Il medioevo del running: riflessioni di attualità (?)
Sapete quando quel pezzetto di bollito di Natale vi rimane inziccato tra molare e canino e vorreste toglierlo da ore, ma non vi osate, finchè presi dall’isteria non spalancata la bocca davanti a tutti i commensali per cacciarvi un dito tra i denti e toglierlo?
Ecco, esattamente come in quelle situazioni, alla fine spalanco la bocca e scrivo questo articolo, conscia delle possibili critiche dei commensali del mondo social.
Siamo piombati nel medioevo del running.
La mattina, da anni, è mia abitudine aprire il mio feed Facebook per capire quali temi interessano ai podisti del momento, quali notizie scuotono il fossilizzato mondo dei premi di categoria e quali risultati veramente interessanti si trovano in fondo agli articoli dozzinali.
Da qualche mese la mattina faccio colazione “guardando le figure”, cioè limitandomi ad assorbire immagini in quanto le parole che leggo mi danno il voltastomaco.
Siamo oramai tornati al medioevo sportivo (sportivo?), con commenti, accuse, bagarre e polemiche dal sapore incrostato di vecchi papiri della Santa Inquisizione.
Correre oramai significa combattere Crociate.
Forse questo è un tema ultimamente molto à la page nel sottofondo torinese, ma vi assicuro che mai mi era capitato di vedere tali e tante prese di posizione su colori di maglie, orientamenti sportivi (sportivi?) di squadre podistiche, cambi di rotta e allenatori, invidie e offese.
Squadre che si separano con diaspore sanguinose, millantati oltraggi e tradimenti alla sacra corona della ASD, battaglie con vessilli rossi blu e verdi in nome della virtuosa scelta di una patria podistica.
“Io rimango FEDELE alla mia squadra”
“i DISERTORI non potranno più essere nostri amici”
“certe scelte non POSSONO ESSERE ACCETTATE”….
Ahiò, amici podisti, ma state calmi! Vorrei sottolineare che nella vita si cambia addirittura moglie o marito per cause lecite, figuriamoci se non lo è cambiare società podistica! Si cambia mestiere e azienda per ricercare qualcosa che ci dia più vantaggio o banalmente ci assomigli di più, perchè non dovrebbe essere normale cambiare società?
La squadra podistica non è una missione e nemmeno una religione e non assomiglia manco ad un partito politico: siamo tutti uguali, corriamo (tendenzialmente pure male) e basta. Correre al parco in braghe corte, dopo 20*400 ci rende tutti ugualmente sudati e puzzolenti, qualsiasi sia la squadra.
Combattete per altro.
Ostracismo e Caccia alle Streghe
Mettiamoli alla gogna! Basta un presunto uso di sostanze dopanti (ivi compresa la tachipirina) che si grida “alla strega!”. Anzi, pare sarà presto disponibile un sistema per denunciare in forma anonima qualsiasi sospetto di doping, meglio ancora se si tratta del compagno di categoria che ci soffia il podio ogni domenica e vince il salame che tanto desideriamo! Se abbiamo il sospetto abbia assunto sostanze temibili come il cortisone per l’artrite, ZAC! Vai di ostrakos! Denunciato!
Si sa mai che per qualche fortuito motivo non abbia seriamente preso del cortisone per la bronchite e vi vada bene: finalmente avrete il vostro salame.
Detto questo, lungi da me favorire il doping, sia chiaro! (ho smesso di farmi prescrivere il Ventolin pur soffrendo da sempre di asma da sforzo perchè temo che qualcuno possa solo pensare che i miei modesti risultati vengano da lì. Preferisco interrompere la gara per una crisi d’asma) Il Doping è una merdx. Doparsi è orrendo ed è quanto ci sia di più lontano dallo sport.
Azzeccagarbugli, fattucchiere e veggenti: i personaggi di oggi
Come fino a qualche tempo fa sulla rete impazzavano le citazioni tutt’altro che colte di furbi opinionisti che sapientemente facevano di tutta l’aria fritta uno scoop, ecco che compaiono questi personaggi nel mondo del running. Proprio come gli opinionisti Amici di Maria, ecco che anche loro vengono osannati e seguiti, scrivono libri sul nulla e hanno pagine Facebook seguitissime sulle quali usano qualsiasi polemica da bar per farne dei veri e propri pezzi virali.
Non ho assolutamente nulla contro tali personaggi, ritengo che ognuno sia libero di fare e scrivere ciò che gli pare, ma mi stupisce come molte persone – anche tra coloro che fino a poco tempo fa ritenevo capaci di discernere tra realtà e virtualità – si sbraccino sui post dal sapore amaro e polemico per poter dire, finalmente, la loro, usando frasi del tipo “adoro la tua intelligente cattiveria”. Chiariamo una cosa, o quello era veramente un post sagace (e quindi non cattivo), oppure la cattiveria, di intelligente ha proprio poco.
Amici runners, queste persone fanno della polemica il veicolo per il loro successo. Conoscono perfettamente le frustrazioni umane (e i logaritmi delle piattafrome social) e vi usano per aumentare la loro visibilità. Talvolta sono anche simpatici e ci si possono fare grasse risate, ma, per cortesia distinguete gli argomenti di cui parlare la sera con gli amici da questi.
Amici runners, non runners, lettori, anche haters che probabilmente avranno da ridire, sono stanca.
Stanca di sprecare energie in queste opinioni degne del peggior reality mai esistito.
Stanca e ferita nell’ascoltare amiche star male per qualche vostro ennesimo post violento su chi cambia squadra, idea, politica.
Stanca di vedervi correre sempre meno e blaterare sempre di più.
Stanca delle vostre foto con le maglie tutte uguali quasi fosse un vessillo di guerra.
Stanca delle opinioni cattive e violente che “regalate” alla rete.
Pensate a correre.
La sola cosa che importa è continuare a correre, divertirsi, sudare, faticare, provare a sognare quel minuto in meno sul chrono. La sola cosa che importa è la nostra faccia stravolta a fine allenamento, che vi siate allenati da soli, con la squadra, con un’altra squadra.
Questo importa, condividere questa fatica.
Il resto, interessa solo a qualcuno.
Con le parole di Sara Dossena: “poche chiacchiere e menare”