Musinè, la montagna dei torinesi
Come si fa a non salire una montagna che si chiama così?
Musinè mi fa venire in mente un asino che mette il muso, un asino codardo, MU-SI-NE’.
In effetti non mi sbagliavo, il percorso è veramente da mulo da soma, corto corto, dritto dritto. Io che pensavo di correre ho provato a fare due balzelli e ho desistito: 750 metri di dislivello in 2 chilometri e qualche sono da rocciatore, non da runner.
Parti su una bella mulattiera (per l’appunto), per inerpicarti dritto fino alla cima, dove ti aspetta una croce di dimensioni spropositate e un panorama bellissimo su Torino.
Il caldo, il primo vero caldo della stagione, non ci ha dato scampo, vista l’esposizione sud-ovest del sentiero. Con tanto di falco sulla testa mi sentivo in un canyon.
Forse partire alle 11.30 non è stata un’idea vincente, lo ammetto. In ogni caso bella camminata di un’oretta che oggi sento tutta nei glutei.
Due particolari: l’animale nero peloso di nome Camilla che mi segue in )quasi) tutti i percorsi, sotto il sole facevi gli stessi versi che fa una donna obesa che sale le scale, l’ho fatta bere spruzzandole l’acqua dal camel back direttamente in bocca. Al ritorno mi ha confidato che non verrà mai più con noi, piuttosto impara a portarsi giù da sola.
Secondo: siccome un’oretta è proprio poco per un runner “vero”, l’altro animale che mi segue nei miei percorsi (tutti), l’animale riccio su due zampe che risponde al nome di marito, sta studiando un bel sentiero sui 20 km da fare oggi. Beata Camilla che resta a casa.
Ma che bella …dov’è ? Oggi dove corri ? buona domenica di corsa….
bel post e belle foto.brava