La Storia di Erika – Una Principessa alla EA7 Milano Marathon
Ho iniziato a correre 7 anni fa, un corsa consigliata e “forzata”.
Dovevo cercare stimoli in me stessa per combattere quel mostro che si chiama depressione.
Fino a quel momento non avevo mai corso e facevo anche fatica a capire cosa ci trovassero di bello in questo sport faticoso e “sudato”. Guardavo i volti estenuati e stravolti ci chi correva, magari al gelo o nel terribile caldo estivo, e non capivo
Nel giro di pochi mesi mi era crollata la terra sotto ai piedi.
La fine della mia più importante storia d’amore, la delusione verso amicizie rivelatesi false ed un datore di lavoro che mi contraddiceva sempre e mi sminuiva mettendo in discussione la mia professionalità, mi hanno trascinato in un buco nero sempre più profondo.
Risalire da quell’abisso buio è stata durissima, soprattutto per una persona fragile e sensibile come me.
Sono improvvisamente passata da una vita apparentemente perfetta al vuoto totale.
La mia testa mi portava a fare ragionamenti che non avevo mai affrontato, pensieri bui come quel baratro. Vivevo in un perenne stato di insicurezza, paura, vergogna.
Per ritrovare la fiducia e la stima di me stessa, per tornare a volermi bene mi hanno consigliato di correre.
Ricordo ancora la fatica fatta per percorrere 2 km, il giro dell’isolato.
Una fatica piacevole tuttavia, sicuramente più piacevole dei miei oramai costanti pensieri bui.
Così ho provato da iscrivermi alla Deejay Five di Milano del 2009.
Ciò che mi ha maggiormente affascinata è stato l’entusiasmo della gente che correva intorno a me.
Mi sono lasciata invadere da questo entusiasmo, ho assorbito la loro gioia come una spugna.
Così, poco dopo, mi sono messa alla prova sui 10km iscrivendomi alla Stramilano, poi alla Deejay Ten e a tante altre manifestazioni podistiche.
Questi diventano i miei appuntamenti fissi ed imperdibili, perché come mi avevano detto la corsa mi ha restituito due cose fondamentali che avevo perso: la voglia di credere sempre in me stessa ed il mio sorriso.
L’anno scorso ho provato la mia prima mezza maratona, senza un piano di allenamento vero e proprio, ma solo con la volontà di arrivare fino alla fine.
Ho corso gli ultimi 2km piangendo di gioia, perché seppur stanca e sfinita e con le gambe dure come tronchi, ho realizzato che sarei arrivata a prendermi quella medaglia, e me la meritavo davvero.
Una medaglia per me, solo per me.
Oggi continuo a correre per me. E per mio figlio che si aspetta sempre una medaglia quando torno a casa.
Il 2018 sarà l’anno dei miei 40 anni e voglio regalarmi la distanza Regina, la Emporio Armani Milano Marathon, la Maratona della mia Milano.
Sono ovviamente timoroso, ma anche molto tenace e determinata.
Non so quanto tempo ci impiegherò, ma sono sicura che tra fatica e lacrime ce la farò e arriverò al traguardo sorridendo.
Erika
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