Il reggiseno perfetto ve lo dà Brooks. Stupite?

C’è una parte del nostro corpo che da sempre ci crea perplessità, runner o non runner. Troppo piccolo, troppo morbido, troppo cadente, troppo esuberante, scomodo, pesante, cadente, stretto, largo, piatto, infantile, matronesco…

E qualsiasi cosa facciamo per renderlo più simile a quello che vorremmo fosse, non è mai come lo vorremmo. Ci sfiniamo di esercizi pur di tonificarlo, ci spalmiamo creme per renderlo più giovane, ci costringiamo in gommapiuma e ferretti per ingrandirlo, ci fasciamo come sardine nella scatola per comprimerlo.

Niente, il seno rimane esattamente come prima.

Con tutti i suoi non-difetti.

 

Sapete quanti muscoli reggono il seno? 2? 3? 5?

Uno.

Sapete quante donne fanno sport indossando un reggiseno sportivo?

Neanche il 60%.

E quante sbagliano misura o reggiseno?

l’80%.

Molto spesso trascuriamo questa nostra zona perchè pensiamo ci sia ben poco da fare… Soprattutto noi runners. Nei negozi troviamo top carini e colorati che ci fanno presto dimenticare gli antiestetici reggiseno da running e cadiamo nel tranello del voler essere carine.

Io ho tagli e graffi sul torace che quando vado dal medico mi vergogno, causati dagli elastici dei reggiseni. Non sono una maratoneta magra e secca, ho un seno diciamo evidente. D’estate soprattutto, anche a causa del sudore, le oscillazioni continue, magari di un lungo di 30 km, mi lasciano segni visibili e dolorosi.

Durante la pratica sportiva, soprattutto durante la corsa, il seno si muove non solo in su e in giù, ma anche da lato a lato e, in parte, avanti e indietro. Ad esempio, durante una corsa di un solo chilometro, il seno subisce oscillazioni per circa 40 metri. Questi movimenti, oltre a essere fastidiosi e persino dolorosi, rischiano di causare dei danni ai delicati tessuti che sostengono il seno e alla sua compattezza.

Facciamo un calcolo.

Se in un chilometro il seno oscilla anche 40 metri, in una maratona oscillerà per 1.680 metri, più di un chilometro e mezzo di oscillazioni varie.

E ci credo che mi graffio!

Il merito di Brooks in questo contesto è aver preso un impegno verso di noi. Verso il nostro seno.

Il brand specializzato in running ha infatti acquisito un brand made in USA che ha fatto del reggiseno il suo cavallo di battaglia, Moving Comfort3 categorie e ben 12 modelli per rispondere ad ogni esigenza.

La linea Secure: facile da portare, comoda, leggera, ideale per attività a basso impatto, comprende i modelli FrontRunner Racer (quello nelle foto) con coppe sagomate e seamless, Justright Racer con coppe rimovibili, Sureshot Racer con tessuto comprimente e Fineform, con coppa unica e spalline regolabili.

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La linea Stabilize , per attività di tutti i tipi, flessibile e trasversale. Comprende i modelli Anyday, ideale da indossare anche nel tempo libero, con coppe sagomate, spalline convertibili e chiusura posteriore; Uprise Crossback e Uplift Crossback, con coppe sagomate e traforate per avere la massima traspirazione, e il modello Fiona, con le spalline regolabili sul davanti e le coppe modellate senza cuciture.

La linea Control, infine, è specificamente pensata per tenere ogni curva al suo posto. Ogni modello è regolabile sia anteriormente che posteriormente, gli inserti, discreti nel design, sono saldi e anti irritazione, per garantire un eccezionale sostegno anche negli allenamenti più intensi e impegnativi. I modelli Embody, Juno, Jubralee (uno di quelli che prediligo leggi qui il mio test) e Rebound Racer (leggi qui il mio test) sono perfetti per l’allenamento o la prestazione ad alto impatto, dalle ripetute fino all’ultramaratona.

 

Ora rispondo alla domanda che vi sarete fatti: cosa c’entra il FrontRunner racer con il running? Perchè hai testato questo?

Perchè è così bello che non posso più farne a meno.

Per correre preferisco il Jubralee e il Rebound Racer.

Brava Brooks, ben fatto, proprio belli!

Nei migliori negozi e acquistabili anche online qui http://www.brooksrunning.com/it_it/womens-apparel-movingcomfort/

 

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RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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