Limone Extreme: un primo assaggio di Skyrace al femminile

Il trail running non è la mia disciplina.

Hanno tutti un bel dire che siccome vengo dalla Valle d’Aosta e siccome corro le maratone, allora l’ovvietà è che dovrei essere forte pure nel trail.

Non è così. Se mi metti su una montagna è difficile che io sia capace di correrci.

Penso, tuttavia, che il bello della vita sia mettersi in gioco. Cambiare. Ho appena letto il titolo di un evento interessante:

“Solo gli stinti non cambiano colore”.

Ed è così che mi sono ritrovata a correre sulle montagne che incorniciano Limone sul Garda in occasione della gara “corta” Della Limone Extreme Skyrace, una delle skyrace più prestigiose di sempre.

Il progetto, voluto da Paola Rizzitelli e Roberta Sodero, che mi ha vista, appunto, “cambiare colore” si chiama #Donna4Skyrace.

Il concetto cardine è un concetto che mi appartiene e che mette al centro la forza di volontà e la determinazione di noi donne.

Molte e differenti sono le storie che una donna vive e molte sono quelle che si incontrano sul percorso di una gara.

Come la mia e quella della mia amica Karen, anche lei blogger, ma oltre a questo supermamma e superfemmina.

In qualche modo le storie, la mia e quella di Karen, si sono sviluppate parallelamente. Mentre io divento competitiva se vedo qualche chilometro di asfalto, Karen su strada è serena. Viceversa, mentre io arranco e mi godo il panorama, alla partenza della Limone Extreme lei è tosta e concentrata (e infatti chiude in decima posizione).

Durante il viaggio siamo lei, io, il suo compagno Luca e la loro divertente pulcina di 13 mesi, Stella, che ride per il 70% del tempo. Guardo Karen e vedo un riflesso di me che non ho ancora mai indagato. La maternità non è tra le mie priorità (al momento) e la osservo nei suoi gesti. Combinare una vita sportiva con una vita da madre amorevole non è facile. L’equilibrio è più precario di quello di quando corri su un single track in cresta. Eppure la capacità di Karen di vacillare senza scomporsi mai troppo è invidiabile.

Io, che non temo l’avventura, in un viaggio così complesso non mi sono mai trovata, ma è bello vedere come il fiume della femminilità abbia sempre questi guizzi inaspettati e mutevoli.

In hotel incontro Milena, dopo tanti anni. Ci eravamo conosciute alla Misurina Sky Marathon quattro anni prima e poi incrociate in rare occasioni. Anche Milena ha corso la Maratona di Berlino, anche Milena su strada è più lenta, ma tra salite e discese ha tanto da insegnarmi.

Poi c’è Laura, che ho conosciuto qualche mese fa e che ha un sorriso aperto e sincero che adoro. E Francesca, la “mia” Francesca che ha corso la sua prima mezza il 30 settembre (leggi la sua storia) che oggi non corre, ma che accompagna il fidanzato.

Parto nelle retrovie. Ho un certo timore di queste gare per me sconosciute e me ne sto tranquilla dietro. Il primo chilometro vola e supero un certo numero di Persone. Siamo in piano e io in piano mi sento nel mio.

Poco dopo la mulattiera sale, ma rimane larga e la pendenza costante. Penso a tutte le tecniche di corsa in salita, penso agli sprint al Monte dei Cappuccini fatti qualche giorno prima e non mollo un istante.

I polpacci iniziano a bruciare, ma ci voglio mettere testa e anima. Mi sento bene, respiro bene, mi sento forte. Quando il sentiero inizia ad arrampicare su per la montagna inizio a camminare spingendo sulle ginocchia.

Il sudore cola sul collo. Fa caldo e il sole è proprio quello secco dell’autunno. Mi volto di tanto in tanto e guardo il Lago di Garda sotto di noi che si allontana.

Limone sul Garda è un paese splendido. Sembra di essere in Costa Azzurra, tra le limonaie arroccate sulla collina e il profumo di terra calda.

Nei brevi tratti in falsopiano corro. E supero diversi atleti, finchè non mi assesto alle spalle di una ragazza minuta che ha un passo simile al mio: in salita andiamo a grandi passi, nei traversi corriamo per sciogliere le gambe.

Ad un certo punto iniziamo a parlare e mi chiede da dove vengo: “Torino” risponde e lei rimane stupita che io sia venuta fino lì.

Le dico che sono blogger e mi occupo di corsa e donne e lei mi risponde che fa parte del gruppo di #Donna4Skyrace.

Non conosco il suo nome, ma leggo nelle sue parole l’orgoglio di essere lì per il progetto. Mi parla di quanto Paola ci abbia messo anima e cuore, mi parla delle sue compagne e me ne presenta qualcuna.

Procediamo così in un gruppetto di quattro, senza competizioni, chiacchierando e ridendo.

Bello essere donne insieme.

Finchè non arriva la discesa. La discesa è la mia croce.

Le scarpe sono molto leggere e io ho paura di scivolare. Il pensiero delle mie ginocchia sbucciate a causa del mio equilibrio non così performante mi mette ansia. Sono come quei bambini che giocano a farsi paura con le storie di fantasmi: io mi auto-spavento con l’immagine di me che cado.

Così tutti quelli che avevo superato in salita mi prendono e passano, mentre io lentamente scendo al mulattiera in selciato come se camminassi sulle uova.

Quando finalmente la pendenza si fa di nuovo accettabile mancano un paio di chilometri alla fine e metto la marcia alta.

La falcata torna ad essere quella da maratoneta, fino a trasformarsi negli ultimo cinquecento metri in quella da velocista (che non sono).

Supero e volo. Volo e supero. E arrivo in 1 ora e 45 minuti.

Karen mi aspetta da quasi mezz’ora per poter andare da Stella.

Il lago brilla sotto al sole. Karen mi dice orgogliosa del suo decimo posto. Stella ride come (quasi) sempre, Luca entusiasta va a seguire la partenza della Skyrace dei grandi, tra i quali Kilian e Marco Degasperi.

Sulla piazza di Limone sul Garda i campioni delle riviste di corsa stanno per sfidarsi sui 29km della Limone Extreme Skyrace.

Partono a bomba, mentre io trascino la mia storia di maratoneta imprestata al trail fino alla doccia dell’hotel.

Sono incredibilmente felice.

E la mia storia da trail runner credo sia appena cominciata.

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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