Per correre c’è chi si mette in mutua. Mi sono licenziata.

In questi giorni sta facendo scalpore la storia del dipendente della Val Camonica che, mentre per il suo datore di lavoro era in mutua, si stava allenando per un ultratrail super tosto (non ho ancora capito quale).

Ovviamente il trentenne è stato denunciato per truffa e licenziato.

E ci mancherebbe.

Ma quanti di voi ci hanno pensato? Almeno una volta nella vita:

“ma sì, ci provo. Telefono in ufficio e mi do malato, poi infilo le scarpe e via, una bella corsa lunga in tutto relax”.

Io l’ho pensato tante volte, troppe.

L’idea della fuga dalla scrivania, un mestiere (stupendo) che non mi rispondeva, un’incredibile voglia di aria aperta, mare, montagne, viaggi (sulle gambe).

E in me ha iniziato ad insinuarsi il dubbio di non essere nella vita che volevo vivere.

Mi sono fatta tante domande in quel periodo. Amavo il mio lavoro da un lato: creativo, di responsabilità, in un ambiente internazionale, tanti viaggi, uno stipendio che mi avanzava sempre alla fine del mese. Cosa volere di più?

La società è abituata a considerare il lavoro quella cosa che “fa fatica”. Andare al lavoro DEVE essere un sacrificio. Se fai qualcosa che ti piace, non può essere lavoro.

La corsa è la mia passione, scrivere è sempre stato il mio “orto ben curato”, il mio orgoglio, il modo in cui ho da sempre espresso me stessa. Nelle parole ritrovo sempre il significato di tutto.

Poi un giorno ho letto un intervento di un manager il cui significato era questo:

Molto spesso confondiamo la passione con il lavoro e stimiamo chi “fa della sua passione un lavoro”. Invece non è sufficiente. Dobbiamo fare del nostro miglior TALENTO il nostro lavoro.

Ho deciso che avrei scritto, scritto parlando di corsa. Scrivere è la mia più grande dote e lo dico senza inibizioni. Io sono nata per comunicare con le parole scritte, per trasmettere con la scrittura quello che ho dentro, per condividere il mio entusiasmo e con questo fare un regalo ad altri.

E mi sono licenziata.

Non pensate sia stato facile. Alle volte qualcuno mi dice che io “sono fortunata a fare ciò che mi piace”.

Non è questione di fortuna. E’ questione di coraggio.
Ci va coraggio a scardinare le convenzioni.

Niente stipendio a fine mese, niente sicurezze, niente cene fuori, quasi nessuna vacanza. Nessun tempo per me stessa oltre al mio lavoro, ma non ne sento il bisogno perchè IO SONO IL MIO LAVORO.

Non faccio shopping, non ho un’auto nuova, non vado dal parrucchiere, non affitto hotel e non mi muovo in aereo. Ceno fuori solo quando posso, le vacanze sono in tenda e a piedi, se ci sono, compro la maggior parte della spesa nel banco delle offerte.

Ho scelto e non tornerei mai indietro.

E la novità è che presto ci sarà una sorpresa, una sorpresa della quale sono orgogliosa.

Presto ve la svelerò e sarà dedicata a tutti voi, per trasmettervi l’entusiasmo che ho io, per rendere migliore la vostra vita.

Senza licenziarvi, giuro 😉

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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