Salomon Speedcross 5, la recensione
Le Speedcross di Salomon sono state le mie prime scarpe da trail.
All’epoca non conoscevo il mondo del trail running se non da fuori e ammetto che andai da Gal Sport ad Aosta, grande rivenditore Salomon, e comprai le più belle esteticamente.
Non mi chiesi nulla di più: erano Salomon, brand che da sempre usavo per il trekking, erano belle, sembravano aggressive.
Con quelle Speedcross ho fatto di tutto: poco trail e tante camminate.
E oggi sono a testare l’ultima versione di questa storica scarpa.
Salomon Speedcross 5
La Salomon Speedcross 5 è una scarpa che ha fatto della sua suola tassellata un’icona. Pochi altri modelli hanno una suola così aggressiva: i tacchetti dalla classica forma a V sono profondi e numerosi, disposti alcuni a freccia in avanti, alcuni a freccia indietro.
La Speedcross 5 è una scarpa perfetta su terreni fangosi, sconnessi e scivolosi. Una scarpa per una grande varietà di corridori.
Ma ora osserviamo la versione 5.
Guardiamola
Rispetto alla versione 4 la tomaia è più “uniforme”. Sembra un pezzo unico, grazie alle nastrature che nascondono le cuciture e all’allacciatura accollata.
Il SensiFit (il sistema di allacciatura laterale tipico delle scarpe Salomon) è nascosto dentro alla tomaia e il laccio si ripone nella tasca sul collo del piede.
Quello che mi incuriosisce, però, è tra suola e intersuola.
Il drop rimane di 8mm ed è, come nella versione precedente, un “drop interno”, cioè si nasconde dentro la tomaia. Infatti da fuori il tallone sembra uno zoccolo alto, questo perchè lateralmente le “gonne” dell’intersuola si alzano ad avvolgere il tallone.
La suola, invece, presenta decisamente più tacchetti.
La grande differenza sta nell’orientamento dei tacchetti. Se nella 4 solo quelli del tallone erano quelli anti-scivolamento (con la freccia cioè girata indietro), ora i tacchetti anti-scivolamento arrivano oltre il mesopiede, quasi sotto al metatarso.
Questo consente un grip eccellente.
Invece i tacchetti che aumentano la trazione (con la freccia girata in avanti) arrivano oltre le dita e girano sulla punta.
Questo dettaglio conferisce alla scarpa l’immagine tipica di un rampone. La trazione in salita viene così resa eccellente.
Infiliamola
Nell’infilarla mi apre subito meno “ciabattona” rispetto alla versione precedente, cioè è decisamente più accollata e aderente a livello del collo del piede.
La soletta in Ortholite e conferisce morbidezza e la sensazione di tallone sollevato è piacevole.
Pur sembrandomi meno ciabatta, sento immediatamente che è più confortevole, più morbida, più aderente ed elastica.
La linguetta molto morbida permette di stringere in Sensifit senza che questo sia minimamente percepibile come fastidioso a livello del collo.
Così la provo fuori.
Corriamoci
La trazione è ottima, soprattutto in salita e il grip in discesa anche. Salgo su un sentiero di sottobosco e la trovo veramente confortevole, quasi grande, pur essendo del mio numero.
Abituata alla vecchia versione, più rigida e secca, questa forse l’avrei presa di mezzo numero in meno.
Sui tratti asfaltati la sento ancora rigida e questo mi fa dire che è una scarpa da trail su sentiero “vero”. Una scarpa che chiede morbidezza di terreno.
Sull’erba il grip è buono e la tenuta laterale del piede anche.
Provo un breve tratto bagnato e fangoso e il grip è ok, anche se su fango morbido il profilo così sottile affonda.
Consiglierei questa scarpa per skyrace e trail brevi e tecnici.
Perfetta su sentieri alpini, anche per il trail trekking.
La sconsiglio per trail su strada bianca o misti, dove preferirei una scarpa più morbida.
Perfetta per vertical: potete anche scendere in tutta sicurezza dopo la gara 😉
VOTI:
AMMORTIZZAZIONE: 7
PROTEZIONE: 7
REATTIVITÀ: 9
LEGGEREZZA: 7
COMFORT: 7 1/2
TRAZIONE: 9