Nike Pegasus 36, recensione di un evergreen
A 36 anni considerarsi un “evergreen” mi fa un po’ innervosire, visto che IO di anni ne ho 37.
La Nike Pegasus ha un anno meno di me, infatti nasce nel 1983, in primavera (quindi abbiamo poi solo sei mesi di differenza) ed è la scarpa Nike più venduta di sempre.
Progettata per la corsa di tutti i tipi di runner, dal maratoneta a chi fa jogging la domenica, in questi 36 anni ha subito una evoluzione incredibile.
Dal Modello del 1983 è passata tanta strada sotto le suole Pegasus. Dalla Mescola in EVA, all’Air, poi oggi allo Zoom.
Questo modello ha fatto strada nel cuore di tanti runner: chi non ha mai avuto nella propria storia di runners una Nike Pegasus?
Per comprendere appieno la Pegasus 36 bisognerebbe partire almeno dall’ultimo decennio di evoluzioni (che corrisponde più o meno alla prima Pegasus che ho avuto io), ma questo non è fattibile in un blog, per cui cercherò di parlarvene in breve.
Premetto che Strava dice che ho corso con le mie Nike Pegasus 36 circa 215 km ad oggi, di cui due lunghi (uno da 26 e uno da 30km), diversi medi e tutti gli scarichi, su fondi diversi e pendenze diverse quindi posso considerare il test affidabile.
Le Nike Pegasus 36
Guardiamole
Dall’ultimo modello che ho avuto (le Nike Pegasus 33 ) sono certamente cambiate. La tomaia è molto affusolata, in mesh sottilissima. Non è Flyknit, ma resta comunque una membrana quasi impercettibile. L’allacciatura è alta e lascia molto libera la punta (l’ultimo laccio verso le dita arriva appena sotto la caviglia). Questo significa maggior libera per il movimento dell’avampiede, ma anche un minor controllo della rullata. Da testare.
Il sistema di allacciatura FlyWire promette comunque una buona tenuta del collo del piede.
La punta rimane così molto “lunga”, ampia e libera, senza cuciture e liscia.
La linguetta è molto bassa e sottile. Rispetto al modello 35, che ho provato nel negozio in cui lavoro (Sportland a Vinovo ndr), in cui la linguetta rimontava sulla caviglia, questa è decisamente abbassata e sottile, cosa che potrebbe risultare nettamente migliore per chi ha bisogno di maggior feeling con la scarpa.
La conchiglia posteriore è molto stretta e appuntita. Questa modifica, già presente sulla 35, permette di lasciare il tendine d’achille più libero e meno compresso.
Passiamo all’intersuola: come nella versione 35 è allungata sul tallone, prendendo spunto dalla VaporFly, per un appoggio più dinamico.
L’intersuola in schiuma Cushlon è morbida e alta.
Differenziale 10 millimetri.
Indossiamole
Come succede per tutte le Nike che ho provato nella mia vita podistica, mi sembra di indossare una pantofola.
Negativo o positivo, questo lo lascio giudicare ai singoli. A me è sempre piaciuto, anche se in questo caso, di primo acchito, mi sento fin troppo comoda.
La misura (io ho da sempre un 8 americano perfetto, in tutti i brand) è corretta, ma mi sento un po’ “larga”.
Essendo che io, soprattutto nelle corse lente, tendo a pronare leggermente mi pare possa essere un problema, perchè la Pegasus è sicuramente una scarpa neutra, molto neutra.
L’allacciatura invece mi stupisce: se prima avevo avuto dubbi sul fatto che fosse alta e lasciasse libera la punta intera, ora la trovo eccezionale. I lacci avvolgono bene il piede e si regolano perfettamente.
Una volta allacciate, le Nike Pegasus 36 sono effettivamente molto aderenti al piede, fatta eccezione per l’avampiede, che rimane estremamente libero.
Sono decisamente leggere, se pensiamo che sono scarpe per tutti, ma la sensazione di ammortizzazione è elevata.
Corriamoci
La prima corsa di prova me le fa immediatamente percepire come comode e ammortizzate, come da tradizione.
Quello che mi stupisce di più è la reattività, che, seppur non paragonabile ad una categoria race, è buona.
Questo particolare mi è confermato dai fartlek e dai medi che sto inanellando in queste settimane.
Sui lunghi sto attenta alla sensazione di affaticamento a livello plantare, tipica delle scarpe molto morbide. In realtà su asfalto la tenuta è buona anche dopo un paio di ore, mentre su strada sterrata forse avrei prediletto un supporto maggiore dopo i primi 15 chilometri.
Valutazioni finali
La Nike Pegasus 36 è una scarpa che apprezzo. Semplice, senza la pretesa di essere una scarpa iper tecnologica, rimane un punto di riferimento nella categoria delle ammortizzate neutre. Un modello veramente trasversale, perfetto per ritmi lenti o medi, distanze dai 10 km in sù, per runner di peso leggero o medio.
Se vogliamo definirla, direi che è la scarpa da allenamento perfetta per il runner medio e perfetta per il runner debuttante su qualsiasi distanza.
La sconsiglierei solo a runner molto pesanti e pronatori, dove consiglio un maggior supporto.