3 giorni di ferie davanti.

Programmi: scegliere se correre in montagna, restare in città, correre tutti e 3 i giorni, solo 2, trail + 10 km veloci o un lungo collinare?

Potevo scegliere. Che goduria, potevo scegliere tutto ciò che volevo.

Sabato mattina. Vai che si va in montagna.

Giornata piovosa, ma chi mi ferma? Che importa? Tre giorni davanti e nessuna fretta, cosa mi importa se piove…

Sveglia Charlotte, è Pasqua!

Metto i piedi giù dal letto e…

Ahia!

Un ago sotto ad un piede? Una storta? Cos’è?

Muovo un passo: insopportabile. Come avere un chiodo nel metatarso, una spina dolente dentro all’articolazione tra alluce e pianta del piede.

Muovo un altro passo: mille coltelli mi attraversano.

In 5 minuti i miei 3 giorni di corsa svaniscono e si trasformano in 72 ore di dolore. Non ci posso credere.

Mi devo fermare, non ci sono alternative se non aprire l’uovo di Pasqua e spalmarmi di crema antinfiammatoria.

Charlotte si ferma. Silenzio. Fuori piove, poi nevica (sul serio, nevica il 19 aprile).

Morale: alle volte dobbiamo fermarci.

La corsa fa di noi delle persone migliori, ci permette di tirarci sù, di pensare positivo. Ci permette di raggiungere dei risultati con la sola forza delle nostre gambe, ci dà la sensazione che le difficoltà siano tutte superabili. Eppure bisogna sapersi fermare.

Non so perchè il mio piede abbia deciso di non collaborare più nella realtà, probabilmente ho messo delle scarpe troppo rigide, o forse davvero ho esagerato con la corsa. Ma so una cosa, so perchè devo fermarmi. Devo fermarmi perchè il mio corpo me lo chiede.

Ma ho davvero esagerato con l’allenamento? Ho fatto dell’allenamento il mio mantra? O forse dovevo solo imparare a godermi il riposo di questi giorni?

Dopo 3 film visti e molti amici salutati, qualche brindisi fatto, qualche stravizio concesso, ho un’unica domanda che mi martella in testa: quanto dovrò correre per smaltire l’uovo? 🙂

Sono malata…