evidente, più il pipino lo è meno. Insomma, ad auto che va forte, per legge inversamente proporzionale, il detto vuole che corrisponda padrone che “va piano”.

Con la crisi e l’avvento dell’era del bio-eco-salutismo sostenibile, i proprietari di auto esuberanti sono diventati la mira delle malelingue, per cui il must è avere piccoli gioielli della tecnologia, compatte, potenti, poco appariscenti, dimesse, esageratamente a basso impatto ambientale.

E le grandi ammiraglie 4×4 sono passate alle rispettive signore per portare i figli all’asilo… Con le ovvie conseguenze 😉

Ma quindi, ora, come mostrare virilità?

E qui viene il bello, o almeno qui arrivo io e il nocciolo dell’articolo.

Siamo passati da “la mia macchina va forte” a “le mie gambe girano forte”.

Fino a qualche tempo fa correvo la mattina prima delle 7. Era ben buio, e gli avventori del parco a quell’ora non sono altro che appassionati veri, runner di lunghissima data, ottuagenari simpatici e imperterriti, lavoratori incalliti, operai con i turni e qualche cane a passeggio.

Poco altro.

Ora invece me la prendo comoda, corro a orari diversi, corro in diversi luoghi di Torino e non solo (Milano resta il teatro più interessante)…

La fenomenologia del runner nelle ore del giorno si esplica in tutta la sua maestosità.

La gara di virilità a chi va più forte si mostra in tutta la sua grandezza.

In linea di massima sono uomini sui 40 o 50 anni, nel fiore degli anni. Abbigliamento intonato alle scarpe che nemmeno io potrei fare di meglio, capelli leggermente lunghi, sorriso smagliante. Se prima guardavi la carrozzeria dell’auto, ora sei costretta a guardare loro (e ti chiedi se la loro carrozzeria è metallizzata).

In genere non sono veloci, sono “velocini”. Oddio, mi superano in fretta, e ci mancherebbe… Eppure li guardo e mi paiono seduti su un’auto. Mi trovo a pensare: corrono come un SUV.

Insomma, il pavone fa sempre la ruota, solo che ora è un pavone eco-friendly, sport-friendly, salutista, bio-eco-logico. Senza tubo di scappamento. Forse con il 4×4…

Preferisco riderci su e sbuffare come un trattore, in realtà preferisco la Panda: affidabile, piccola, veloce e un po’ old style.

 

Se qualcuno si sente offeso da questo mio articolo, sappia che alla fine, sono pur sempre “una che va piano” ma che mi sfidate accetto, quindi qualcosa da nascondere devo avercelo pure io 😉

E che giro in bicicletta.

 

Peace, Love & Smile!

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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