E se per correre si deve nuotare? Nuoto per runners
Esco la mattina di casa. Sono già le dieci, ma fa ancora freddo. La mia via è al sole, la mattina, eppure l’aria è cambiata.
D’altronde è dicembre e a dicembre è quasi inverno. Sto andando in piscina e l’idea mi piace. La piscina è tiepida e umida. L’acqua della Piscina Vigone di Torino è fin troppo calda, ma mi fa bene.
Non mi è mai piaciuto nuotare, l’ho sempre trovato un gesto non naturale. Nel nuoto mi manca l’attaccamento alla terra. Ho bisogno di sentire il mio peso quando faccio sport, di alzarlo ad ogni passo, di quella fatica sui quadricipiti, che sia corsa, bici, sci di fondo, trekking, ginnastica…
Nuotare mi sospende e mi intimorisce. Per nuotare non devi avere i piedi per terra.
Eppure sono rilassata all’idea di andare stamattina. Mi aspettano le mie ottanta vasche, sempre quelle, a stile libero. Mi aspetta la calma del silenzio subacqueo. Il caldo della cuffia sulla testa e il cerchio degli occhialini intorno agli occhi.
Ma perchè un runner dovrebbe nuotare?
Qualche settimana fa sono andata da Franco, il fisioterapista della clinica Motus presso cui vado. Lui è un trail runner da distanze lunghe e spesso parliamo di carichi di allenamento, chilometri e tempi di recupero. Gli racconto che ultimamente sono stanca, che mi sento meno forte. Dopo la Maratona di Berlino non mi sono più allenata duramente, ma non sento di aver recuperato.
La Torino Half Marathon era stata un supplizio, la Milano21 una disfatta.
Gli racconto che mi sento bene solo quando corro qualche trail, che mi sto svagando con i collinari, ma che sento che qualcosa non va.
La soluzione in questi casi è il cross training.
Anche Franco è d’accordo con me: parola d’ordine VARIARE.
Correre meno, portare i chilometri settimanali intorno ai 50 (oggi riesco ad arrivare intorno ai 60/70, che rispetto ai 100 del periodo di carico sono comunque pochi), inserire spinning, nuoto ed esercizi di forza.
Come deve nuotare un runner?
Partiamo dal presupposto che io sono una nuotatrice scarsa, dalla tecnica incerta e dalle doti modeste, ma nuotare è comunque un gesto abbastanza semplice.
Io mi limito a macinare vasche, a stile libero perchè mi riesce meglio, cercando di fare attenzione alla tecnica e cercando di galleggiare bene.
Ma vorrei darvi qualche consiglio.
Non mollate subito.
Il primo errore è cedere alla noia. Noi siamo abituati alla corsa e correndo si può parlare con gli amici, guardarsi intorno, godere del sole. In piscina no. Non si parla, non si vede il paesaggio e non si respira a pieni polmoni aria fresca. Questo potrebbe rendercelo insopportabile. Sappiate che un buon allenamento prevede almeno 1500 metri o 45 minuti di nuoto. Stringete i denti e nuotate.
Non gareggiate.
Nelle corsie di fianco vi capiterà di vedere nuotatori esperti andare ben più forte di voi. Non fatevi prendere dalla competitività e non mettetevi a sfidarli. Nuotare, come correre, richiede pazienza. Sfiancarvi cercando di fare qualche vasca “a manetta” quando non si ha tecnica non serve a nulla. Prendete il vostro ritmo e pensate a migliorare, non a competere fuori dal vostro territorio.
Pensate alla tecnica.
Poco importa della velocità se prima non avete pensato alla tecnica. Cercate di allungarvi e di ottenere movimenti fluidi ed efficaci. Usate i muscoli del core per tenervi orizzontali e pensate a spostare più acqua possibile senza scomporvi. Ricercate un gesto lento e composto, allungate il corpo nell’acqua. Ricordate che questa è la vostra medicina, va fatto bene!
Alternate i ritmi.
Dopo un buon riscaldamento lento potete alternare vasche più veloci con vasche di recupero. Senza esagerare provate a velocizzare il gesto per una vasca e recuperare nella successiva. Come nella corsa un allenamento variato migliorerà la funzionalità cardiaca.
Non esagerate.
Facile che se siete runner “evoluti” siate portati a voler sempre di più. Ricordate che il nuoto, almeno per ora, non è il vostro sport principale e state scaricando, per cui non esagerate. Sarà sufficiente un’ora circa di allenamento per farvi sentire bene e distendere i muscoli. Se vi buttate subito sui 5.000 metri di nuoto ne uscirete sconfitti. Gradualità.
Scegliete l’attrezzatura giusta.
Come per la corsa, nel nuoto servono poche cose: un costume, cuffia in silicone e occhialini.
Il mio costume è di Arena, modello Solid LightTech rosso con logo bianco a contrasto giusto per il Natale. La cosa bella è il tessuto MaxLife di cui è fatto: è un tessuto molto consistente e resistente. Molto elastico e morbido. Il retro Light Tech molto aperto, la sgambatura è alta per tentare di allungare anche le gambe corte di noi donne tascabili.