Eutanasia Trail: il modo più bello per vincere se stessi

Come ho molte volte ripetuto, non sono una fan del Trail Running.  Ne amo la parte “Trail” ovvero sentiero. Amo il cammino lungo e interminabile  che mi porta da qualche parte, ma non sono mai stata per la parte “Running” se legata al trail.

Però ci ho provato, quest’anno ci ho provato. Cortina Skyrace, Gran Trail Courmayeur e Aosta-Becca di Nona (che poi è un doppio Vertical e mezzo, ma il “trail” c’è lo stesso). Tra poco il Trail di Sestrière.

Ho provato perchè volevo capirlo di più, comprendere quel fuoco che vedo negli occhi di chi lo pratica, quella passione, quel divertimento estremo… Quando corro una maratona, so che all’arrivo sarò felice, ma so che durante la gara sarà faticoso, che dovrò concentrarmi per gestire quella fatica. Chi parte per un trail non vede l’ora che inizi per goderselo e, più lungo è, meglio è.

E’ un concetto molto lontano dalla gara podistica, dove, anche in soli 5 km, soffri al limite delle tue forze per raggiungere il traguardo, dove spesso non ti guardi nemmeno intorno.

Volevo comprendere questa “malattia” che prende i trail runner.

Perchè non solo inizio a capire, ma inizio ad ammalarmi anche io.

Quando parti per una gara che durerà più di 5 ore, che avrà un percorso che non conosci, non sapendo bene dove sia la meta, se non che dista tot km e tot metri di dislivello, inizia il trail running. Parti per un viaggio dentro te stesso, parti per un momento tutto tuo fatto di incredibili silenzi, parti e basta.

Invece, in maratona, parti sapendo che potrai metterci un tempo compreso tra x e y. Ti sei allenato bene e di fronte e te hai 42km e 195 metri di asfalto più o meno in piano. Conti: 1 km, 2 km, 3 km. Tutti precisi. Cerchi di andare in progressione aumentando leggermente nella seconda metà, fai una tua strategia e cerchi di rispettarla. E’ un quesito matematico, la Maratona.

Il trail no. Puoi correre chilometri da 5 minuti e chilometri da 20 minuti, puoi incontrare ostacoli, puoi anche farti male in discesa (o in salita) e perdere molti minuti. Puoi fermarti a fare foto (come me), puoi ammirare il paesaggio, puoi commuoverti, puoi avere caldo, freddo, sonno.

Il trail parti e non sai mai quando arrivi.

E’ il viaggio solitario dei cuori disillusi, un lento miele che ti entra dentro, caldo. Parti sapendo che ti divertirai, che il tuo umore migliorerà. Parti con nel cuore la speranza che questa bellezza ti faccia sognare ancora un po’, ti dia l’energia fare un sogno nuovo.

Ti avvicini al trail perchè sai che godrai qualche ora di pura bellezza, perchè sai che ti dimenticherai di tante cose che non ti piacciono. Perchè sostituirai i vuoti con sensazioni di pienezza.

Correndo pensavo che ci sentiamo soli non quando siamo da soli, ma quando qualcuno ci lascia soli. Siamo soli quando vicino a noi dovrebbe esserci qualcuno, ma non c’è.

Correre un trail, da solo, ti fa sentire incredibilmente bene: sei da solo, ma non ti senti mai solo.

Correre un trail è morire per qualche ora, fuggendo dal mondo reale. C’è chi affoga i problemi nell’alcool, chi nella droga, chi nel trail.

Il trail è una lenta eutanasia, che finchè non arrivi non ti fa percepire nient’altro che te stesso.

 

 

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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