Questa giornata parte con la notizia che il gruppo delle 4Girls è a metà.

Difetti dell’autunno appena cominciato, il mese di settembre ci vede un  po’ dimezzate. Già, anche noi ci ammaliamo e per chi studia come Vale settembre è mese di esame (da avvocato, sì… così se andiamo troppo veloci e ci incidentiamo con qualcuno ci difende ;-))

Indi per cui alla partenza della mezza Maratona di Torino ci si ritrova in 2 e non in 4.

Ma lo spirito vale per 4, anche se siamo in 2.

Ma d’altronde davanti a noi ci sono “solo” 21 chilometri, quindi una “half” marathon e non una Marathon con la M maiuscola (ma poi chi lo dice che vale “half”?) e noi siamo le 4Girls4Marathon, quindi per un calcolo matematico, se in 4 facciamo una maratona, quante Girls bastano per fare una mezza maratona? Bhè, insomma siamo in 2, ma sappiano che le altre 2 pensano a noi 🙂

Partiamo io ed Elena con ansie  e dubbi, ma una cosa che ci accomuna: la voglia di dimostrare che 3 mesi di allenamenti con il DOC Massarini valgono una “Full”, un “Full-Half-Marathon”.

Partiamo belle dritte,a tutta, come direbbe qualcuno. Con la voglia di fare, come diremmo noi.

Obiettivo? Quello di dimostrare che valiamo, manco ce ne fosse di bisogno, ma alle volte ce n’è di bisogno (pare)

Partiamo con parole di incoraggiamento miti che io odio, Dai “VEDRETE che andrà bene e Poi anche SE non ce la fate, PAZIENZA”. Io odio i MA i SE e io VEDREMO. E soprattutto i PAZIENZA.

Per cui partiamo a tutta.

5 km e le gambe girano, 10 km e le gambe girano. 15 km e le gambe volano, 20 km e le gambe reggono (MIRACOLOSAMENTE)

Non credo a chi dice “lo faccio solo per me”, altrimenti non si iscriverebbe ad una “gara”. Credo alla sana competizione, quella che se anche non raggiungi il tuo obiettivo non piangi e non prendi a pugni gli alberi, ma quella che ti fa partire con la voglia di mettercela tutta, qualsiasi sia il tuo obiettivo.

E noi partiamo con l’idea che proviamo a superare noi stesse.

Senza l’ansia di arrivare prime, certo, ma con la voglia di fare che distingue le persone volitive da quelle che si accontentano.

Mi sono accontentata tante volte e ora non mi accontento più.

Insomma vogliamo fare il Personal Best.

Competitive?

Bhè, forse sì, ma senza mai perdere il sorriso.

Qualcosa mi dice che se riesci a mantenere la voglia di scherzare per tutti e 21 i km, allora, qualsiasi sia il risultato andrà bene e con la convinzione che se sorridi non avrai mai nulla da temere.

Un grande campione, un giorno non troppo lontano da questo, mi ha detto che la differenza tra un keniota ed un europeo, non sono le gambe, nè la struttura fisica. La differenza sta nella nella voglia di farcela.

E noi questa voglia l’abbiamo. Non quella di diventare delle olimpiche, per questo siamo un pochino in ritardo direi, ma quella di tenerci stretto il nostro tempo. Quella voglia che ama farti sentire le gambe stanche.

21 km di sorrisi, 21 km insieme, 21 km di amore per le persone che corrono con te, anche per quelli che ti superano.

1h38 minuti, entrambe. E se influenza ed impegni avessero lasciato libere le altre due girls, sarebbero stati quattro i tempi da 1h38minuti.

Non perchè sia il tempo assoluto che conti, ma perchè ci rende felici averci provato ed esserci riuscite.

Noi, donne normali.

Noi, donne che ci crediamo.

Dedicato a tutte le donne normali che non smettono mai di credere ad un sogno e dedicato a tutti voi, runners di qualsiasi velocità, che non vi arrendete mai.

TITOLI DI CODA:

Ma solo in Italia succedono ancora queste cose?Oppure la gente è maleducata ovunque?

Tutti i miei pensieri negativi, li lascio all’anziano a piedi che mi taglia la strada, mi guarda negli occhi e mi dice “Tu! queste maratone, fuori Torino le devi correre, non qui! Vattene fuori”…

Li lascio a quella signora che non voleva fare inversione in auto perchè la strada era chiusa e urlava, tremolante nel suo sovrappeso, rendendomi vergognosa delle parole di incoraggiamento che do alle donne.

Li lascio al sedicente corridore di mezze da 1h30minuti davanti a me, che correva prendendo a bestemmie i ragazzi volontari degli spugnaggi perchè secondo lui non abbastanza solerti.