Donne, è arrivato il Running Motivator! Intervista con Giuseppe Tamburino

tamburino

Donne! E’ arrivato l’arrotino!

Questo grido richiama alla mente un carretto che passa sotto casa e le donne che escono dalle porte per portare ad affilare forbici e coltelli…

I tempi cambiano, i coltelli si affilano solo metaforicamente, e le donne non hanno più il loro richiamo mattutino.

In questi tempi così cambiati, comunque, ognuno ha i suoi esempi da seguire. Partendo da questa ovvietà, c’è un esempio in Italia di uomo tutto d’un pezzo che noi donne dovremmo seguire. No, non è un neo arrotino e no, non è un tombeur de femmes, o meglio, questi sono affari suoi, è un uomo “normale”. Che però ha alcune caratteristiche che ha saputo rendere dei vantaggi…Un uomo che di corsa e di persone ne sa.

Ha un bel nome solido: Giuseppe. Come San Giuseppe, il falegname, l”uomo dagli occhi buoni, l’uomo dotato di un cuore “ascoltante”.

Giuseppe è un uomo che di esperienze ne ha fatte e ne fa, soprattutto nel guardare dentro alle persone.

Giuseppe Tamburino, il Running Motivator.

Conoscete? Mai sentito parlare? Mai sentito parlare del motivatore del running? Mmmm… qualcuno sì, ne sono sicura.

Chi non lo conosce si chiederà cosa mai fa un Running Motivator.

Esatto, cosa fa? Anche chi lo conosce se lo domanda, me compresa.

Per questo gli ho chiesto un’ora della sua vita per una running-intervista: chissà che non mi sveli il segreto delle grande idee.

Eccovi l’estratto della mia oretta di corsa.

Tutto ha inizio una mattina, di corsa, al parco più bello di Torino… No, non tanto tempo fa, solo poche ore.

Giuseppe, raccontami, chi sei tu? (domanda che non piace mai a nessuno)

Ho fatto tante esperienze nella vita, ho organizzato feste in discoteca, ho frequentato il jet set torinese. Ho gestito un locale negli anni ’70 (Lo Studio 2 ndr), ho fondato una radio (radio Reporter), ho conosciuto persone, ho organizzato eventi. Ora gestisco una società di organizzazione eventi, la EcoEvents. Con un occhio di riguardo per l’ambiente. Collaboro con molte aziende.

Ma riassumere tutto in poche parole correndo è difficile. Sono un vulcano di idee.

E come sei arrivato al running?

Non sto mai fermo, ho bisogno di muovermi. Amo lo sport, fa bene, motiva. Nel 2008 ho organizzato l’evento della svolta, l’Ecomaretona. Un percorso di corsa per correre l’Italia, da Ventimiglia a Reggio Calabria. (RunningCharlotte: questo è matto!) Da lì non mi sono mai fermato. Correre è un metodo per conoscere, non è solo uno sport. Ho corso e conosciuto persone, fatto esperienze, corso e assaporato la gente. Sono 1500 km di corsa, a tappe. (Giuseppe ci impiega 85 giorni… quasi 20 km al giorno, orc…)

L’anno dopo ho corso da Reggio Calabria a Trieste per assaporare il resto.

E non è finita. Quest’anno riparto.

E il Running Motivator?

Più gente conosco e più amo le loro storie. Ho incontrato persone che corrono per guarire, persone che corrono per far guarire gli altri, persone che corrono per trovare la sicurezza in se stessi.

La gente ha sempre una storia da raccontare e se sei umile e sai ascoltare, queste storie ti riempiono occhi e orecchie.

Il Running Motivator nasce qualche anno fa. Ho provato a portare a correre persone che volevano cambiare vita. E l’hanno cambiata. Hanno avuto la forza, l’hanno trovata dentro di sè. La forza che abbiamo dentro è meravigliosa e va “educata”. Siamo noi ad avere questa spinta, dentro, non sono gli altri a darcela. Solo che alle volte dobbiamo essere spronati.

Io faccio questo. Aiuto le persone a trovare la motivazione per superare i condizionamenti. Poi sono loro che riescono. Appagante, totale… è bellissimo.

Giuseppe, chi sono i tuoi miti? Hai delle persone che ammiri in particolar modo?

Giovedì correrò con Calcaterra, è un atleta stupendo e soprattutto un uomo dal cuore profondo. Ma i miei miei miti sono come Giulia, la ragazza che pesava 85 kg e aveva perso la fiducia in se stessa. Ora corre ed è felice. Ha trovato la motivazione per migliorare, ora sa che può fare tutto quello che vuole.

Questi sono i miei miti, dei miti “all’incontrario”.

In ultimo, Giuseppe, scusa la franchezza, guadagni con il tuo lavoro?

In un certo senso sì, guadagno in esperienze. Il resto lo devolvo i beneficenza. Non chiedo soldi per me, sostengo dei progetti per migliorare questo mondo. Collaboro con alcune azienda, ma quello che mi interessa è il valore aggiunto che traggo dalle storie delle persone. Con loro cresco anche io.

Esiste un codice etico del Running Motivator: non anteporre mai il sè, saper ascoltare, trasmettere entusiasmo e non avere fini di lucro.

Organizzo degli incontri con le persone, ora sarò a Brescia, poi a Roma. 

Scrivo su Correre, ho delle storie da raccontare, ho delle persone da motivare.

E così, tra una chiacchiera e l’altra 10 km sono volati, e in soli 52 minuti. Forse è questo il suo segreto, raccontarti la sua vita, quella di un uomo che ne ha fatto un’esperienza da raccontare, un nuovo entusiasmo da trasmettere.

Trovate le storie del Running Motivator tutti i mesi su Correre

o su Facebook sul profilo di Giuseppe

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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