TESTING SHOES: Mizuno Wave Rider 18 by Runner Blade

Un po’ di tempo fa, in collaborazione con Mizuno, abbiamo selezionato tra di voi un tester che provasse per noi le nuovissime Mizuno Wave Rider 18 (leggi qui articolo) e abbiamo selezionato Gian Carlo, runner perfetto per un paio di scarpe come le Wave Rider, veloci e tecniche.

Gian Carlo è un runner “esperto”, autore di molte maratone, triatleta veloce e molto attento e anche autore di un tecnicissimo e seguitissimo blog di corsa: http://corseggiando.blogspot.it/

(trovate Giancarlo anche su twitter: https://twitter.com/TriathBlade)

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Vi riporto qui la sua attentissima e validissima recensione!

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Sotto l’albero di Natale ho trovato questa scarpa bellissima, e chi mi conosce sa che raramente un regalo può risultarmi più gradito.

Nei miei ultimi 21 anni da runner questo modello di scarpa è stato quello che ho usato di più, ne ho avuti già 10 paia su 55… come la tabella sottostante documenta.
scarpe
Guardiamole
Considerando esclusivamente le varie Rider, con loro ho percorso tanti km sufficienti ad arrivare in qualsiasi parte remota del globo rispetto a Roma… tipo Australia, Giappone, Polinesia o Terra del Fuoco.
Fra queste 10 paia le 18 sono esteticamente l’oggetto meglio riuscito.
Verdi nel tallone e in parte del bordo esterno, sono nere in punta, bianche sul tallone e da mezza scarpa in giu ostentano queste particolari 50 sfumature di grigio che riescono a farne un vero oggetto di desiderio.
Belle è dire poco.
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Adagiata sulla mia solita bilancia sono rimasto basito nel constatare che al mio numero (8.5) la Rider 18 pesa solamente 256 grammi. Circa 15 grammi in meno rispetto alla Rider 17 e alla 16 ed è di oltre 25 più leggera rispetto alla versione 15.
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Infiliamole:
Malgrado questa forte cura dimagrante calzandola conserva viva la sensazione di morbidezza  delle precedenti versioni e solo quando cominciamo a correrci ci accorgiamo che nelle sue corde c’è il veleno.
Parola d’ordine: reattività.
Altezza tacco ribassata a 12 millimetri. E’ quasi vietato andarci piano.
Molto meglio se usata sul duro che non su terreni morbidi.
Quando molti anni fa le Rider debuttarono sul mercato facevano parte di una triade di scarpe Mizuno nate per atleti con appoggio neutro insieme alle Precision e alle Phantom.
La Mizuno indicava sul suo sito (allora scritto solo in Inglese) che tra un modello e l’altro c’era un’oncia di differenza(28 grammi abbondanti)
Le Phantom erano le più leggere, le davano per oltre 9 once e venivano consigliate per ritmi veloci da 3.30 fino a 4.00 al km, le Precision(oltre le 10 once) per correre fino a 4.30 e le Rider(oltre le 11 once) per correre fino a 5.00 al km, il tutto se parliamo di un podista con peso inferiore ai 70kg.
Ebbene, dal 1998 ad oggi le Rider hanno perso oltre 70 grammi.
Adesso è indubbio che la tecnologia abbia permesso di ridurre il peso a parità di capacità ammortizzanti, ma a mio giudizio questo modello negli anni ha anche perso la sua peculiarità di scarpa d’allenamento per evolversi a pura scarpe da gara, anzi adatta soprattutto alle gare brevi.
Corriamoci:
Se penso alla maratona vedo che il mio declino prestazionale anagrafico mi ha portato oggi a correrla a un passo di 4.40/4.45 al km quando tre lustri fa potevo stare intorno ai 4.15… ed è così che, se allora, le varie Rider da 310/320 grammi potevano essere considerate fin troppo pesanti oggi per le mie lunghe distanze le Rider 18 sono quasi troppo leggere.
Se poi scorro le classifiche delle grandi maratone internazionali che fanno numeri di iscritti da record(impensabili fino a qualche anno addietro), ma con poca gente capace di correre velocemente, mi vien da pensare che il bacino d’utenza di quelli che possono permettersi una scarpa simile è limitato e di sicuro …percentualmente in diminuzione.
Ormai il podista medio ha quasi 50 anni, pesa 70/75 chili, corre la mezza a 5 al km e se corre la maratona lo fa andando molto lentamente.
Beh, le Rider 18 non sono per lui.
Al massimo quel tipo di podista le può prendere come oggetto di culto, farci gli allenamenti più veloci o in pista o su asfalto e correrci quelle 2/3 gare da 10km dove l’intenzione di far bene finisce sempre per vincere sul buon senso.
La mia non è una critica alla scarpa in se, sarebbe come dire che la Ferrari non è una bella macchina perchè per girare nel traffico di Roma è meglio usare una Smart, ma di sicuro vorrei provare a sensibilizzare l’idea che per usare una scarpa come questa bisogna essere dei veri podisti… e oggi i veri runner rispetto alle masse crescenti di tapascioni scalpitanti sono rimasti una nicchia da riserva indiana.
Vero è che tutte le case produttrici di scarpe e Mizuno in primis hanno anche scarpe più adatte a chi non ha velleità prestazionali, ma è altrettanto vero che molti runners dell’ultim’ora ignorano le corrette modalità di scelta.
Ho letto che ultimamente, tra i podisti, sono aumentati a dismisura i casi di fascite plantare e ciò non mi stupisce, del resto… cresce la platea, crescono gli atleti improvvisati; la tanta pioggia caduta negli ultimi 2/3 anni ha appesantito i terreni e le scarpe che primeggiano nelle hit parade sono diventate piume…. e alla fine 2 più 2 da sempre 4.
Comunque concludo questa mia recensione parafrasando Esopo e la sua favola della volpe e dell’uva:
Siamo di fronte ad una delle più belle e migliori scarpe da running mai prodotte, ma visto che comincio a sentire che… ahimè … mi sta scappando via ho provato… senza riuscirci a dire che è acerba.
Come sempre buone corse a tutti, specialmente a tutti quelli che domani avranno la gioia di correre con queste mitiche scarpe.
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