Nike React Infinity Run, la svolta della scarpa stabile

Noi nerd della scarpa da running attendevamo l’uscita della Nike React Infinity Run da mesi.

Dopo la rivoluzione della Nike Joyride, rivoluzione non così semplice da comprendere per il mercato, l’attesa per questa annunciata nuova rivoluzione in campo ammortizzazione e stabilità poteva essere controversa.

Il colosso americano Nike aveva annunciato l’uscita di una scarpa veramente fuori dagli schemi tradizionali, basata su aggiornati studi sulle possibilità di infortunio dei runner.

La Nike Infinity React infatti prometteva meno infortuni, più stabilità, più comodità.

Running e infortuni

L’infortunio è il peggior nemico del runner. Se un atleta d’élite lo mette in conto, il podista medio lo teme come se fosse la fine di ogni gioia di vivere. Fasciti, condropatie, bandellette, strappi, ischi, vero o no che ne abbiamo sempre una diversa?

Nella maggior parte dei casi l’infortunio su un runner amatore deriva da una tecnica di corsa sbagliata, in altri casi da un allenamento scorretto, in altri ancora da una scarpa sbagliata.

La scarpa stabile tradizionale

Da addetta vendite in un negozio di running vi confermo che la prima cosa che guardiamo prima di vendervi una scarpa è la tipologia di appoggio, seguita da età, peso e tipo di gara preparata. Se abbiamo l’occasione poi di mettervi su un tapis roulant valutiamo anche velocemente la vostra tecnica di corsa.

Su un runner pesante e/o con appoggio poco stabile, una iper-pronazione anche leggera e necessità di supporto, il mio consiglio spesso ricade su scarpe stabili, possibilmente con sistema mediale anti-pronazione. Nel caso delle donne, poi, la percentuale di scarpe stabili si alza.

Il motivo di questa scelta è dato dal fatto che le scarpe stabili assicurano un sostegno migliore dell’arco plantare e possono aiutare il runner a sopportare chilometraggi più alti. Pensiamo infatti che dopo 30km di corsa l’appoggio non è certo lo stesso del primo chilometro.

La novità Nike React Infinity Run

La volontà di Nike è quella di fornire al runner una scarpa che contribuisca a ridurre gli infortuni.

Nike ha quindi commissionato uno studio alla British Columbia Sports Medicine Research Foundation, durante il quale i runner hanno seguito un programma di allenamento variabile di 12 settimane che terminava con una mezza maratona. Un parte dei partecipanti usava l’Infinity Run e una parte la scarpa più stabile del catalogo, La Nike Structure 22: nel corso dei test* Nike React Infinity Run ha riportato un tasso di infortuni inferiore del 52% rispetto a Nike Structure 22.

La base è quella di avere una scarpa incredibilmente ammortizzante, priva del dispositivo mediale di controllo del movimento, ma resa stabile da una geometria particolare e più ammortizzante da un materiale migliorato.


*Nel corso di uno studio che ha coinvolto 226 uomini e donne impegnati in un programma di allenamento per il running della durata di 12 settimane, Nike React Infinity Run ha mostrato un tasso di infortuni legati alla corsa inferiore del 52% rispetto a Nike Air Zoom Structure 22 (laddove per infortunio si intende la necessità di saltare una corsa 3 o più volte consecutive a causa di dolore legato all’atto del correre). Dal nostro studio è emerso che il 30,3% dei runner che indossavano Nike Air Zoom Structure 22 ha riportato un infortunio, contro il 14,5% dei runner con Nike React Infinity Run.

Guardiamole.

nike react infinity run

Apro la scatola e vedo una scarpa leggerissima, molto simile alla Nike Epic React. Tomaia in flyknit, intersuola in react, niente linguetta. Peso quasi inconsistente.

Ovviamente è bellissima, ma questo in fase test conta meno (devo dire così, ma non è vero ;-)).

L’intersuola ha una forma leggermente a barca, gli americani la chiamano “rocker shape”, una forma rullante insomma. L’altezza è notevole, 30.5 mm sul tallone e 21.5 in avampiede. L’idea che dà è quella di una rullata fluida.

La suola sottile copre la zona di contatto per tutta la superficie, non come nella Epic React. Amo questo dettaglio, perchè mi dà sicurezza.

Guardandola da sopra è evidente come l‘intersuola sia decisamente larga sotto il metatarso e sotto al tallone. Una superficie maggiore dà più punti d’appoggio alla scarpa e la rende più stabile.

Abbiamo quindi un’intersuola più alta, più larga e pare anche più densa del 24% rispetto alla Epic React. Questa differenza si sente moderatamente sul peso della scarpa, ma dovrebbe conferire una stabilità nettamente maggiore e una ammortizzazione perfetta.

La conchiglia tallonare è fasciata da un materiale plastico che disegna il logo Nike sui fianchi.

Indossiamole

Le indosso facilmente malgrado l’assenza della linguetta, cosa che di per sè non amo alla follia. La scarpa fitta perfettamente sul piede. Il flyknit è leggermente più rigido rispetto al flyknit solito.

Il piede rimane certamente comodo e libero, la la sensazione è quella di averlo avvolto in una rete resistente e meno elastica della Epic React Flyknit 2. Sull’avampiede la sensazione è piacevole e di libertà, a livello di arco plantare e di tallone la percepisco invece rigida e molto (troppo?) aderente.

La sensazione però più evidente ancor prima di correre è la stabilità. La Nike React Infinity Run dà una sensazione di grandissima stabilità. Le oscillazioni alterali sono quasi annullate, il piede è ben ancorato a terra.

L’ammortizzazione è molto buona. Sono curiosa di correre.

Corriamoci

Dimenticate tutto quello che avete letto fino ad adesso e ascoltate ciò che ho da dirvi: dal primo passo di corsa mi rendo conto che questa scarpa è destinata al successo. La rullata è fluida, l’ammortizzazione incredibile. Il piede appoggia a terra con naturalezza ed è perfettamente stabilizzato. La tomaia che prima mi appariva rigida segue invece perfettamente il movimento del piede.

Leggera, flessibile e morbida.

L’ho testata in un lento e in un progressivo. La risposta è reattiva, malgrado l’ammortizzazione così soffice. Il piede è ben avvolto e lavora correttamente. La caviglia è libera di muoversi, senza però sentirsi mai “molle” nella scarpa e il tallone rimane ben fermo.

La considero una scarpa dal grande controllo del gesto, stabile, perfettamente morbida, leggera.

Perfetta per l’allenamento, anche se lungo. Sarebbe da testare su pesi più alti e chilometraggi più lunghi, per capirne l’usura.

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NIKE PROJECT FEARLESS, per provare gratuitamente la scarpa:

Dal 1 febbraio al 1 marzo, ogni sabato e domenica, il TRIAL TOUR di Nike porterà nei running hot spot della città, un Van di trials della nuova scarpa per farla conoscere a tutti i runners con una prova prodotto
Dal 3 febbraio al 22 marzo, il PROJECT FEARLESS accompagnerà i runners in un programma di allenamento guidato dalle coach Nike, Najla e Anita, dedicato sia ai nuovi runner che ai runner più esperti, che si stanno preparando per una mezza maratona.
Le run si terranno il lunedì e mercoledì, dalle 19.30 alle 21.00, in zona Naviglio/Alzaia Naviglio Grande 108; il martedì e venerdì dalle 19.30 alle 21.00 a Parco Sempione e il sabato e la domenica, dalle 11 alle 12.30 negli stessi hot spot del Trial Tour di Nike.

A questo link tutte le informazioni per potersi iscrivere: http://gonike.me/project_fearless

VOTI:

AMMORTIZZAZIONE: 10

STABILITA’: 10

PROTEZIONE: 9

REATTIVITÀ: 7

LEGGEREZZA: 8

COMFORT: 7

DESIGN: 9

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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