#IoVolo: in Parapendio sul Garda, tra climbers e acrobati della vertigine

Molti anni fa ho fatto una scelta sportiva: correre. Sono dell’idea che se hai una passione, devi dedicarti a lei. E’ come quando ami una donna: devi (dovresti) dedicarti a lei.

Ma questo non significa che non puoi chiacchierare con le altre!

Ed è così che, dopo aver passato un’estate a vagare per i monti a sperimentare il trail running, mi sono trovata al Rock Master Festival . No, non si tratta di un festival di musica rock con improbabili nostalgici degli anni ’70, ma uno dei meeting internazionali di arrampicata più importanti del mondo.

Cosa c’entri il climbing con la corsa, beh, non lo so. Cosa c’entri l’arrampicata con me, lo so, invece: c’entra che sono negata. In passato ho provato a prendere qualche lezione di arrampicata sportiva, ma ho desistito. Le mie mani sudano inverosimilmente e in una palestra, su appigli in polimero liscio, beh… non sto appesa nemmeno 30 secondi. C’è da dire che, dicono, l’arrampicata sia una questione di gambe… Sarà, ma non ho proseguito.

Eppure la curiosità è donna e io sono una donna curiosa, per cui non ho resistito all’invito di Teva per mettere il naso tra i “ragni” delle falesie.

Eccomi, quindi, dopo 4 ore di auto e il sedere imbalsamato, ad Arco di Trento.

Il RMF (yeah)  fa vivere la cittadina di centinaia, probabilmente migliaia, di appassionati di appigli e di corde. Mi sono sempre piaciuti i climbers: arruffati, tatuati, sorridenti, rilassati, cane-muniti, colorati e, molto spesso semi-scalzi. O meglio, dotati di distrutti sandali indistruttibili (buttate un occhio alla collezione Teva e scoprirete perchè mi piacciono).

Una cosa accomuna climbers e runners: i piedi. Fanno generalmente “sjai” come direbbe mio babbo (“impressione” per i non piemontesi). Tra calli, unghie rotte e vesciche ce la battiamo… E io, è notorio, se c’è una cosa di cui non vado fiera sono i miei piedi.

La cosa migliore del week end è che non arrampicherò, ma proverò un’esperienza che ha poco a che vedere con la gente “con i piedi per terra”.

Voliamo. Voleremo.

Attaccati ad una vela. In parapendio insomma, con l’ XAdventure Team.

Soprassiedo sulla paura, perchè ve la immaginate, e passo a piè pari al volo.

Partiamo dal Monte Baldo, arrivando in vetta grazie alla Funivia che parte da Malcesine e arriva in pochi minuti sù, fino in cima.

Con i nostri piloti dell’ XAdventure Team, carichi di vele e imbraghi, passiamo un gregge di pecore che sembra essere lì per scenografia.

Il panorama è splendido e il cielo terso: altipiani leggeri, strade bianche, in lontananza le montagne e sotto il Garda. BLu. Grande.

Alan mi attrezza che sembro il Brucaliffo. Solo più brutta.

Mi dice che devo correre e saltare.  Chiaro: corro e salto. Vestita da corsa, non fosse per le sneaker Teva, le nuove Arrowood che mi danno quel briciolo di sicurezza in più.

Corro, o meglio ci provo, perchè cado di faccia sul pendio. Per la prima volta qualcuno mi dice di correre e non corro…

La vela si tende, mi porta indietro, non capisco un beato niente, ma mi trovo in aria. Non so bene cosa abbia fatto Alan, ma c’è un video e ve lo mostro presto. Io sono sicuramente ridicola.

Dopodichè è solo stupore.

Sono seduta nell’aria, con una GoPro in mando e Alan che dice cose che dovrei fare, ma mi sento impacciata come una bambina con il salvagente.

Lui mi racconta (perchè glielo chiedo) che la sua è una storia fatta di Aria. Suo babbo era già appassionato e lui ha iniziato prestissimo.

Io,che ho bisogno di sentire il passo sulla terra, di percepire il peso e la fatica, mi chiedo sempre come ci si avvicina a questi sport. La risposta è sempre la stessa, come per tutti: perchè mi fa stare bene.

E lo capisco, perchè nei 30 minuti di volo mi sento come mai prima. Sono LIBERA. Che poi non è vero perchè sei tutto tranne che libero in un volo in tandem (per fortuna), ma non peso. Per questa volta non peso.

Mi racconta che corre in montagna. Che ha una vela super leggera e quindi corre in salita e poi, se le condizioni lo permettono, scende volando.

Invidio questa libertà.

Forse il parapendio è un viaggio.

Atterriamo meglio della partenza.

Negli occhi ho immagini bellissime. Le ginocchia tremano e continuo ad assomigliare al Brucaliffo, solo un po’ più sudata ora.

Dopo due giorni ho ancora la stessa sensazione: allora si può essere liberi.

Grazie a Teva, XAdventure e Rock Master Festival

E ad Alan per la pazienza.

Guarda il video e la gallery!

 

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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