Insieme a te: la mia gravidanza dinamica
Prima di oggi non ho mai pensato concretamente alla gravidanza. Alcuni dicono che la mia generazione sia una generazione egoista, per la quale il “momento di fare figli” non arriva mai in quanto siamo troppo incentrati su noi stessi.
Io ho sempre pensato che esiste un tempo per ogni cosa e che ognuno di noi abbia un tempo diverso. Forse non è tutto falso ciò che dicono e forse fino a ieri ho sempre pensato più a me stessa che ad un possibile “altro”. Forse è che ho sempre vissuto il presente, mai il futuro e non più il passato.
Fatto sta che io ho capito che qualcosa stava cambiando guardando i miei parametri di corsa. Tante donne dicono che “se lo sono sentito”. Io ho guardato la mia frequenza cardiaca sul Garmin e ho capito: la mia Z3 era fuori dai parametri. Perché il mio cuore aveva iniziato a battere per due.
Ad ognuna la sua gravidanza.
Ho fatto il test di gravidanza il giorno successivo e guardare quelle due stanghette comparire mi ha lasciata divertita, quasi fosse uno scherzo. Un sogno. Un momento irreale. Le abbiamo osservate entrambi, Massimo ed io, comparse in meno di un secondo, nette. Quando hai 38 anni te ne dicono tante, di cose. La più frequente è che ci va un po’ di pazienza, che i figli “alla tua età” non vengono facilmente. La seconda teoria più gettonata è che facendo così tanto sport e conducendo una vita così attiva non si sa se vengono. Quasi a dirti che non sei adatta, che le donne che cercano un figlio conducono una vita più attenta e riposata, che avere un figlio non è cosa se corri venti chilometri come se fosse la normalità. Ho sempre subito questi commenti con un misto di irritazione e compiacimento. Quasi che fosse vero, quasi che sul serio io non fossi fatta per fare la mamma.
Invece sono rimasta incinta la sera dell’unica gara della stagione, la Biella-Oropa, corsa con soddisfazione, faticosa nella sua salita costante, gratificante nel suo arrivo in volata.
In barba a tutte le dicerie, in barba al cosiddetto buonsenso, dopo una cena innaffiata da vino rosso e gustata con grande soddisfazione. In barba a come dovrebbe essere una madre secondo alcuni. Sono rimasta incinta la sera di una giornata vissuta appieno da Carlotta. Questo è il figlio di una me stessa al cento per cento, di una me stessa spettinata, sudata, sorridente e appagata.
I miei primi cinque mesi da donna incinta. E lo sport?
Ho pensato ogni giorno a come comportarmi in questa gravidanza, mi sono fatta dieci, cento problemi. E li ho superati tutti. Mi sono chiesta se esistesse un modo giusto per essere me stessa, MA incinta. Mi sono risposta ogni volta che il solo modo per essere Carlotta incinta fosse il mio.
Ovviamente ho verificato che tutto fosse in regola, dopodichè ho continuato a fare la mia vita.
Dicono che il diventare madre sia un momento di cambiamento. Leggo molti post di donne sportive che parlano di cambiamento e attesa, di saper accettare, di interpretare la vita in modo diverso.
Ecco, io non sono cambiata in quasi niente. Mi sono sentita anche in difetto per questo, ma non ho modificato nulla. La vera cosa che è cambiata è che ora siamo io e lui. Io e lui che respiriamo, io e lui che ci batte il cuore forte, quando corriamo e quando riposiamo. Lui che è mio figlio. Lui che quando corro si fa cullare dal movimento ritmico dei miei passi. Li che se corro piano scalcia e che se corro forte dorme. Siamo io e lui che andiamo a lavorare con il sorriso.
Io sono io, io sono Carlotta e lui è già lui. Un lui, sì. Un lui che abita le mie viscere, che mi allarga il bacino e mi accarezza la pancia.
No, non ho smesso di correre. No, non ho iniziato a fare ginnastica dolce. Perchè io sono io soprattutto se corro e quando corro sto bene e se io sto bene, mio figlio è felice. Lo so, lo sento. Fa male? No, non fa male. Lui è lì da 20 settimane e in 20 settimane è stato un passeggero innamorato e gentile. Cosa dicono i medici? Dicono che sto bene. Dicono che lui sta bene. Il suo cuore batte forte e chiaro, gli organi sono già perfetti e funzionanti.
Questa sono io, a 20 settimane di gravidanza. Questo è mio figlio, che nascerà tra circa altre 20 settimane.
Questi siamo noi due, innamorati uno dell’altra. Felici.
Lo sport in gravidanza.
Io non sono un medico e non potrei parlare di questioni mediche. Vi dico solo che il bambino sta bene, che i miei valori sono perfetti: glicemia a posto, pressione perfetta, peso corretto, emocromo perfetto, saturazione del sangue perfetta. Questo è tutto quello che mi sento di dire. Oltre al fatto che quando faccio sport sto meglio e nei giorni di riposo mi sento più debole.
Sullo sport – soprattutto sulla corsa – in gravidanza si dicono molte cose, la maggior parte frutto di dicerie risalenti a generazioni passate. La più gettonata è una ipotetica ipossia del feto nel caso di sport aerobici della madre, seguita da aborto spontaneo, affaticamento eccessivo, svenimenti e malformazioni. Le nuove ricerche di questi ultimi anni dicono che non ci sono correlazioni tra queste sciagure e lo sport (se volete potete leggere questo articolo del British Journal of Sports Medicine https://bjsm.bmj.com/content/54/23/1395).
Detto questo io non inizierei a praticare uno sport faticoso come la corsa proprio in dolce attesa, in quanto iniziare un nuovo sport senza la dovuta preparazione può essere molto impattante sul fisico, anche senza gravidanza. Io corro da molti anni con volumi di corsa elevati. Oggi mi limito in chilometraggio e velocità, semplicemente voglio che lo sport mi faccia bene e non ho certo gare da preparare. Molte amiche hanno avuto gravidanze più complicate o banalmente pance decisamente più voluminose che hanno creato loro diversi disagi. Lo sport deve essere calibrato sulla persona e non un valore assoluto, a prescindere dallo stato di gravidanza. Monitorare la propria frequenza cardiaca potrebbe essere d’aiuto per calibrare l’allenamento.
La mia è la gravidanza di una donna che ha fatto dello sport uno stile di vita, di una donna che vorrà trasmettere questo valore a suo figlio e che è pronta a vivere il suo tempo da madre essendo se stessa.
Disclaimer: prima di continuare a correre, ho consultato un medico per una ecografia e una visita preventive. Solo dopo aver appurato che la gravidanza procedesse senza problemi ho calibrato la mia attività fisica sulle nuove esigenze di noi due.
Ti seguo e leggo le avventure della tua vita da molto tempo e questo post mi ha commosso . Sono molto contento per te per la tua nuova avventura, la più bella e grande della vita. Conoscendoti, anche se solo dai tuoi racconti, non avrei potuto immaginare un approccio diverso da quello che leggo qui sopra. I tuoi consigli e suggerimenti il tuo approccio alla corsa e alla vita mi hanno aiutato e continuano a farlo.
Goditi in pieno questo momento e quelli che verranno
Ti auguro tutta la felicità possibile.
Grazie mille Denis, sì, hai ragione, questo è il solo modo che mi viene naturale per affrontare la vita. Non riesco a non volerla assaporare tutta e con il sorriso. In passato pensavo che la gravidanza mi avrebbe cambiata e per questo non la accettavo. Ora invece la vedo come un grande accrescimento, che invece di cambiarmi mi rende ancor più me stessa. E’ un periodo stupendo. Grazie
Congratulazioni!! ♥️
Fai bene a non cambiare chi sei e a non smettere di fare ciò che ti realizza e ti rende felice.
Mia moglie al nono mese faceva escursionismo sulle Dolomiti! 😉
Grazie! Speriamo allora di stare bene anche nei mesi futuri!
Penso che tuo figlio e Massimo siano fortunati ad avere una madre ed una compagna in gamba come te! Propria la scorsa settimana io sono andato a correre con Giulia, 22 anni, una dei miei tre figli. Marco, quello di 23 già mi “batte”! (sigh!). Il mio augurio per te è quello di trovare sempre la voglia, la forza e le motivazioni per mantenere viva questa passione e presto condividerla con tuo figlio. Peccato che 2000 Km di distanza non ci consentano una mattina di queste di farci una corsa insieme!!
Infine mi fa piacere condividere con te e con chi vorrai la “poesiuncola” (poesia sarebbe una parola troppo grossa) che segue.
Se ogni giorno che corro
Se quel giorno che corro
vedo un sole al tramonto.
Se quel giorno che corro
un riflesso sul mare mi abbaglia.
Se quel giorno che corro
un gabbiano che vola mi urla.
Se quel giorno che corro
un coniglio mi guizza tra i piedi.
Se quel giorno che corro
un sorriso mi incrocia un secondo.
Ogni giorno che corro
io mi sento un po’ eroe.
E pensando alla vita che fugge
io quel giorno ho sconfitto la morte.
E se anche è illusione,
E’ illusione che basta.
Come sempre bellissima! Grazie