Guardare in faccia la libertà e godere di un raggio di sole
Non voglio raccontare di una gara, perchè no avrebbe senso. Sono troppo scarsa, soprattutto sui sentieri, per raccontarvi e dilungarmi troppo su una gara. Ve l’ho già raccontata d’altronde.
Voglio parlarvi di quel raggio di sole che ti scalda mentre corri, dell’aria che si fa immobile solo quando ti fermi, del rumore dei passi.
Questa mattina sono uscita e volevo correre. Quanto? Non sapevo. Dove? Non sapevo. Volevo solo correre.
Ero sola, ma per una volta non mi sentivo sola per niente. Ho imboccato il parco, poi ho iniziato a salire. Non sono forte su salite e sterrato, ma non era minimamente nei pensieri esserlo. O meno.
Ho attraversato il primo tratto nel bosco senza pensare a nulla, senza fatica. Fino a spuntare là dove il bosco è tagliato da un prato.
Ho attraversato il prato ed ecco il primo pensiero vero della mattina: che bello il sole.
Ho varcato un piccolo cancello e il bosco a coperto nuovamente il cielo.
Sul sentiero fango da saltare e buchi da evitare.
Due bici arrancavano davanti a me. Mi fermo, li passo, saluto.
Il secondo pensiero arriva: che odore di acqua stagnante e di terra.
Un grossa pozza melmosa mi schizza le gambe. Fresco…
Mi ritrovo all’attacco del Parco della Maddalena e ho un groppo in gola che passa solo quando il sentiero rientra. Silenzio sulle stele commemorative di soldati morti in guerra.
Ritorno sulla strada bianca e arrivo in cima.
Guardo la città coperta di umido. Il terzo pensiero: ho i battiti alti, li sento nei polsi.
Vado ancora giù e lascio che le gambe non frenino, mai.
Non penso a nulla, mi perdo nel caldo e nel crepitare dei miei passi. Un insetto mi punge e il braccio prude.
Il sudore cola.
Nessun pensiero, nessuna preoccupazione.
Corro e basta.
Ritorno man mano verso la città e le auto aumentano. Ma perchè si muovono tutti in auto? Tutto questo rumore mi disturba e mi fa tornare pensieri preoccupati nella mente.
Stavo bene da sola.
Io e i miei passi, noi.