La fatica è normale, ovvero la strada per la vittoria è in salita.

Oggi non riesco a togliermi dalla testa questo pensiero: “perchè cerchiamo in ogni modo di scappare dalla fatica?”.

Quante volte ho sentito qualcuno che mi diceva “ma io a correre mi sento soffocare!” oppure “io dopo qualche centinaia di metri mi sento morire, faccio troppo sforzo, non fa per me”.

Mi chiedo sempre se queste stesse persone, nella loro vita quotidiana, abbiano la stessa paura.

Io ho paura di tante cose, ho paura della morte, delle malattie, del sangue (svengo), ho paura dei film dell’orrore, della violenza e dei litigi.

Ma non riesco ad avere paura della fatica.

La fatica è entrata a far parte della mia vita quotidiana.

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Io amo la fatica

Correre mi ha insegnato ad accettarla come un qualcosa di normale, come una parte fondamentale della giornata.

So che, se sto uscendo per allenarmi, la fatica arriverà.

Quando arriverà, io la accoglierò a braccia aperte, perchè  mi è amica, è compagna, è mezzo di riuscita. La fatica è il ponte che collega la vita “banale” alla vita “eccezionale”.

Allora, perchè molti di noi hanno ancora paura? Perchè si cercano scorciatoie ?

Le 5 scorciatoie (sbagliate) anti-fatica:

Doping. Questa è la scorciatoia principale, purtroppo più in voga di quanto pensiamo. Si assumono sostanze dopanti per riuscire ad ottenere risultati stupefacenti senza fare, però, lo sforzo necessaria.

Bugie e inganni su percorsi e chilometri. Sono, purtroppo, in molti a raccontare balle sulle proprie performance e sono anche in molti quelli che tagliano i percorsi di gara. NO NO NO e ancora NO.

“tanto a me non interessa andare forte”. Questa è una scorciatoia molto frequente tra noi amatori. Ho incontrato persone che non si mettevano mai in gioco per non dover mai trovarsi a dover superare il momento “down”. Premesso che ognuno ha la sua velocità e tutte le velocità sono perfette, non amo chi non prova mai a dare il massimo. 

Impegni inderogabili. Una volta una persona non è venuta ad un allenamento con me sostenendo che dovesse restare con il cane che era rimasto traumatizzato dal recente temporale. L’impegno inderogabile esiste, ma è rarissimo. Spesso viene ingigantito un impegno rimandabile.

Infortuni fantasma e  risultati falsi. Avrete anche voi quell’amico che, casualmente, ogni volta che c’è un allenamento impegnativo o una gara molto frequentata puntualmente ha qualche dolore o è fermo per infortunio. Solitamente corre solo gare sconosciute, possibilmente dove nessuno lo vede, oppure solo in allenamento, ma solo, facendosi video in cui dichiara velocità importanti e poi, ogni volta che c’è un appuntamento con altri, sparisce con uno strappo a qualche muscolo strano che sparisce in una settimana.

Le 5 strategie (giuste) per vincere la fatica:

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La calma è la migliore medicina anti-fatica

Accettarla. Siccome se volete arrivare da un punto A ad un punto B serve fare fatica, non vi resta che accettarlo. Accettatela e sarà tutto più facile, pensate che sia una medicina, la medicina che vi farà stare meglio dopo.

Calmate la mente. Siamo così abituati a cercare scorciatoie, che difficilmente ci arrendiamo all’evidenza e ci agitiamo. Calmatevi, perchè l’unica via giusta per arrivare in cima è in salita. Armatevi di pazienza e iniziate a salire. Non sono ammessi ascensori.

Pensate che finisce. Quanto può durare la fatica d un allenamento o di una gara? Dieci minuti di ripetuta? Un’ora di gara? Quattro ore di gara? Benissimo, se vi sembra tanto pensate che nel peggiore dei casi è un ottavo della vostra giornata, nel migliore il tempo di un caffè e due chiacchiere ed è finito e dopo sarete felici per ore o forse giorni, nel caso di una gara.

Pensate che tutti fanno fatica. Non esiste atleta, anche top runner, che non faccia fatica. E’ l’unica cosa che accomuna un debuttante alle prime armi con Kipchoge: tutti facciamo fatica, tutti sudiamo, tutti ci sentiamo soffocare, tutti. Allora cosa cambia, a parte la forma fisica, tra Kipchoge e noi? Lui ama la fatica che fa.

Pensate che non esiste. Come scrive Nico Valsesia, la fatica non esiste. Se tutti i consigli precedenti non bastano, pensate che la fatica non esiste, la fatica è relativa, la fatica è un prodotto della vostra mente. L’essere umano è nato per sudare e avere un cuore che spinge a 170 pulsazioni, per cui il senso di fatica è del tutto normale. Quindi non esiste.

 

Ora non vi resta che uscire, correre e pensare che le scorciatoie valgono la squalifica. Il vero runner, qualsiasi siano la sua preparazione fisica e la sua velocità, ama correre e, se fa fatica, pazienza.

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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Comments
  • patricklandi
    Rispondi

    Anche io ho visto persone tagliare il percorso di una gara, mi sono sempre chiesto che senso ha? Per gli amatori che il piazzamento tra il settecentesimo e millesimo non cambia nulla come fai ad essere poi soddisfatto della propria gara e prestazione? La fatica fatta spesso è proporzionale alla propria soddisfazione a fine gara…. articolo bellissimo.

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