New Balance Summit Q.O.M., la recensione completa

Ora che mi sto buttando sul trail – come dice la pubblicità “sterrare è umano” – ho preso confidenza con le diverse scarpe da trail e con il feeling di queste scarpe, che è molto diverso da quelle da strada.

La prima sostanziale differenza che ho imparato è che

esistono scarpe da trail lungo, scarpe da salita ripida e scarpe da trail breve e tecnico

Quindi, a seconda della disciplina che prediligete – trail, ultra trail, skyrace, vertical – dovete scegliere la scarpa appropriata.

Per questo ho pensato di recensire le New Balance Summit Q.O.M.

Questa scarpa, dalla suola in Vibram® e la tomaia robusta, è una scarpa “secca”. Nel trail running, la definizione di “scarpa secca” significa una cosa diversa rispetto alla strada.

Se in strada il termine comune SECCO viene attribuito a modelli leggeri e molto reattivi, per ritmi alti e prestazioni di spinta, nel trail l’ammortizzazione non viene mai a mancare.

Ci sono modelli, però, più morbidi e confortevoli, come le New Balance Hierro v4, per restare in casa New Balance, che ho giudicato perfette per un trail lungo dal terreni misti e i dislivelli dolci.

La Summit Q.O.M. è invece molto diversa. E’ una scarpa che presenta una vocazione decisa verso i sentieri tecnici, le discese ardite e le risalite, preferibilmente spacca-gambe.

Dedicata al Vertical, alla Skyrace e alle altitudini notevoli, ecco la recensione delle New Balance Summit Q.O.M

Guardiamole

Quando le ho viste sull’espositore insieme con le altre ho immediatamente pensato ad una scarpa morbida, ma mi sbagliavo.

L’apparenza infatti inganna. Il profilo largo e stabile, la suola alta e la protezione molto imbottita del tallone la fanno apparire una scarpa dagli infiniti chilometri, confortevole e robusta.

Il puntale rinforzato ad attutire eventuali calci a pietre, linguetta spessa e soffice, lacci larghi e robusti le danno un look accomodante e “gentile”.

L’intersuola in REVLite, materiale estremamente reattivo, è alta e dà ammortizzazione. Un inserto interno in ROCK STOP® protegge metatarso e pianta del piede dall’impatto di pietre e rocce.

Il drop è di 8 mm, quindi direi buono.

La suola in Vibram® ha tasselli alti e forti.

La prendo in mano e la sento una scarpa robusta, solida, non pesante, ma di sicuro ben strutturata. La suola è rigida ed elastica, diciamo che capisco perchè si chiama “summit”: è una scarpa fatta per salire.

Infiliamole

Per infilarle devo allargare bene i lacci, perchè il collo è molto ben aderente. I lacci sono robusti e sono in un filato particolare. Hanno una sezione irregolare che li rende robusti e difficili da sciogliere (un laccio slacciato in un trail tecnico sarebbe effettivamente una mezza tragedia).

Il piede nella scarpa è molto giusto, fasciato, stabile, direi stabilissimo. La sensazione è quella di avere ai piedi un paio di scarponcini. La caviglia è sostenuta, mi sento estremamente sicura in questa scarpa.

L’intersuola è rigida, sul pavimento di casa fin troppo, ma il feeling interno non è niente male. Il piede è ben avvolto, comodo, protetto.

Mi sento come se avessi una armatura ai piedi.

Diciamo che se dovessi scendere da un sentiero pietroso sarebbero le scarpe che vorrei.

Corriamoci

Ammetto di averle provate ovunque: in collina a Torino con un fango morbido e impossibile, sulla neve di Cogne, sul ghiaccio, sui sentieri ripidi e sulle discese sassose del Musinè.

La scarpa è decisamente secca.

La suola poco flessibile la rende difficile sui terreni misti asfalto/terra, quanto la rende perfetta nelle salite molto verticali.

Sul fango – giuro che sarebbe stato impossibile correre di più – malgrado affondassi fino alla caviglia, hanno performato bene, nella neve al ginocchio anche.

Il piede rimane nel limite del possibile caldo e asciutto e la protezione alta della punta è perfetta anche sulla neve ghiacciata e sui sentieri con grandi pietre.

Non è una scarpa da lungo, in quanto la sua rigidità la rende troppo faticosa superati i 30km, ma sarebbe la compagna perfetta per una skyrace tecnica come la Limone Extreme.

Nelle ripetute in salita su sentiero tecnico performa bene. E’ robusta e affidabile.

Una scarpa da avere nell’armadio e che userei anche nei mie trekking più impegnativi.

Si asciuga in fretta, tiene bene in diverse condizioni ed è estremamente robusta anche dopo tanti chilometri.

Se fosse un’auto sarebbe un Land Rover Defender.

VOTI:

AMMORTIZZAZIONE: 7

PROTEZIONE: 10

REATTIVITÀ: 8

LEGGEREZZA: 7

COMFORT: 7

DURATA: 9

 

Fotografie di Francesca Grana

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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