Secondo mese di allenamenti per la London Marathon 2020

Più che secondo mese verso la London Marathon, devo dire secondo periodo, perchè in realtà sono ad un mese e mezzo da quando ho iniziato, cioè a metà dei 5 mesi totali (leggi qui il resoconto del primo ciclo)

Come sta andando l’allenamento?

London Marathon

Me lo chiedono in molti e onestamente la mia risposta è sempre la stessa: “mi fido dell’allenatore”.

Dopo il primo ciclo di lenti, Sergio mi ha fatto alzare l’asticella, ma rispetto al mio solito non sto lavorando al centopercento dell’intensità, cosa che a due mesi dalla maratona solitamente iniziavo a fare.

La mia settimana è particolare, in quanto io per lavoro non ho sempre gli stessi orari e soprattutto dei giorni di riposo fissi, in più porto a correre diversi gruppi a ritmi che non mi appartengono, ma che comunque rappresentano chilometri sulle gambe.

In linea di massima oggi i lavori intensi settimanali sono 3, tutti e tre ben sopra i 20km totali, uno al di sopra dei 25. A questi si aggiungono due scarichi e 1 medio o progressivo.

Il chilometraggio

Molti mi hanno chiesto, oltre a voler sapere come sta andando la qualità, come sta andando la quantità.

Infatti il mio chilometraggio settimanale per la London Marathon ha toccato i 130 km, cifra che non mi era affatto naturale.

La domanda che ne deriva immediatamente è “perchè?”.

Partiamo dal presupposto che io meno di 90km alla settimana li corro solo se sono in scarico, ma questo chilometraggio parte da una considerazione di base che va controcorrente negli ultimi tempi: il volume di chilometri, se progressivo e calibrato sulla persona, è una protezione nei confronti di muscoli e articolazioni.

Non è certo solo Sergio (l’allenatore) a sostenerlo. Sono in molti (tra i quali recentemente mi sento di annoverare Pizzolato) quelli che consigliano al maratoneta un lavoro di quantità notevole nei primi mesi dell’allenamento.

Un lavoro di base con chilometraggi alti, infatti, abitua il corpo a lavorare in condizioni di fatica e a rendere più efficiente il metabolismo aerobico. Solo con una base solida si può infatti pensare di lavorare sulla qualità successiva.

Questo non significa che tutti noi dobbiamo ammazzarci di chilometri indiscriminatamente, ma che è bene che il corpo sia reso capace di digerire dei volumi importanti se su questi volumi vogliamo mettere le basi per un allenamento di qualità.

I ritmi

Dopo le prime settimane di ritmi blandi a 140/150 bpm, in questo mese ho lavorato sui ritmi medi, avvicinandomi al ritmo maratona. Non stiamo quindi parlando di ripetute da vomito all’arrivo, nè di lavori lattacidi, ma di variazioni di ritmo per portare il motore a girare agevolmente sul ritmo gara presupposto.

Ad oggi il mio cuore batte il ritmo delle 160/165 pulsazioni al minuto con facilità a ritmi gara interessanti.

Ho provato, su consiglio di Sergio, anche a mollare i freni in una 10k, con il risultato di accorgermi quanto ad oggi il mio corpo gira bene a 4’25”, mentre gira malissimo a 4’05”.

I lavori futuri mireranno a portare quel 4’25” verso il ritmo maratona ideale.

L’ipotesi è quella di correre i 42km intorno a 4’20”.

La stanchezza e il recupero

La parte più difficile di questo ciclo non è l’allenamento, ma la gestione della stanchezza e dei recuperi.

Sei allenamenti settimanali più quattro uscite con il gruppo delle Principesse rendono la vita difficile soprattutto nei momenti in cui non corri.

Un’eccessiva stanchezza, una fame costante e vari dolorini ai muscoli mi hanno fatta scegliere per un giro di vite alimentare e di riposo. Le mie soluzioni sono semplici:

  • assumo il SiS Rego, il prodotto per il recupero di Science in Sport di cui sono sponsor, dopo ogni allenamento pesante. Il Rego contiene proteine, amminoacidi, minerali e vitamine che migliorano il recupero sensibilmente
  • ho reinserito nella dieta una buona quota di carbo nei tre pasti principali, seguendo la regola della dieta Gift di 1/3, 1/3, 1/3, cioè divido visivamente il piatto in tre parti tra carbo, proteine e vegetali.
  • ho ripreso la base della dieta Recaller, limitando i cibi che mi creano infiammazione (per me lattivini, lieviti e nichel) a tre pasti alla settimana. Per cui ciao ciao prosecco.
  • dormo almeno 8 ore, cosa che se hai gruppo di allenamento alle 6:30 del mattino significa andare a dormire alle 22.
  • un massaggio alla settimana
  • esercizi posturali almeno 3 volte alla settimana dopo adeguata visita posturologica

Il prossimo appuntamento importante sarà il 23 febbraio alla Napoli City Half Marathon.

Vediamo cosa riuscirò a fare.

Dopo la mezza in ogni caso mangerò pomodoro e mozzarella, con pizza fritta e prosecco. Sappiatelo.

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London Marathon, darò il mio meglio!

 

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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