Maschere da corsa.

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In Macedonia

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Vi siete mai soffermati a guardare chi incontrate correndo? Io lo faccio molto spesso, con una curiosità quasi morbosa. Non mi interessa vedere molto in realtà, mi interessa percepire i dettagli e chiedermi cosa provano in quel momento.

Un po’ come quando guardi nelle finestre delle case illuminate, alla sera, e ti scopri a pensare cosa stanno mangiando quei due per cena, sì, quei due dietro alle tende di garza bianca. Questo vi è capitato, lo so…

Ecco, io provo lo stesso sentimento al parco la mattina.

Li guardo e osservo un po’ tutti i dettagli, dall’espressione del viso, a dove dirigono lo sguardo, allo stile con cui corrono, al rumore che fanno i loro piedi, al profumo (o odore) che si lasciano dietro quando li incroci.

C’è chi è serissimo e non toglie lo sguardo, chi saluta, chi sorride con tutte le rughe che ha in viso, chi balla, chi trascina i piedi… ognuno ha i suoi perché.

Soprattutto in inverno, quando alle 7:00 fa buio e si ha sonno, allora lì è ancora tutto più interessante e ovattato.

Ma ora è estate e alle 7:00 c’è il sole (o la pioggia J) e la gente è allegra, anzi, si moltiplica, al parco ci sono orde di new entry entusiaste e le mie riflessioni morbose non riescono più a trovare la tranquillità.

E allora mi sposto sull’ovvio.

Come si veste la gente quando corre?

Il mio particolare interesse si rivolge in realtà alle donne, da sempre più sensibili all’argomento outfit. Non che mi importi di vedere se matchano i colori, mi concentro di più sullo stile di abbigliamento.

La distinzione diventa semplice. Ci sono quelle che anche se ci sono 30 gradi non lasciano un cm di pelle scoperta, e quelle che più si scoprono meglio stanno. E non è una questione di caldo, è una questione di filosofia della corsa.

Ora mi direte che è una questione di esibizionismo e di non comfort con il proprio corpo, ma io vi dirò che non c’entra. Credo che sia un modo di vivere quel momento.

Non è detto che la “libera” abbia un bel corpo, è tutta un’attitudine la sua. Quando corre vuole sentire tutta l’aria sulla pelle, vuole andare incontro all’aria. Sorride beata e ama percepire il sudore che cola sulla pelle. Si vede la cellulite? Il rotolino? Quale rotolino? Quale cellulite? Sembra solo dirti mentre sorride: sssstttt con i tuoi commenti, non vedi? Sto correndo!

E un moscerino le si infila tra i denti. Tchic…

E poi c’è lei: pantalone lungo, maglia larga, visiera. Non si vuole vedere nemmeno lei mentre corre, quasi che non ci crede. Sì, ok, sto correndo, ma lasciatemi in pace. In realtà voglio solo isolarmi e non pensare.
Non immaginate che sotto quegli abiti troppo larghi si nasconda un corpo che non vuole ricordare, magari è anche tonica. E’ che è quel momento che le pare di dover nascondere.

Le passi a fianco e non ti guarda. Corre, ma sembra avere gli occhi chiusi. Pensa a quando arriverà a casa e farà una doccia. Allora in quel momento assaporerà la sua corsa. Solo in quel momento, quando toglierà gli abiti di dosso e sarà sola.

La mia menzione speciale va a quel caso unico che tutti noi incontriamo. Questo è il mio: lei corre con le cuffie, ma non gli auricolari: un paio di cuffie  verdi giganti, iphone in mano, occhiale da sole fluo con lente specchiata. Pantalone della tuta e scarpe colorate. Corre e balla.

L’unica cosa che penso guardandola è: lei VIVE.

E io ne sono felice.

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