Gente della notte

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C’è un momento della settimana i cui mi rendo freddamente conto di aver scelto una vita tranquilla e invecchiata.

La domenica mattina mentre corro.

La città dorme ancora, scendi di casa e passi i locali di San Salvario: hanno chiuso a metà notte e ciò che rimane della serata è qualche cassonetto troppo odoroso di liquidi umani e bicchieri da cocktail con ancora menta e cannuccia.

Entri al Vale: i prati sono ricoperti di bottiglie di birra vuote, bicchieri, carte di patatine, mozziconi di sigaretta. In silenzio uomini vestiti di verde puliscono, quasi se vestiti di verde potessero confondersi con il parco, come folletti pulitori di sudiciume maleducato del sabato sera.

E poi, arriva lo smacco: passi dai Murazzi Del Po. All’inizio verso Corso Vittorio sono già puliti, ma quando passi dall’altra parte l’ultimo locale è ancora aperto.

Fanno mattina i ragazzi e guardano da fuori chiudere il locale con aria assonnata e  rintronata dalla musica, mentre fumano l’ultima sigaretta prima di fare colazione.

Li vedi, corri, passi loro davanti, ti guardano, ridono.

Mentre tu ti stai chiedendo come facciano a stare ancora in piedi dopo dieci ore di musica, loro si chiedono perchè tu ti alzi così presto la domenica.

Due facce della stessa medaglia.

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