Perchè un lunghissimo per la maratona? Io dico sì ai 36km
Allenarsi per una maratona è una sfida, forse più della maratona stessa. Se la Marathon des Alpes Maritimes è un sogno, l’allenamento alle volte pare un incubo…
I 36km di ieri mi hanno piegata, usurata, le giunture scricchiolano, i muscoli sembrano dormire e non vogliono essere svegliati. (Ero talmente stanca che per 1 km non ho avviato il gps, che infatti segna 35 🙂 )
Eppure la testa ha retto, avanti e indietro per le strade del lungo Po torinese, la testa c’è stata.
Ho diviso i 36 in 3 sezioni da 13 e poi 13 e poi 10 km. 3 “avanti-e-indietro” su 3 percorsi diversi. Tutti consigli del mio “non-coach” – Running Motivator Giuseppe Tamburino.
Lasciandomi la sezione più facile alla fine…
Se li avessi fatti tutti e 36 in un segmento singolo voleva dire 18 ad andare e 18 a tornare, voleva dire concentrarsi sui km epensare dopo 10 km che te ne mancano ancora 26 è deleterio.
In questo modo invece pensi ai percorsi.
Prima sezione: Parco Vallere e ritorno alla base, seconda sezione: Parco del Meisino e ritorno alla base, terza: Tutto il Valentino e ritorno.
Partendo sempre dalla stessa base, ma cambiando la meta.
Correre 36 km significa quasi correre una maratona, avrei potuto correrla.
Perché questo allenamento così lungo? Tra l’altro fatto 10 secondi al km più lento del ritmo di gara.
Per rodare le gambe, ma soprattutto per rodare la testa.
Per testare il senso di sconforto, per battere il muro del 30 esimo.
Ho realizzato un concetto che non immaginavo: io ho bisogno di concentrarmi sulla mia fatica.
O bisogno, quando soffro, di guardarmi dentro, di guardare in faccia la sofferenza che sto provando, di sentire le articolazioni che scricchiolano, i muscoli che vogliono cedere, stanchi, che mi dicono “fermati”. Ascoltarli e dire no, non mi fermo.
E non mi sono fermata.
Perché quindi il lunghissimo? Per arrivare al punto di piangere di fatica, per superare il limite.
Nelle scorse preparazioni non lo avevo fatto.
Oggi lo ritengo fondamentale.
Consigliatissimo.
Nizza arrivo.
bellissima immagine…SPQR
Io dovevo farne 35 settimana scorsa…ne ho fatti 33 perchè mi ha pure preso lo sguaraus…bei momenti.
Ciao, anch’io dico di sì ai 36 km, forse anche ai 38. Ieri ho corso la mia prima maratona, la Turin Marathon 2015 e nonostante credessi di essere pronto e fossi convinto di essermi allenato come da manuale, al 37esimo è come se un cecchino mi avesse ferito. In allenamento era arrivato a 35, tutti dicevano che erano più che sufficienti, ma quella sensazione di spossatezza mi ha spaventato moltissimo, non l’avevo mai provata ed ho pensato di non farcela. E’ solo grazie alla testa che sono arrivato fino alla fine!
Brava, questa idea del lungo con tre percorsi mi piace da matti…
Ieri prima maratona. E adesso è vero, non posso farne a meno, penso alla prossima.
In bocca al lupo per la tua!
Brava!! Anche secondo me l’idea della divisione in sezioni aiuta molto dal punto di vista psicologico. A volte, correndo la mezza, se mi sento in difficoltà, la divido in 3 parti da 7km. Molto più gestibile, almeno per la testa! In bocca al lupo a Nizza! E mi auguro che dopo l’alluvione, torni ad essere più bella che mai!
Ciao, ti seguo da un po’, complimenti per il blog.
Mi sto imbarcando nella mia prima maratona (Roma 2016, se tutto va bene….).Posso chiederti nelle scorse preparazioni il lunghissimo fino a quanti km lo avevi fatto?
Crepi il lupo!
Io ho appena stilato il mio piano di lunghi inserendo un 36 a -4 settimane dalla maratona. Tu, come tanti altri, mi suggerisci che 36 vanno fatti. Bene, li farò.
PS: tra una decina di giorni sarò nella tua stupenda città per la mezza di Venaria 😉
Ciao