Running in Berlin! WOW!
Poche città mi emozionano così.
Poche come Berlino.
Bhè, vi racconto la “mia” Berlino della scorsa settimana, e non è stata del tutto una settimana da runner 😉
Ma una settimana di lavoro. Ma come ogni runner, la prima cosa che metti in valigia sono le tue scarpe da running, meglio, come nel mio caso, nuove di pacca e tutte da provare. Quindi valigia, lavoro e la speranza di trovare quell’ora che ti salva la settimana e ti porti a correre in una città nuova, o quasi nuova.
Eccomi quindi alle 6:30 del mattino uscire in una delle città più underground, nuove e vecchie insieme, fredda e socievole, bella e gelida, innovativa e piena di storia del mondo. Infili le scarpe, ti vesti bene (Berlino non è esattamente calda :-))e fuori. Fuori è buio… ovvio, alle 6:30 anche l’Italia è al buio, ma l’Europa a nord è più buia.
La prima cosa dopo l’aria gelida e la galaverna sulle strade che noti è che alle 6:30 Berlino è già del tutto sveglia.
Quando sei in una città nuova, a parte studiare la mappa sull’Iphone, è puntare verso il fiume della città e seguirlo.Il fiume di Berlino è la Spree. Bene Spree, a noi.
Il fiato vaporizza appena fuori dalla bocca e le gambe girano, iniziando lentamente e poi più veloce. Seguo la Spree. Incontro molti runners e questo mi fa sentire meno al buio. Seguo il fiume e entro nell’area pedonale che costeggia l’acqua. Le enormi sagome della città moderna mi appaiono e mi abbagliano riflettendo le luci e l’acqua. magnifico.
Poi arrivo all’enorme palazzo del Parlamento tedesco, il Reichstad. Il corpo centrale è ottocento (precisamente del 1884), ma il tutto è sormontato da una gigantesca cupola di vetro, eretta nel 1995, che riflette le luci interne di notte e di giorno le luci esterne. magnifica.
Continuo seguendo la Spree e entro nell’enorme parco cittadino, il Tiergaten. Enorme e stupendo è la patria del running. la prima cosa che mi colpisce è la musica di un carillon. E’ una ruota da mulino in miniatura, fatta ruotare dall’acqua della Spree che scorre e ruotando muove i dentini di un carillon. Suona “Per Elisa”. Sorrido. e continuo.
Arrivo alla Siegessaeule, o Colonna della Vittoria. Una colonna altissima, in mezzo ad una rotonda grandissima, che alle 7 del mattino è già piena di auto. In cima alla colonna una Vittoria Alata.
Entro ancora nel parco e sono già 4 km, il lavoro chiama e rientro, ma prima passo dalla Porta di Brandeburgo. Avete presente l’immagine canonica dell’arrivo della Maratona di berlino? Con quella porta dalle tante colonne? Potete immaginare la mia emozione a valicarla?
Magico.
E continuo, lungo Unter den Linden, il viale forse più famoso di Berlino. “Sotto ai Tigli”.
Torno al punto di partenza, ma non mi basta. Ho ancora sete di un po’ di questa città e proseguo. Arrivo al quadrilatero dei musei, seguendo la ferrovia.
Qui la storia si materializza.
Il primo è il Pergamom Museum. Dentro è stato portato smontato e ricostruito l’altare di Pergamo. Perchè una parte dell’antico impero Greco sia a Berlino lo lascio capire a voi, ma è magnifico. Ovviamente non posso entrare e quindi proseguo.
Arrivo al Duomo di Berlino. Enorme. Direi barocco, invece è stato ultimato nel 1905, forse un po’ “fuori moda” per l’epoca, ma immenso e bellissimo.
Dietro si staglia una torre strana… sottile, con una palla in cima. E’ la Fernsehturm (torre della televisione). E quella è Alexander Platz. E io me ne frego di chi mi guarda e canto Alexander Platz di Battiato. Qualcuno mi guarda e io sorrido. Alla fine sono tedeschi, penseranno che noi italiani siamo pazzi. O forse solo simpatici 🙂
E’ ora di tornare, sono le 7:30 e qui si comincia a lavorare alle 8:30.
Torno e sogno, sogno una città che è piena di storia. Una storia strana e difficile, fatta di guerre, di periodi terribili e di imperi sfavillanti. E anche ora che siamo nel 2015 (il muro di Berlino è stato fatto a pezzi solo 26 anni fa, ricordiamolo…) è una città piena di contrasti, ma che ha saputo fare del contrasto il suo punto di forza
Magnifica, dignitosa, forte, innovativa.
Lo vedi ovunque che qui c’è voglia di innovare e rinnovare, c’è voglia di fare. E a me questo fa impazzire.
Di voglia di fare. E di correre.
Maratona di Berlino un giorno sarai mia!