Sono molto stanca, allora vado a correre. Stanchezza e running.

Eccomi alle solite riflessioni di fine settimana. Questa volta parliamo di tutte quelle persone che se chiedi come stanno ti dicono “stanco”.

Premettiamo che mi riferisco anche a me stessa, o forse ad una me stessa di qualche mese fa, quindi che nessuno si offenda 🙂

Sapete quando non sentite una persona cara da qualche giorno, la chiamate e le chiedete “Ciao come stai?“. Tu stai per attaccare un discorso su qualcosa da fare, su un prossimo appuntamento, organizzi una cena, una gara, un week end, insomma, hai usato quella frase di cortesia per iniziare il discorso, non per chiedergli veramente come sta… MA… quello annega tutto il tuo entusiasmo rispondendoti “Ciao, sono stanco”.

Le idee di cene e week end svaniscono in queste tre parole, ma soprattutto, la risposta non prevede spiegazioni supplementari: “sono molto stanco-punto”, “così stanco che non ho voglia di dirti perchè”. “Ho una stanchezza incredibile” – “Soffro di una stanchezza cronica” – “Mai stato così stanco”.

Ci sono settimane in cui è naturale sentirsi così: dopo un tour de force lavorativo, dopo una gara o un allenamento lungo e sfinente, dopo una nottataccia… Eppure molte persone rispondo SEMPRE così: sono-molto-stanco.

Questo articolo lo dedico a loro, perchè tutti ci sentiamo alle volte esausti, ma io ho trovato una soluzione incredibile: corro.

Stamattina la sveglia era alle 6. Ore dormite 7, zanzare che mi hanno punta almeno 10, chilometri fatti ieri, 400 (in auto), ore dormite l’altra notte 3, chilometri fatti ieri 8 (di corsa), mail inviate 20, progetti conclusi 0.

La testa gira, sguscio dal letto e le ginocchia sembrano fatte di patatine chips (stesso rumore di una Rustica al pomodoro in bocca), mi fiondo in bagno e prima di lavarmi i denti sommariamente la bocca sa ancora della cena di ieri sera. Provo a struccarmi con il sapone per le mani perchè il detergente sembra essersi perso in qualche angolo del bagno, metto le lenti a contatto e una si gira al contrario inceppandosi in una crosticina all’angolo dell’occhio. Lego i capelli come capita creando un’opera punk sulla testa ed esco.

Metto gli occhiali da sole specchiati che mi rendono un mix tra Paula Radcliffe e Renato Zero.

Il primo chilometro è un dolore fisico insopportabile. Forse le ossa si stanno sbriciolando senza che me ne accorga? Arrivo al terzo chilometro e sento che qualcosa inizia a funzionare: sudo, sento il calore che irrora i muscoli.

Oggi il menu prevede ripetute.

Il giro qui è da 700 metri, per cui le prime 4 le faccio da 350 con 350 metri di recupero. Alla seconda penso di tornare a casa, poi faccio al terza. La quarta. E allungo: 700 metri di ripetuta e 350 di recupero allegro. ne faccio due e penso che più di tre non sia possibile. Faccio la quarta a 3’45”.

Mi fermo chiedendomi se non sono morta e… e mi sento benissimo.

Torno a casa e la colazione mi sembra il premio più grande. Sono le 7 del mattino, ho corso 12 chilometri con una buona mezz’ora di ripetute.

Sto bene. Benissimo.

Finisco questo articolo ed esco.

Stanca? No per niente.

 

Dedicato a tutti quelli che prendono troppo sul serio la propria stanchezza: molte volte pensiamo di essere stanchi, ma il nostro corpo ci dice l’opposto. Correte.

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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