Donne Come Noi: storie di donne con voglia di traguardo
Di questo libro, “Donne come Noi” appunto, volevo andare a vedere la presentazione in primavera.
Purtroppo non c’ero. Volevo andarci prechè si parlava di donne, certo, ma perchè tra le oratrici c’erano due donne eccezionali.
Di una conoscete il nome, Catherine Bertone, perchè è un fenomeno della maratona (e non solo), dell’altra forse ignorate tutto, ma è una donna incredibile, Chicco Margaroli.
Questo libro, edito da Sperling&Kupfer con Donna Moderna, raccoglie 100 storie di donne comuni che hanno fatto qualcosa di eccezionale. 100 principesse moderne, che hanno preso i loro desideri e li hanno portati oltre al traguardo.
Di Catherine conosciamo la storia e, tra l’altro, nel libro è anche già obsoleta e manca degli ultimi record tra cui un 34’06” sui 10.000 su strada, fresco fresco di traguardo. In ogni caso, visto che se ne parla ultimamente, faccio un riassunto: Catherine fa il medico. E’ oncologa pediatrica, una che di cose brutte ne vede tante. Lavora di giorno e di sera e notte si allena, sulle strade di Aosta, la mia città. In ospedale non le hanno dato l’aspettativa, ma lei continua ad allenarsi. Chiudo subito la parentesi con un’opinione personale: capita che una struttura non possa dare aspettativa ad un dipendente, ma la resilienza è la capacità di superare gli ostacoli, non la capacità di crearsi una strada senza ostacoli.
Catherine è una donna eccezionale, che a 45 anni va alle sue prime Olimpiadi, che sogna forte, corre forte e vince forte.
Di Chicco non sapete molto, forse. A parte il nome dalle sonorità maschili, Chicco è una donna con la D maiuscola. Una valdostana che ha cambiato l’opinione pubblica di una città minuscola in cui già sono strana io che corro, pensate lei che fa l’artista.
Due figli, ora single, caparbia, creativa. La sua arte spazia dalle istallazioni ai Trompe l’Oeil sulle facciate alle stampe di tessuti, alle decorazioni dei suoi zoccoli che profuma di tradizione. La sua è una vocazione creativa che non si pone limiti, una femminilità da Dea e da guerriera. Chicco esporta la sua arte dalle strade di pavé del centro aostano al mondo intero: Stati Uniti, Europa ovviamente, ma anche Oriente e ora Dubai.
In comune con queste donne mi sento di avere tutto quello che serve per sentirmi bene: la grinta. Poi quest’anno che corro la maratona di Berlino, penserò anche al PR di Catherine che proprio lì ha corso in 2h28’34”.
Ieri ho assistito allo spettacolo teatrale Donne come Noi.
Esatto, a teatro. Liberamente tratto dal libro, Donne come Noi è uno spettacolo recitato, cantato e musicato. Una raccolta di frame di storie di donne speciali, condito con l’incredibile voce di Tosca, il violoncello di Giovanna Famulari, il piano, le percussioni leggere.
Sei donne sul palco, in pantaloni neri e camicia, si alternano nella narrazione di questi spicchi di vite normali, rese eccezionali dalla capacità di credere in ciò che si fa.
Avvocati, medici, creative, atlete, esploratrici, scienziate, ricercatrici, magistrati…
Donne che sono andate a prendere il loro destino, con la semplicità dell’essere esattamente ciò che volevano essere.
Le voci di Maria Chiara Augenti e Anna Mallamaci si alternano con quella di Tosca, nell’interpretare queste donne, alle volte arrabbaite, altre volte insolenti, sempre fuori dagli schemi.
La poesia torna realtà tra un frammento di vita eccezionale e l’altro per ricordare quello che forse abbiamo dimenticato: che non è sempre stato così.
Che le donne fino agli anni ’60 non potevano entrare in magistratura, nè iscriversi all’ordine degli avvocati in quanto in un’aula di tribunale avrebbero rischiato di “irretire” giudici, far innamorare assistiti e, si sa, in QUEI giorni non avrebbero certo retto.
Le donne sono “Ine”
La scelta, per noi donne, era tra essere mogli o “donne sole e sfortunate”, che per sopravvivere erano sartine, maestrine, infermierine, ballerine… no, ballerine no, perchè ballerine, cantanti e attrici, si sa, sono donna di malaffare. Potevamo essere tutte “ine”, o maestrine o mogliettine, bambine prima, mammine dopo. Sartine se proprio di famiglia povera. Contadine alla peggio. “Ine”
La voce di Tosca canta, canta ballate, irride, si destreggia in argomenti difficili da affrontare senza cadere nel sessismo e nella rabbia. Ballano e cantano queste sei magnifiche donne sul palco.
Esempi di indipendenza e libertà, di capacità di uscire dal “così si fa”.
Ieri sera, mi sono, per una delle rare volte, sentita in ottima compagnia.
Al mio fianco un’amica speciale, una di quelle che non ti aspetti, e la sua bionda bambina, portata lì per imparare ad essere donna per davvero.
Vi saluto con un decalogo della moglie perfetta che è stato citato in apertura dello spettacolo. Correva l’anno 1953 e l’Italia era diversa: questo decalogo fu letto da migliaia di mogli, su una rivista molto in voga, probabilmente la più venduta.
Per non dimenticare mai quanta strada abbiamo fatto.
1) Ama tuo marito, dopo Dio, più di ogni cosa al mondo e il prossimo tuo come meglio puoi: ma ricordati che la casa è di tuo marito e non del prossimo.
2) Considera tuo marito come ospite di riguardo e amico prezioso : e non come un’amica, a cui si raccontano le piccole noie. E di quest’amica , se puoi, fanne a meno.
3) Prepara a tuo marito una casa ordinata e un viso sereno pel suo ritorno; ma non ti adontare se non se ne accorge subito.
4) Non chiedere a tuo marito il superfluo per la tua casa ; chiedigli, se puoi, una casa ridente, uno spazio libero e quieto per i bambini.
5) Che i tuoi bambini siano sempre freschi e puliti come te ; che egli sorrida vedendoli ;che vi ripensi quando è lontano.
6) Ricordati che l’hai sposato per la buona e cattiva fortuna. Se tutti l’abbandonassero , tu dovresti tenere ancora stretta tra le tue la sua mano.
7) Se tuo marito ha ancora la mamma , ricordati che non sarai mai abbastanza buona per colei che lo ha cullato bambino tra le sue braccia.
8) Non chiedere alla vita quello che non ha dato mai a nessuno : la felicità perfetta. Se sei utile, sei già felice.
9) Se le pene arrivano, non avvilirti e non disperare : dopo il nuvolo viene il sereno. Se tu avrai fede in tuo marito egli avrà coraggio per tutti e due.
10) Se tuo marito si allontana da te, aspettalo. Se sta molto a tornare, aspettalo. Se anche ti abbandonasse, aspettalo ; perché tu non sei solamente sua moglie, sei l’onore del suo nome. Ed egli, un giorno , tornerà e ti benedirà.