Storie: il Cavaliere della nonna e la maratona

Vi racconto la storia di un uomo che non conosco, che non conoscevo. E quindi se è una storia superficiale, perdonatemi, ma vorrei rendere omaggio a quelle poche cose che so di questa storia.

Una storia di corsa.

Lui si chiama, si chiamava Tadei. Lino Tadei.

L’ho conosciuto sul calare della sua vita, oltre i 90 anni. L’ho conosciuto come il signore che faceva ballare la mia nonnina in “struttura” durante le feste comandate. Ad ognuno di voi è capitato di andare a far visita ad un famigliare, anziano, in una casa di cura immagino.

E’ come entrare sulla barca di Caronte, che ti spinge verso il tuo tramonto.

Un posto sereno e lugubre allo stesso tempo, il limbo dove vivono uomini e donne che per un puro caso la vita ancora tiene su questo mondo. Un luogo fatto di passi lenti, lentissimi nei corridoi, un luogo caldo di un calore che ricorda la cuccia, o forse l’incubatrice dei bambini.

Tadei.

Si chiamano per cognome, gli anziani. In una generazione popolata di Maria, Lino, Giuseppe, Carlo il cognome è un identificativo. Come in colonia da bambini.

Il cognome viene scritto sui bicchierini di plastica con le medicine per distinguerle.

Tadei. Lucca (mia nonna).

Francamente non sapevo chi fosse prima che me lo dicessero: un signore anziano come tutti gli ospiti di questo “hotel”, curvo, lento, lentissimo, con ossigeno per respirare e girello per marciare ancora, in questi corridoi. 94 anni Tadei.

Mi dicono che ha corso tanto nella sua vita, che ha fatto “le maratone”.

Un pomeriggio  lo incrocio tra i suoi passi lenti e gli domando e lui mi parla di Padova. La maratona di Sant’Antonio.

– L’hai mai fatta tu?-

– No, mai –

Il suo sguardo è quasi di rimprovero: è bella Padova.

Gli domando ancora, ma continua a parlarmi solo di sant’Antonio, in quei discorsi normali per gli anziani, tra un mulinello di ricordi che interrompono le parole.

Sant’Antonio.

Quello che capisco è che quell’uomo con il respiratore che lentamente mi passa davanti, la Maratona la faceva a Padova perchè c’era di mezzo Sant’Antonio.

Lino Tadei, classe 1921, iniziò a correre in età adulta, dopo la morte della moglie.

Se vogliamo un podista “moderno”, uno come tutti noi, uno di quelli che atleti non erano, ma che la vita ha portato ad essere, come riempitivo. Ha iniziato per imparare a convivere con la mancanza e ha riempito quel vuoto con la corsa.

Sant’Antonio da Padova è il protettore del matrimonio, dell’amore:

“qui in terra, l’occhio dell’anima è l’amore, il solo valido a superare ogni velo. Dove l’intelletto s’arresta, procede l’amore, che con il suo calore porta all’unione con Dio” Sant’Antonio, Sermones

L’amore. Amore e mancanza. Mancanza della persona amata e amore che si trasforma in amore per la vita e la corsa.

Un uomo come tanti Tadei, di un’energia inarrestabile. Uno di quelli che per le province vedi alle gare: parti forte e arrivi ancora più forte. Insomma corri, meglio che puoi. La sua ultima maratona a Padova l’ha chiusa in 7h24. Master 85-90 anni.

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Nella marcia ha vinto i campionati italiani ed europei master, è stato campione italiano di corsa in montagna, mezza maratona e maratona.

Tadei.

E’ mancato il 28 aprile, direi non più giovanotto (se fate i calcoli, era del 1921…)

E’ mancato prima di potermi raccontare che sensazione si prova a correre una maratona a 86 anni.

Tra i discorsi fugaci del corridoio di una casa di cura mi ha chiesto che maratone ho fatto. A sentire che ho corso a Gerusalemme il suo sguardo si è fatto interrogativo.

Mi chiede se ho corso a Roma. Sì, a Roma sì.

E ha proseguito la sua passeggiata.

Appuntamento alla Maratona di Sant’Antonio 2017? Sarà il 23 aprile.

foto: www.calvesi.it

RunningCharlotte
RunningCharlotte
Perché la corsa è uno stile di vita e ad ogni passo ci fa crescere un po’ e perché non bisogna essere campioni per correre, basta mettere un passo dietro l’altro. Keep in running.
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Comments
  • Daniela Maranzana
    Rispondi

    Bello 🙂

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