MAGRAID: un viaggio di corsa in Friuli
I “magredi” sono terre diverse.
I magredi sono territori unici, fatati. Luoghi dove i sassi prendono vita, dove l’Occhione (specie di uccello migratorio) ti sveglia la notte, dove l’acqua spunta dal basso per scorrere qualche centinaio di metri in superficie e ritornare nelle profondità della terra.
I magredi sono in friulano le terre magre. Povere. Desolate.
Nei magredi ogni forma di vita è una scoperta. Se stai attento sentirai il vento che ti porta un canto, lontano, freddo. Dai monti…
Il MAGRAID, invece, è una 100km. Sì, una 100km di corsa, a tappe, per la precisione tre: la prima da 20, la seconda da 55 km e la terza da 25. In questa odissea chilometrica si attraversano tutti magredi, tutti i fondi, tutti gli orizzonti di questi luoghi Patrimonio dell’Unesco.
Antonio (Iossa, l’organizzatore), ci spiega che il primo giorno si è sulla terra, il secondo sui sassi e il terzo nell’acqua. Di corsa.
Una gara impegnativa, che i primi vincono in una manciata di ore e che per me e Roberto Nava non sarà altro che un viaggio, della durata che deve avere: lungo.
Il 16, 17 e 18 giugno, infatti, io e Roberto correremo tra quella steppa.
Cercando di non piegarci nè le caviglie, nè la volontà.
Supportandoci, sopportandoci, aiutandoci, viaggiandoci.
Oggi siamo andati a “buttare un occhio” tra i magredi e ci siamo lasciati affascinare dai racconti di Paola (Mariotti, 3 volte vincitrice femminile della gara) e Piero (Toffoli) e abbiamo deciso: ci saremo, correremo, proveremo a lasciarci trasportare da questa esperienza.
Io penso alla parte ludica, ai pernotti al campo base, in tenda, quando nel mio immaginario mi ristorerò con prosecco e salumi delle aziende locali. Perchè nel MAGRAID si dorme tutti insieme, in tenda, condividendo la fatica, la passione, il sogno.
Noi arriveremo quando i primi saranno già a dormire, ma nei nostri occhi non ci sarà spazio per la delusione competitiva (e direi…).
Perchè non venite con noi?
Le iscrizioni aprono tra poco. Il 14 febbraio, San Valentino (…)
Non lasciateci soli, potremmo rimanere qui per sempre. A bere prosecco però 🙂
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