La neve si scioglie dolce – Le nascoste Valli Valdesi
Quest’anno a Pasquetta c’è stato il sole.
Un sole fatto di raggi tranquilli, rilassati.
Val Germanasca, Prali. Io normalmente avrei corso. Come tutte le Pasquette degli anni passati. Come tutti gli altri giorni, solo un po’ di più perchè è festa e la festa si onora a colpi di sudore.
Invece ho lasciato perdere la velocità e mi sono dedicata a fermare i numeri sul quadrante del Garmin, quei numeri che troppo spesso decretano la vita felice del runner.
Sempre più sovente penso che noi maratoneti siamo come quei timer da cucina, a forma di gallina o di maiale. Quei timer in plastica che si trovano nei banchi del mercato a un paio di euro.
Esplodiamo in un felice driiiiiiiiiiinnn quando tutti i secondi finiscono. Solo così pensiamo di poter essere felici.
Per oggi ho lasciato il mio timer a Torino, per salire a passo lento per i pendii di Ghigo di Prali, io con l’amica di sempre.
Questa è di quelle amicizie che non hanno le parole.
Non perchè non ce ne siano di sufficientemente importanti e profonde per descriverla, è che proprio non ce ne sono. Non ci servono. E’ un’amicizia così semplice che non ha parole.
Saliamo sulla neve ancora dura. Brilla al sole.
Mi piace pensare di essere ad Aprile e camminare sulla neve. Il bosco è silenzioso, noi a tratti anche.
Abbiamo lasciato i pensieri pesanti a casa, i miei sono insieme al timer. Credo siano lì ad esplodere: driiiiiiiiiiinnn, tutti insieme.
L’aria è perfetta, leggera. La sento entrare, mentre i polpacci si sciolgono come il manto sui tutti.
Le stalattiti di ghiaccio scintillano. Il rudere davanti al quale ci fermiamo è datato 1885, salvo poi scoprire altre iscrizioni sulle pietre del muro a secco. Seguiamo la storia di vecchi abitanti dai nomi francesi di François ed Hétienne sulle pietre e quella dei tarli nelle travi annerite.
Siamo solo noi. Niente serve a chiudere questo cerchio già perfetto. Solo Romina, io e la neve. E le gocce che scivolano tra le radici dei crochi che spuntano.
Scendiamo. Sprofondiamo e ridiamo.
La vita oggi è così semplice, senza pretese. Senza colori accesi. Senza squilli di timer.
Il pranzo troppo aglioso ci intorpidisce la lingua e la mente. La comunità valdese di Agape, dove recuperiamo la terza delle amiche, mi affascina e mi stupisce. Mondi diversi, bolle nelle bolle. Insiemi e sottoinsiemi di visioni e respiri.
Così mi sono sempre immaginata la vita tranquilla.
Giornate nelle quali fa stupire la vigna che si inerpica tra la roccia, tanto quanto la vita che cola lungo i pendii che tra un paio di mesi risorgeranno verdi.
Risaliamo in macchina mentre qualche bambino gioca nella piazza della borgata di Fontane, Val Germanasca, Provincia di Torino.
Li lasciamo a quel gioco semplice, portando negli occhi il luccichio della neve, croccante sotto ai piedi.