In Canavese, paradiso outdoor tra laghi e vigneti
Continua il mio tour outdoor per scoprire i luoghi del torinese e dopo le Valli di Lanzo, eccomi nel Canavese.
Spesso quando penso al Canavese penso ad una terra magica, fatta di laghi che compaiono e scompaiono, massi parlanti, elfi e sabbie mobili in cui tutto è possibile.
In effetti in Canavese, di cose strane e uniche ce ne sono molte, tutte risalenti a tempi antichi e a occasioni fortuite.
Lasciate che vi racconti…
Il Canavese tra geologia e mito: l’anfiteatro morenico di Ivrea
Proverò a spiegarvi le particolarità di questa terra in poche parole, ma per farlo devo partire da molto lontano. Un tempo, centinaia di migliaia di anni fa, la Valle d’Aosta era un unico enorme ghiacciaio che prolungava la sua lingua fino alle porte del Piemonte. Ritraendosi ha lasciato il luogo in cui sorge Ivrea abbracciato da una grande collina circolare di detriti, la sua collina morenica.
Grazie alla collina morenica, il Canavese è protetto dalle intemperie più dure dei monti e rappresenta un microclima a se stante molto mite.
Se visiterete queste zone noterete che ogni casa ha la sua personale palma in giardino, un caso unico a questa latitudine.
Particolari anche i laghi di Ivrea, che rappresentano un paradiso di sentieri per trekking, running e bici: la zona dei 5 laghi è una zona umida, un tempo lacustre, in cui si raccolgono le acque che vengono dalla collina morenica e dai monti. Questi laghi sono piuttosto profondi e molto puliti, tanto che il lago Sirio è balneabile.
Camminando attraverso questo territorio vi succederà molte volte di incontrare sul vostro cammino grandi massi isolati e vi chiederete da dove mai siano arrivati: sono i massi erratici, i massi che il ghiacciaio ha portato negli anni sul suo manto e una volta sciolto ha depositato sul terreno, come grandi briciole di Pollicino.
Un’ultima “magia” che troverete qui sono le Terre Ballerine. Un tempo alcuni dei laghi più piccoli vennero ricoperti di foglie e terra per creare torba da usare nell’industria. Le piane iniziarono a crescere su questo terriccio stendendo un reticolo di radici sopra la superficie, ma in basso l’acqua continua a sgorgare. Camminando quindi su questo terreno, si percepisce nitidamente la flessione della terra e saltandoci sopra l’onda si propagherà alle piante intorno, come su un tappeto elastico.
Camminando attorno ai 5 laghi di Ivrea.
Arrivata a Chiaverano, al lago Sirio mi aspetta Marco di Giroola, tour operator locale specializzato in turismo outdoor. Come mi spiega Marco, gli itinerari intorno ai laghi vanno dalla classica passeggiata di un paio di chilometri a percorsi più impegnativi che superano i 20km.
Noi scegliamo il sentiero che contorna il Lago Sirio e il Lago Pistono e che permette u assaggio di questa terra più che soddisfacente. Io e Marco conveniamo di fare una corsa-camminata per gustarci lentamente il territorio. Il primo stop è proprio alla Terre Ballerine, dove torno a essere bambina, con quella voglia di lasciarmi stupire dalle magie della natura tipica dei ragazzini. Saltiamo sul terreno ridendo: le piante ai fianchi ondeggiano sotto alla forza del mio salto. Se salta marco il terreno sotto di me si solleva e viceversa, creando un movimento ondulatorio stranissimo. Unico.
Continuiamo incontrando la Via Francigena, segnalata da cartelli e da paline.
Il sentiero è largo, ideale per correre e anche per la bici, ma ce la prendiamo con estrema calma. Arrivati al vicino lago Pistono ci fermiamo su una roccia che è proprio un belvedere: sotto il lago, profondo e intenso, sopra di noi il castello di Montalto. Torno a pensare ad una fiaba, mi aspetto quasi un drago volare sopra di noi.
Continuando per il facile sentiero incontriamo alcune vigne tipiche, denotate dai pilastri in pietra a secco. Marco mi spiega che venivano usati come capofila dei filari perchè la pietra accumula calore durante il giorno e lo cede la notte, mantenendo una temperatura mite.
Immancabili incontriamo anche le palme, persino un’agave.
Rientrando al lago diversi massi erratici ingombrano i giardini delle case.
Il giro completo sono poco più di sei chilometri, quasi tutti in ombra nel bosco, ma è un vero piacere pranzare alla Trattoria Vecchio Cipresso, bordo lago.
Consiglio di prendere un’intera giornata o un weekend e di percorrere i diversi sentieri a piedi o in mountain bike. Essendo tecnicamente semplici, sono adatti a tutti i livelli atletici.
Escursione nelle vigne dell’Erbaluce
Il clima mite del Canavese però ha un’altra unicità, che ha meno a che vedere con la geologia: il vino.
Grazie alla terra della morena, morbida e minerale e al clima soleggiato e tiepido, le vigne sono belle e floride. Solo qui si produce l’Erbaluce, un vino endemico del Canavese, anzi, solo di alcuni comuni.
Per questo decidiamo per una escursione tra queste vigne.
I filari di Erbaluce – palère in dialetto – hanno la particolarità di essere costruiti a pergolato, per cui la cosa più bella è camminare sotto alla volta di foglie, all’ombra.
Ad ospitarci dopo un’oretta di camminata è Gabriella, proprietaria dell’azienda agricola Santa Clelia, che produce Erbaluce, ma anche Canavese Rosso, il vino rosso D.O.C. di questa zona.
La sua cantina è costruita completamente in legno per essere sostenibile e produce vini biologici da uve biologiche. E’ stata lei a desiderare una cantina su un solo piano, per favorire la comodità del lavoro.
Gabriella ci racconta di come ama questa terra e di come rispetta il suo prodotto, cercando di dare un vino controllato e gradevole, che sia buono e porti gioia a tavola.
Concludo il mio tour assaggiando i due Erbaluce cru che produce Santa Clelia.
Marco mi fa notare come porti diversi turisti tra questi filari, perchè l’amore per la terra traspare anche nella bellezza del panorama.
Effettivamente insuperabile. Un vero peccato non restare per il tramonto.
Articolo scritto in collaborazione con Turismo Torino e Camera di Commercio di Torino.