RunningCharlotte nel Canavese: Ivrea-Mombarone sotto la pioggia
Premetto che per mia fortuna (o sfortuna chissà), io non ho corso, ho aspettato chi correva, in una giornata che faceva venir voglia di castagne e caminetto, sotto quella pioggia che non è più a scrosci come d’estate, ma che non molla un secondo e ti inzuppa forte.
Partenza ore 8.30 in una Ivrea grigia e silenziosa, 13 gradi di pura umidità. Il Mombarone è immerso nelle nuvole e non lo vedo. Il cielo è di latte.
Non esiste speaker in questa classica del trail, un buffo signore dà il via dalla balconata della piazza e partono, uomini e donne del luogo, gente di ogni età e tipo, chi vestito come se dovesse fare in TOR des Géants, chi con la berta di lana.
Io vado ad aspettarli prima della salita vera e propria, ad Andrate, che suona più come un comune dell’interland milanese che un paesino dove si fanno miasse e paste di meliga. Continua a piovere fitto e fino.
Dopo poco passa il pettorale 188, illustre sconosciuto ai miei occhi. Non lo trovo nemmeno nella classifica finale, forse alla fine si è ritirato, ma ad Andrate viaggiava come un treno in salita. Dopo 2 minuti netti passa il futuro vincitore, 191, Marco Moletto, lui e la sua bandana gialla, sembra un airone e vola. Poi un gruppo di uomini più o meno forti, tutti dell’atletica Monterosa, poi un ragazzo che avrà 15 anni e poi la prima donna.
Una locomotiva a vapore, con dei pistoni nelle gambe. Dicono Polacca i miei vicini di tifo, KUMINSKA KATARZYNA, sicuramente non italiana di origine. Finisce 22esima assoluta, prima donna. Una macchina.
E la seconda, pettorale 228, autoctona, Marcella Belletti, di Pollone. Un po’ di sangue Biellese finalmente.
E poi 4 ore ad aspettare in macchina l’arrivo dei primi, perchè l’Ivrea-Mombarone è una gara di sola salita, poi bisogna scendere di mille metri per ritornare ad Andrate.
La pioggia scivola sul parabrezza, io attacco un po’ di riscaldamento ogni tanto.
L’Estate è finita, il tempo del trail anche.
Ora arrivano le grandi Maratone, per fortuna!
Stay tuned!