Elogio del recupero primaverile: quiet
…e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo, ove per poco
il cor non si spaura…
Primavera… Printemps, Spring, la primavera di Botticelli, la primavera di Praga, quella araba, quella di Vivaldi…
Per me è quella stagione in cui il mio umore è altalenante, gli occhi si gonfiano di allergia, la mente rallenta e il fisico necessita di energia.
Solitamente non la prendo bene io, la primavera. Solitamente mi turba. I più dicono siano gli ormoni che si risvegliano. Io penso che sia in realtà il mio cervello che langue.
Forse è l’antistaminico…
Insomma, mi sento stanca. Stanca dentro: le gambe molli, gli occhi socchiusi, i legamenti legnosetti.
Quindi che fare? Ieri ho provato a dormire, a risposare, a recuperare, ditelo come preferite sentirlo dire. Niente.
Quindi un’unica cosa rimaneva: correre.
Una corsa leggera, con nelle orecchie quella musica che calma i pensieri, vestita dei colori che amo, con scarpe morbide.
Ad una velocità trascurabile.
35 minuti di pace.
Mi sono sentita come Leopardi, ma senza siepe. Di fronte a me solo il parco, la strada e il profumo di ciò che nasce.
Canzone: Just Breathe – Pearl Jam
Colore: verde acqua
Profumo: giglio e iris
Parola: Quiete (con la dieresi sulla i per allungare la pace)