Stanchezza e burnout: come riconoscerlo?

Parliamo di burnout. Termine inglese per identificare il “quando è troppo è troppo”. Sfido chiunque a dirmi che non gli è mai successo quel periodo che proprio le gambe non girano, sono pesanti, ci si sveglia stanchi, i muscoli fanno sempre un po’ male, sono imballati. Dormiamo male, non riusciamo a recuperare e la performance scende. E cosa facciamo solitamente? Cerchiamo di recuperare, ci diciamo che se non lo facciamo rimarremo indietro, andiamo a fondo con l’acceleratore.

Ma niente, non va, ogni allenamento è una delusione. Stiamo per arrenderci al recupero, quando quel giorno ci sentiamo meglio, casualmente, e allora ci diciamo che dobbiamo perseverare. Insomma, agiamo come se avessimo il paraocchi, neghiamo.  Insomma, “prima o poi devo tornare a fare le ripetute come prima, no?”.

E se invece fosse proprio lui? Il burnout?

Sintomi del burnout

Questi sono proprio i primi sintomi di un imminente burnout. Stanchezza, nervosismo, insonnia, appetito altalenante, muscoli indolenziti, difficoltà nel recupero, pesantezza. Continuare a perseverare non può che farci cadere nel baratro. Non sto dicendo che si debba mollare tutto, ma fare attenzione ai segnali del corpo.

Ecco i sintomi a cui prestare attenzione:

  • umore variabile
  • cattiva digestione
  • insonnia
  • gonfiore
  • malanni ricorrenti
  • irritabilità e depressione
  • svogliatezza e pigrizia
  • battito cardiaco a riposo esageratamente basso o alto
  • sensazione di gambe pesanti

Non ti stai allenando troppo? Il burnout, o sovrallenamento, può dipendere anche da fattori non strettamente legati all’allenamento, ma alla vita di tutti i giorni, particolarmente stressante in alcuni periodi. Siccome eprò non possiamo modificare ciò che non dipende da noi, come lo stress lavorativo o i problemi famigliari, dobbiamo agire sull’allenamento.

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Cosa fare in caso di burnout o sovrallenamento

Siccome però non siamo professionisti e difficilmente possiamo prenderci due settimane di vacanza in cui riposare meglio e di più, la soluzione è quella di correre meno. O meglio, correre meno intensamente. Riducete leggermente il carico chilometrico, ma soprattutto per un paio di settimane lasciate perdere ripetute e lavori di velocità. Uscite a correre con il solo obiettivo di riappropriarvi del piacere, del respiro, ricominciate a usare la corsa come fonte di relax e non di stress ulteriore. Da un lato ritrovate il piacere della corsa, dall’altro scaricate i muscoli. Potete optare per corse blande, ma anche per attività sportive differenti, come il nuoto o la bici, che da un lato caricano meno, dall’altro, soprattutto nel caso della bici, liberano la mente. Un’altra attività consigliata è il trekking, magari alternato a brevi momenti di corsa, ma sempre all’interno dei limiti del divertimento.

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Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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