#IlTrailPerTutti: Circeo National Park Trail
Il trail running è una disciplina della corsa decisamente “di moda”. Non amo per niente questa definizione, ma dentro a queste due paroline trovate tutto. Fare trail è di moda nel senso che le persone che lo praticano aumentano ogni anno, ma soprattutto nel senso che “fa tendenza”.
Dovessi parlare di nuove tendenze nel mondo del running parlerei di trail e di triathlon in ugual modo, sapendo che l’idea di scorrazzare per i sentieri montani è sicuramente più abbordabile che spaccarsi la schiena tra nuoto, corsa e bici.
In più ci si mette pure Kilian a fare foto polemiche e poi Messner a parlare di alpinisti in braghine e poi le morti e poi l’abuso di questo termine, trail. Un abuso così abusato che diventa quotidianità, confondendo e miscelando ogni significato.
Torniamo a bomba:
“trail running” significa corsa su sentiero.
Per cui scalare il Monte Bianco in sneakers non è trail running, nè correre su strade asfaltate in montagna lo è.
Per fare trail ci va il sentiero, o diciamo che deve esserci una traccia in ambiente naturale.
Per togliermi dall’impasse cito Wikipedia:
Il percorso di una competizione di trail running può essere di vario genere: sentiero roccioso; sentiero di bosco; strade sterrate; con eventualmente tratti pavimentati o di asfalto limitati, che in ogni caso non devono eccedere il 20% del totale della lunghezza.
Il percorso è in genere segnalato con bandierine, fettucce colorate, segnalazioni di vernice (l’aumentata sensibilità verso l’ambiente impone di utilizzare vernici biodegradabili). Quando siano previste percorrenze in orario notturno si utilizzano anche segnalazioni rifrangenti e l’insieme delle segnalazioni viene spesso indicata con il termine francese balisage. È ormai invalso l’uso di fornire anche in anticipo la traccia in formato elettronico del percorso, utile a chi intenda integrare le segnalazioni sul terreno con l’uso di un navigatore satellitare portatile. La corsa è idealmente, ma non necessariamente, in semi-autosufficienza o autosufficienza idrica e alimentare, e sempre nel rispetto dell’etica sportiva, onestà, solidarietà e nel massimo rispetto dell’ambiente in cui si corre.
Circa la suddivisione dei percorsi in base alla distanza e/o al dislivello non esiste unanimità di opinione e il progressivo aumento dell’interesse verso questa disciplina ha provocato una relativa confusione nella terminologia dovuta essenzialmente al proliferare di avvenimenti sportivi di ogni tipo e agevolata dal fatto che non esista una singola autorità riconosciuta a gestire il fenomeno del Trail Running. Il recente riconoscimento della disciplina da parte della Federazione Internazionale IAFF non ha avuto come conseguenza un significativo e parallelo coinvolgimento della Federazione Nazionale di Atletica Leggera FIDAL, il cui ruolo è ancora marginale nell’ambiente del Trail Running sia in termini di tesseramento di atleti che di affiliazione di eventi sportivi.
Dal mio punto di vista ritengo fondamentale aggiungere che il trail running, in quanto disciplina sportiva, deve essere praticato nella maggiore sicurezza possibile, deve rispettare l’ambiente naturale e soprattutto i limiti fisici di ognuno.
Come tutte le cose di tendenza, però, tutti lo vogliono e tutti lo cercano, con il risultato che a competizioni per le quali è necessaria una preparazione fisica notevole e anche alcune doti tecniche e fisiche imprescindibili (se non sei mai sceso da un sentiero, iscriversi ad una gara con 3000 metri di displivello positivo potrebbe essere pericoloso).
Ecco quindi che l’Atletica Sabaudia, con il suo presidente Antonello Cipullo, caro amico, hanno la proposta che può farvi innamorare di questa disciplina.
Il Circeo National Park Trail
Il Parco del Circeo è uno dei 4 parchi nazionali italiani e si estende tra Sabaudia e San Felice Circeo, provincia di latina, Lazio.
Questa zona, una volta acquitrinosa, ospita fauna e flora protette e regala ai turisti (e ai runner) chilometri su sentieri ombrosi e percorsi avventurosi tra dune e sabbioni, tratti di mare e lago accarezzati dal vento e monumenti storici dal passato magico.
L’evento, al quale quest’anno ho partecipato, si tiene l’ultimo sabato di agosto oramai da nove anni.
Il percorso, interamente pianeggiante, è di soli 11,8 chilometri e attraversa parco, strade e sabbie, permettendo a chi corre di “gustare” la natura di questa zona italiana spesso poco conosciuta.
Ho partecipato senza strafare, correndo lentamente (o almeno come riuscivo), lasciando che la natura distendesse le mie rigidità da podista da strada.
Dal suo primo anno di vita, come mi racconta Cipullo, il trail premia i partecipanti con prodotti locali e del territorio, infatti il pacco gara è costituito da una cassetta di verdura e il mio, inaspettato, premio di categoria è contenuto in due bottiglie di vino. Malgrado la competizione, che ammetto è sentita più che in altre gare, l’ambiente è una bella festa. Al via donne e uomini di ogni età e ogni preparazione fisica, molti alla prima esperienza su terreno incerto.
Un percorso faticoso, soprattutto sulla sabbia, un caldo ancora estivo e una lunghezza comunque non scontata non hanno impedito la riuscita praticamente perfetta dell’evento, anzi… Acqua a volontà, musica, sorrisi regalati ad ogni angolo mi hanno fatta innamorare.
L’appuntamento è al prossimo anno quindi?
Sì certo, anche solo per essere molto “di tendenza” 😉
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