Libera di Sognare – Da Menton a Nizza, la strada per Boston
Liberi di sognare.
Oggi correvo sul mare, di fronte al mare. Con gli occhi dentro al mare e nelle narici l’odore di sale e macchia mediterranea.
Conosco bene queste note caramellizzate dal sole, dove la terra incontra l’aria.
Mi sono sentita libera.
Mentre le gambe andavano avanti lungo un tragitto alle volte incerto, la mente si è trovata a volare sulle onde.
Mi sono sentita libera di sognare.
Ancora, sempre, sognare e spingere il sogno un po’ più in là.
Ho incontrato qualche ciclista, qualche pedone, molto silenzio.
Due ore di corsa mi fanno sempre un regalo prezioso: l’interruttore della coscienza si spegne, la mente e il cuore si prendono per mano e danzano sul pavimento del vento.
Ho pensato a cosa fanno le persone la domenica mattina. Chi dorme, chi si regala una colazione sognata.
Io ho un appuntamento con un volo incredibile, il volo dei sogni.
Un volo a cui vado incontro di corsa.
Boston, la Maratona, la Vita.
Mentre il rumore delle scarpe sull’asfalto mi tiene vigile. O quasi.
E il sogno per un momento si confonde con la realtà. Per un attimo vorrei fermarmi ad osservare il mare, mentre un treno corre sui binari di fianco alla strada.
Ma non mi fermo.
Il vento è forte e mi porta verso luoghi lontani. Ad ogni raffica vorrei alzarmi come un’aquila, aprendo le ali. Le apro sul serio le braccia, quando posso.
Mi lascio portare quando il vento si fa a favore e rallento picchiandolo a testa bassa quando mi vuole abbracciare stretta.
Mi sento un’aquila. Forse un gabbiano.
Forse un piccione?
Eppure volo. Ad ogni passo la Boston Marathon si fa più vicina, mi allunga la sua magno di Sogno, evanescente e brillante.
Arrivo a Nizza che il sorriso non sta più nei confini del viso. Mi fermo, per respirare l’aria tiepida e attraversare il mercato dei fiori, il giusto tempo per riempirmi gli occhi di ranuncoli bianchi e mimose precoci.
Volo.
Sì, io sono libera di sognare.
Dedicato a tutti coloro che hanno ancora troppa paura per essere liberi di sognare.